Mattarella a Palermo il 6 gennaio per ricordare il fratello Piersanti - QdS

Mattarella a Palermo il 6 gennaio per ricordare il fratello Piersanti

Raffaella Pessina

Mattarella a Palermo il 6 gennaio per ricordare il fratello Piersanti

venerdì 03 Gennaio 2020

Il Presidente della Regione che voleva governare “con le carte in regola”. A 40 anni dall’omicidio, ancora una verità tutta da scrivere: si conoscono i mandanti ma non i sicari

PALERMO – Seduta solenne all’Assemblea regionale siciliana il prossimo lunedì 6 gennaio alle 11.30, per commemorare l’ex presidente della Regione, Piersanti Mattarella, in occasione del 40° anniversario dal suo omicidio.
Parteciperà il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, fratello di Piersanti. Nel corso della seduta sono previsti gli interventi del presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè e del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci.

A 40 anni di distanza si conoscono i nomi dei mandanti, i più importanti boss di Cosa nostra, ma non del killer che il 6 gennaio del 1980, in Via Libertà a Palermo, sparò ed uccise il giovane presidente della Regione siciliana. “Per ragioni anagrafiche – spiega il nipote che ne porta il nome nel documentario di Tv2000 ‘Le carte in regola, Piersanti Mattarella’ in onda domenica 5 gennaio alle 22.50 – non ho avuto la fortuna di conoscere mio nonno ma dai racconti che ho raccolto in questi anni emerge come una persona molto estroversa, vivace e simpatica. Dietro lo slogan ‘le carte in regola’ (riferito al presidente della Regione ucciso) c’è il voler perseverare nel tentativo di raggiungere i propri obiettivi mantenendo la schiena dritta e seguendo un percorso fatto di idee, principi e valori che non potevano essere messi in secondo piano rispetto ad altri interessi”. Anche la Rai ricorderà la sua figura e il suo impegno con un palinsesto dedicato su tutte le reti e testate, radiofoniche e televisive il 5 e il 6 gennaio.

“In ciò che ha fatto mio nonno sono molti gli spunti che si riflettono anche oggi nelle necessità del popolo – ha proseguito il nipote Piersanti – Tra questi il tentativo di snellire, velocizzare e rendere più trasparente l’attività pubblica, gli interventi contro la corruzione in ambito soprattutto edilizio. E poi il rifiutare fermamente l’appoggio di determinati personaggi che si sono poi rivelati impresentabili, come si direbbe oggi”.

In occasione dell’anniversario della morte, il pm Roberto Tartaglia lancia un appello al terrorista nero Giusva Fioravanti, che potrebbe contribuire a raggiungere la verità sull’esecutore materiale dell’omicidio. L’ordine infatti veniva dalla cupola mafiosa, ma l’inchiesta ha sempre tenuto aperta la pista di una saldatura tra Cosa nostra e l’eversione neofascista. Per il giudice Falcone l’omicidio Mattarella era collegato ad altri due delitti “politici”, quelli del segretario della Dc palermitana Michele Reina e del segretario regionale del Pci Pio La Torre. Anche loro, come Mattarella, erano impegnati in un’azione di rinnovamento morale della politica in Sicilia.

La linea di Mattarella era parte dell’eredità di Aldo Moro, ucciso un anno e mezzo prima dalle Brigate Rosse. Per questo, come scrissero i giornali, quarant’anni fa la mafia forse con l’appoggio del terrorismo nero firmò il più grave “delitto politico” dopo quello di Moro.

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