Mafia, Messina, bar a prestanome per evitare sequestro - QdS

Mafia, Messina, bar a prestanome per evitare sequestro

redazione web

Mafia, Messina, bar a prestanome per evitare sequestro

venerdì 19 Febbraio 2021

Quattro misure cautelari per trasferimento fraudolento di beni e valorial termine di un'indagine della Direzione distrettuale antimafia peloritana eseguite dalla Squadra Mobile della Questura nel quartiere Giostra

La Squadra Mobile di Messina ha eseguito quattro misure cautelari nell’ambito di una indagine, coordinata dalla Dda guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, sulle bande criminali del quartiere popolare Giostra.

Gli indagati sono accusati di concorso in trasferimento fraudolento di beni e valori.

I fatti contestati risalgono a settembre scorso.

La Dda accusa i quattro indagati anche di avere agevolato l’organizzazione mafiosa del rione Giostra guidata da Gaetano Barbera e Nicola Galletta, capimafia che ora collaborano con la Giustizia.

L’indagine nasce da un attentato a un bar della zona.

Sulla vetrina e sulla saracinesca del locale furono trovati fori causati dall’esplosione di alcuni colpi d’arma da fuoco.

Dalle immagini delle telecamere presenti nei pressi del locale fu possibile accertare che tre persone col volto coperto, arrivate in moto, avevano sparato con un fucile contro il bar e avevano poi cosparso la saracinesca di liquido infiammabile e appiccato il fuoco.

Il bar, intestato a Michael Cardullo, secondo gli inquirenti, di fatto sarebbe stato controllato da personaggi del clan Giostra.

In particolare i collaboratori di giustizia hanno sostenuto che l’attività commerciale di fatto sarebbe stata di Angelo Arrigo, Carmelo Prospero e Giuseppe Cardullo.

Michael Cardullo, formale intestatario dell’esercizio commerciale, avrebbe fatto da prestanome per scongiurare che l’attività finisse sotto sequestro vista la contiguità dei reali proprietari vicini ad ambienti mafiosi.

Cardullo e gli altri tre indagati sono i destinatari delle misure: due custodie cautelari in carcere, una ai domiciliari e un obbligo di dimora. La polizia sta anche eseguendo anche il sequestro dell’esercizio commerciale, del complesso dei beni aziendali e dei conti correnti intestati.

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