Oltre 350 migranti, tra bimbi piccoli, famiglie e donne incinte, in fuga nel Mediterraneo e ancora salvataggi al largo delle coste libiche.
Oltre trecento migranti sono sulle navi di due diverse ong, in direzione Malta e Sicilia. E gli attivisti continuano ad essere impegnati senza sosta nei soccorsi.
Richieste di soccorso senza fine
L’ultimo è stato invece effettuato dalla Guardia costiera maltese, che ha recuperato in mare 40 persone.
In tutto i migranti a bordo dalla nave Ocean Viking, che ha operato una serie soccorsi in queste ultime ore, sono 223. Durante l’ultimo salvataggio – effettuato da Sos Mediterranee – sono state recuperate in mare 72 persone su una barca di legno molto instabile e sovraccarica nella zona maltese della Sar.
Naufraghi che si sono aggiunti agli altri migranti messi in salvo nelle ore precedenti: tra loro ci sono 32 sono minorenni che viaggiano da soli.
Tra i naufraghi anche un bimbo di sei mesi
Dieci di questi bambini non accompagnati hanno meno di quindici anni, il più giovane è un bimbo di sei mesi. E tra le sopravvissute ci sono anche quattro donne incinte.
Quando sono stati recuperati, i sopravvissuti erano deboli, in ipotermia, sofferenti per il mal di mare e ricoperti di carburante, che con l’acqua di mare causa ustioni.
Altre sedici persone sono state invece recuperate dalla Alan Kurdi, la nave della ong Sea Eye: tre persone erano gravemente disidratate e sono state portate all’ospedale di bordo per le cure mediche. Si tratta del secondo salvataggio della ong e per questo adesso a bordo della Sea Eye ci sono in tutto 78 persone.
Nei giorni precedenti, dall’inizio del nuovo anno, la Ocean Viking aveva soccorso, sempre al largo della Libia, altri 39 migranti che sono stati poi portati a Pozzallo.
Prima ancora altre 42 persone erano state salvate dalla Sea Watch 3 mentre si trovavano su un barcone nella zona di ricerca e soccorso maltese.
L’Arcivescovo di Milano, moderare i toni sui migranti
E a chi in queste ore approfitta ancora per far propaganda politica presentando lo sbarco di profughi come un’invasione, un invito alla moderazione nei toni è arrivato ieri dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini, per il quale quando si affronta il tema della “società multietnica” e dei migranti, bisogna “passare dalla classificazione all’ascolto della persona”, che deve essere sempre “al centro”, e “dal pregiudizio alla conoscenza” senza mettere “etichette”.
“Se un’opinione si esprime in modo offensivo, non venga diffusa”
Sollecitato dai giornalisti a margine di un incontro, Delpini ha anche detto rivolgendosi ai cronisti: “Se un’opinione si esprime in modo offensivo, non è giusto che venga diffusa. Mentre mi pare legittimo che uno abbia un’idea, è il modo offensivo che non mi pare legittimo e a cui i giornalisti non dovrebbero dare spazio”.
Le ultime ore non sono state segnate solo da sbarchi, ma anche da nuovi cittadini italiani.
A Pesaro Costituzione e Tricolore a centocinquanta nuovi italiani
A Pesaro, il sindaco Matteo Ricci ha consegnato la Costituzione e la bandiera Italiana a centocinquanta persone residenti a Pesaro e originarie di 21 diversi Paesi che hanno ottenuto la cittadinanza italiana nel 2019 e si sono detti “orgogliosi di essere italiani e pesaresi”.
“Pesaro – ha ricordato il sindaco – è stata tra le primissime realtà a dare la cittadinanza onoraria ai figli di immigrati nati nel territorio. Tra i neo-italiani il 48% ha acquisito la cittadinanza per residenza, il 17% per matrimonio, il 28% sono minori nati in Italia da genitori naturalizzati, il 6% nati e residenti in Italia che scelgono di diventare cittadini a un anno dal compimento della maggiore età.