Migranti, calo dei non comunitari, ma sarebbero soltanto nascosti - QdS

Migranti, calo dei non comunitari, ma sarebbero soltanto nascosti

redazione web

Migranti, calo dei non comunitari, ma sarebbero soltanto nascosti

sabato 17 Ottobre 2020

Secondo il dossier Idos, sono scesi di centomila perché sarebbero "scivolati nell'irregolarità" a causa dei cosiddetti Decreti sicurezza voluti dal capo della Lega Nord Matteo Salvini. Il presidente Di Sciullo, "Dispositivi legislativi inadeguati"

Netto calo dei migranti non comunitari “scivolati così nell’irregolarità”.

Per la prima volta in diversi anni diminuiscono di ben centomila unità gli stranieri extra Ue regolarmente soggiornanti in Italia.

Effetto in particolare del primo dei cosiddetti Decreti sicurezza voluti dal capo della Lega Nord Matteo Salvini, oltre che della perdurante mancanza di programmazione degli ingressi stabili.

Lo anticipa il Dossier Statistico Immigrazione 2020, 30esima edizione, realizzato dal Centro studi e ricerche Idos in partenariato con Confronti, che verrà presentato il 28 ottobre.

Nel 2019, si legge nel Dossier, è diminuito il numero degli stranieri non comunitari regolarmente soggiornanti in Italia: dai 3.717.000 dell’anno precedente a circa 3.615.000 (una quota sostanzialmente analoga a quella del 2011), per un calo di ben 101.600 unità (-2,7%).

In dieci anni, l’unico altro decremento si è verificato nel 2016, a causa del boom di acquisizioni di cittadinanza (oltre 201.000): una spiegazione che però non vale per il calo del 2019, quando le acquisizioni di cittadinanza non hanno conosciuto un aumento così significativo rispetto all’anno precedente.

Al forte decremento del 2019, sempre secondo il Dossier, fa da contrappeso un aumento del numero dei non comunitari scivolati nell’irregolarità: già stimati in 562.000 alla fine del 2018, quando è entrato in vigore il primo Decreto “sicurezza”, si è calcolato che, proprio per effetto di quest’ultimo, sarebbero cresciuti di 120-140.000 nei due anni successivi, arrivando a oltre 610.000 a fine 2019 e a quasi 700.000 alla fine del 2020, se nel frattempo non fosse intervenuta la regolarizzazione della scorsa estate, che ha raccolto in totale circa 220.500 domande.

Secondo l’analisi di Idos, l’abolizione dei permessi per motivi umanitari, stabilita dal “Decreto sicurezza” salviniano del 2018, congiunta sia alla politica dei “porti chiusi” – che riguardava ovviamente solo le navi delle Ong visto che i barchini continuavano ad approdare sulle coste dell’Italia meridionale – e dei respingimenti sia alla perdurante mancanza, dal 2011, di una programmazione degli ingressi stabili di lavoratori stranieri dall’estero, ha avuto due effetti.

Ha contribuito per un verso a svuotare i centri di accoglienza (i cui ospiti sono scesi da 183.800 nel 2017 a 84.400 a fine giugno 2020, per una fuoriuscita netta di quasi 100.000 migranti in appena due anni e mezzo) e per altro verso a un drastico calo della percentuale di riconoscimento delle domande di protezione presentate in Italia (dal 32,2% del 2018 ad appena il 19,7% del 2019, la metà della media europea).

Due circostanze che, spiega Idos, concorrono strutturalmente a ingrossare le fila già assai nutrite degli immigrati irregolari nel Paese.

“Dinanzi a dispositivi legislativi inadeguati, che finiscono per favorire la creazione di irregolarità piuttosto che ridurla e prevenirla, è evidente – afferma Luca Di Sciullo, presidente di Idos – che provvedimenti una tantum come le regolarizzazioni non sono sufficienti, di per sé, a cambiare dinamiche strutturali di esclusione e di disconoscimento”.

“Sarebbe necessario – ha aggiunto – accompagnare le regolarizzazioni a una seria riforma. L’ultima risale a ben 22 anni fa e che da allora ci sono state modifiche di tipo esclusivamente restrittivo, rendendo sempre più difficile, per gli immigrati, vivere nel paese conservando uno status di regolarità”.

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