MESSINA – Una struttura che avrebbe dovuto essere completata entro il 2021 ma la cui realizzazione è rimasta impantanata tra ricorsi, prezzi non più adeguati, ditte che rinunciano e gare da rifare. Il nuovo terminal crocieristico per qualche anno ancora non sarà realizzato, mentre la città dello Stretto è sempre più meta privilegiata delle grandi compagnie.
In questi giorni il molo e le vie limitrofe sono affollati di turisti che trovano ad accoglierli un terminal non all’altezza delle aspettative e del grande flusso. A dicembre 2020 si era promessa la firma del contratto, a gennaio e in primavera l’avvio dei lavori, ma adesso sembra tutto da rifare.
“L’opera – spiega il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, Mario Mega, che al suo insediamento si è ritrovato con la procedura già in corso – è rimasta invischiata in problemi tra gli aggiudicatari. Al momento i prezzi di quel progetto sono inadeguati al mercato e questo ha impedito lo scorrimento della graduatoria tra le ditte partecipanti. Oggi stiamo valutando se aggiornare i progetti e riproporre nuovamente la gara oppure se anticipare la gara anche per la concessione. In quest’ultimo caso chi se l’aggiudicherà non soltanto realizzerà le opere ma poi le gestirà per un certo numero di anni. Cerchiamo di recuperare un po’ di tempo perso per effetto di questi ritardi”.
L’appalto, dopo 15 sedute di gara, era stato aggiudicato a una Rti con capogruppo la Igc Spa, impresa della provincia di Catania, con un ribasso del 27,33% su un importo a base d’asta di circa 5 milioni 300 mila euro. Il raggruppamento temporaneo di imprese si era impegnato a consegnare l’opera entro 198 giorni dalla data del verbale di consegna. Essa sarebbe costata circa 3 milioni 800 mila euro più gli oneri sulla sicurezza. Si stavano effettuando i consueti controlli sulla documentazione presentata per poi passare alla contrattualizzazione ma già si temeva qualche ricorso perché il partecipante arrivato secondo aveva fatto richiesta di accesso agli atti.
“Stavamo consegnando i lavori – racconta Mega – ma poi c’è stato un annullamento da parte del Tar dell’aggiudicazione confermata in Cga, quindi a questo punto si è innescato un meccanismo sulle offerte per cui oggi siamo nelle condizioni che la prima ditta, che avrebbe potuto essere aggiudicataria, ha ritenuto i prezzi non più adeguati e noi non abbiamo la possibilità di aggiornarli in questa fase perché la gara è stata fatta alcuni anni fa. Il vero problema è che si sono create una serie di criticità che oggi ci portano a questo stop completo”.
Il lungo iter per la progettazione era iniziato nel 2014 e concluso nel 2018 con la consegna all’Autorità Portuale degli elaborati esecutivi dalla Milan Ingegneria che ha lavorato al progetto insieme alla società Ottavio Di Blasi & Partners e allo Studio geologico Graziano-Masi. Un progetto che all’avvio del cantiere andava comunque rivisto essendo emerse nel frattempo nuove esigenze infrastrutturali legate anche alla pandemia. Secondo il progetto andato in gara, si prevedeva una struttura a un solo piano, in acciaio, vetro e legno, su una superficie di circa 1.800 mq con una copertura ondulata. La progettazione era stata orientata alla sostenibilità e al risparmio energetico attraverso pannelli solari, coibentazioni e ventilazione naturale, integrati da sistemi tradizionali. La distribuzione modulare rendeva flessibile l’uso degli spazi in funzione dei flussi dei passeggeri.
Prima della consegna definitiva, il progetto aveva avuto svariate modifiche, le ultime riguardanti l’adeguamento alle normative antincendio. C’era stato anche un ampliamento di 200 mq ed erano stati inseriti dei sistemi di apertura delle recinzioni che dividono la città dall’area portuale e uno studio più dettagliato sull’uso dei parcheggi e delle aree esterne al terminal. Quel progetto potrebbe adesso risultare superato.
“Ha ancora la sua valenza – conclude Mega – ma sono inadeguati i prezzi perché è cambiato il mercato. Le scelte progettuali possono essere migliorate, vediamo se ci sono margini e se gli operatori avranno interesse a modificarlo, però ragionevolmente risponde ancora alle esigenze e potrà svolgere i suoi effetti”.