“So dove mettevate le telecamere, tutte le telecamere di Campobello e Castelvetrano le so”: è l’ultima confessione del boss Matteo Messina Denaro nel corso dell’interrogatorio reso ai pm di Palermo dopo il suo arresto.
In queste ore i riflettori sono puntati sull’ex superlatitante, arrestato lo scorso 16 gennaio a Palermo e trasferito poi in carcere a L’Aquila in regime 41bis, a causa del rapido peggioramento delle sue condizioni di salute. Il suo tumore al colon, infatti, è ormai giunto al quarto stadio: secondo i suoi legali, le sue condizioni non sarebbero più compatibili con il carcere; inoltre, il capomafia nelle scorse ore è stato ricoverato d’urgenza per un blocco intestale e si trova attualmente in Rianimazione all’ospedale San Salvatore de L’Aquila.
Ecco le dichiarazioni emerse in queste ore dall’interrogatorio.
L’ex superlatitante avrebbe spiegato agli inquirenti, in sede di interrogatorio, di essere sempre stato ben consapevole di dove fossero le telecamere installate al fine di rintracciarlo e porre fine alla sua lunga latitanza. “Le riconosco”, avrebbe detto, aggiungendo anche di possedere un “aggeggio” per cercarle e individuarle con facilità. Si tratta di uno strumento che, nei covi del boss, però, non sarebbe mai stato trovato.
Il boss Messina Denaro, inoltre, avrebbe spiegato agli inquirenti quali segnali lo “avvertivano” della presenza delle forze dell’ordine per installare nuove telecamere. “C’era sempre il maresciallo dei ROS, con due o tre fermi in un angolo”, dice, confessando anche di aver ricevuto spesso “soffiate” dagli amici.
Anche se Matteo Messina Denaro conferma di non volersi pentire e non confessa nulla di sconvolgente neanche con l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, quella sulle telecamere non è la sua unica dichiarazione ai pm di Palermo.
Il boss ha parlato anche del rapporto d’amicizia con il medico che lo ha operato per la prima volta per il suo tumore. Si tratta dello stesso professionista immortalato in un selfie che ha fatto il giro del web subito dopo l’arresto alla clinica “La Maddalena” di Palermo. Di fronte alla domanda “Ma lui sapeva che mestiere faceva?”, Messina Denaro avrebbe risposto: “Sì, l’imprenditore agricolo“.
In sede di interrogatorio, il capomafia avrebbe anche negato le accuse relative alle stragi e all’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, sciolto nell’acido solo perché figlio di un pentito.
Ricoverato in Rianimazione dopo l’operazione subìta, secondo le prime informazioni il boss Messina Denaro sarebbe “vigile e attivo“. Sull’eventuale revoca del regime di 41bis per motivi di salute, ancora nessuna decisione dalle autorità competenti.
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