Il sindaco Martello, che dalle colonne del Qds aveva prospettato questo rischio, ha spiegato che "con il vento di libeccio sono diventate schegge impazzite". E ha puntato l'indice contro l'Agenzia delle Dogane annunciando una propria ordinanza e una causa per danni al Ministero dell'Ambiente
Ieri mattina una forte mareggiata ha investito l’isola di Lampedusa e questo, ha spiegato il sindaco Totò Martello, “ha provocando quello che purtroppo temevamo sarebbe successo e che ho denunciato più volte: le imbarcazioni di migranti, colpevolmente lasciate ammassate nel Molo Favaloro, con il vento di libeccio sono diventate schegge impazzite provocando gravi danni all’interno del porto, alle altre barche ormeggiate”.
Proprio dalle colonne del Qds, il Sindaco-pescatore aveva prospettato qualche mese fa questo rischio, ma era stato rassicurato direttamente dal premier Giuseppe Conte che lo aveva ricevuto nei primi di settembre annunciandogli che subito sarebbe cominciato, aveva riferito, “lo sgombero del porto dalle decine di barchini, barche e barconi giunti in questi ultimi mesi nella mia isola”.
Martello ha sottolineato anche che, durante la mareggiata, i barchini hanno “messo a rischio le persone che in quel momento si trovavano lì per mettere in sicurezza le loro imbarcazioni e i loro pescherecci”.
“A tutto questo – ha concluso – si aggiunge il danno ambientale, con detriti di ogni tipo che hanno riempito le nostre acque, i fondali e le nostre spiagge”.
“Adesso – ha aggiunto – non iniziamo a dire che la colpa è dei migranti. In questo caso la colpa è di chi dovrebbe smaltire velocemente quelle imbarcazioni una volta giunte a Lampedusa, a cominciare dall’Agenzia delle Dogane che le prende in custodia quando vengono poste sotto sequestro dopo gli sbarchi”.
Martello ha ricordato come anche nei mesi scorsi avesse sollevato più volte la questione, “e grazie al Ministero dell’Interno era stato attivato un intervento straordinario di rimozione e smaltimento delle imbarcazioni”.
Ma poi gli sbarchi sono proseguiti, la rimozione invece si è di nuovo fermata “e il Molo Favaloro si è trasformato ancora una volta in un ‘cimitero galleggiante’ di imbarcazioni”.
“Non sono più disposto – ha sottolineato Martello – ad assistere a questo scempio ambientale: se le Autorità competenti non intervengono immediatamente per rimettere in sicurezza l’area portuale e per ripulire le nostre acque, le spiagge e i fondali, e se contestualmente non si attiva un meccanismo in grado di smaltire automaticamente e costantemente le imbarcazioni dei migranti una volta giunte sull’isola, predisporrò un’Ordinanza Sindacale con la quale assumere direttamente in campo al Comune gli interventi necessari per garantire la sicurezza dei cittadini, delle infrastrutture e del nostro mare”.
“Al tempo stesso – ha concluso Martello – la nostra Amministrazione Comunale chiederà un risarcimento all’Agenzia delle Dogane e al Ministero dell’Ambiente, per i danni determinati dal loro inaccettabile immobilismo”.