Messina, dalle imprese un appello a gestire meglio l'emergenza - QdS

Messina, dalle imprese un appello a gestire meglio l’emergenza

Lina Bruno

Messina, dalle imprese un appello a gestire meglio l’emergenza

giovedì 26 Marzo 2020

Intervista a Ivo Blandina, presidente della Camera di Commercio e di Sicindustria provinciale. Numerose attività rischiano di non poter riaprire. La crisi in corso è anche economica

MESSINA – Molte imprese rischiano di non reggere all’onda d’urto di un’emergenza che sta mettendo in ginocchio ogni settore della Città dello Stretto. Ivo Blandina, presidente della Camera di Commercio e di Sicindustria Messina, evidenzia una situazione complicata in questo momento anche per le aziende più attrezzate del territorio. Molte potrebbero non ripartire più, mentre i sostegni del Governo rischiano di non arrivare in tempo per far fronte agli oneri in corso.

“Ci sono settori – spiega Blandina – che non vedono l’uscita dal tunnel. Penso al turismo e a tutta la filiera collegata come ristorazione e trasporti. Ci sono previsioni allarmanti anche nelle analisi più ottimistiche e alla fine conteremo il numero delle aziende cessate. Resteranno quelle che hanno una certa solidità patrimoniale, che hanno capacità di resistere”.

Il tessuto imprenditoriale locale ha una sua fragilità di base. Si può sperare che ci saranno, dopo, più opportunità di ripresa? “I settori trainanti dell’export e del prodotto interno lordo sono la raffinazione e la produzione di energia e questi varieranno poco, il resto del tessuto produttivo resta esposto a rischi enormi, salvo che non intervengano misure su procedure di fallimenti e stati di insolvenza. Con la normativa in vigore basta che ci sia il sospetto che un’azienda è in pericolo e scattano procedure d’ufficio. Speriamo che a chi ha una prospettiva concreta di ripartire siano dati strumenti per farlo. In caso contrario, anche qui, resteranno in campo chi ha disponibilità di capitali, accesso al credito, filiere efficienti”.

Ci sono comparti che ne risentiranno più di altri. Difficile dire quando ripartiranno i flussi turistici, quando non si avrà più paura di salire su una nave da crociera con migliaia di persone a bordo, quando si tornerà a comprare quei prodotti che adesso non consideriamo più perché non indispensabili. Il consumo medio, insomma, sarà penalizzato. “In provincia di Messina – conferma Blandina – ci sono 16 mila 500 lavoratori stagionali del polo turistico di Taormina, isole Eolie e area dei Nebrodi fermi. La loro assunzione è saltata e per loro il Governo ha previsto un’indennità una tantum di 600 euro”.

Insufficiente per il sindacato che chiederà altri interventi per questi lavoratori, i quali rischiano di non percepire più neppure la Naspi. Tardivi, secondo Blandina, gli interventi del Governo per contenere l’emergenza sanitaria e gli effetti sull’economia ed estemporanei e isterici quelli locali. “Gli imprenditori – sostiene – potrebbero essere messi in condizione di gestire questa emergenza in maniera più leggera e sostenibile per le loro attività. I nostri associati della grande distribuzione ci segnalano in Confindustria che le misure del sindaco sulla permanenza degli operatori dopo la chiusura è in contrasto con l’esigenza della sanificazione dei locali, che non può essere fatta in un’ora. È contrario a precise norme, inoltre, l’imposizione di un vigilante fuori dai supermercati sul suolo pubblico. Nessun privato può fare ordine pubblico: se ci sono problemi a fare rispettare le ordinanze ci sono le forze dell’ordine. Abbiamo fatto presente ogni cosa al sindaco e al prefetto con comunicazioni ufficiali”

Infine sui servizi. “Come Camera di Commercio – sottolinea – stiamo fornendo elementi alla Prefettura mettendo in contatto l’istituzione con associazioni di categoria e singole aziende dei settori produttivi che possono continuare a produrre; stiamo seguendo l’accesso al credito, la gestione dei fondi di garanzia e tutto quello che dovrà essere affidato alle Camere di Commercio. Come Confindustria stiamo fornendo informazioni strutturate per potere accedere alle varie misure. Le imprese stanno rinegoziando le condizioni con le banche per ritardare il pagamento delle rate dei mutui e per consolidare il debito a breve; chiedono la sospensione effettiva del pagamento di tasse e contributi, premi Inail e poi misure a sostegno dei dipendenti come cassa integrazione e fondi di integrazione salariale”.

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