Sono i cinquantasei soccorsi a mezzo miglio dalla costa dell'isola delle Pelagie dalle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza. Tamponi per i centouno arrivati con un gommone a Pozzallo nel giorno di Pasqua
Un gruppo di cinquantasei migranti, fra cui sedici donne e quattro minori, è stato soccorso a mezzo miglio dalla costa di Lampedusa (Agrigento) dalle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza.
I migranti, in prima battuta, sono stati portati su molo Favarolo nell’isola delle Pelagie sono stati controllati e pre-identificati.
Tutti – visto che nell’hotspot di contrada Imbriaccola ci sono già 116 persone ed è dunque pieno – sono stati già imbarcati sul traghetto di linea con destinazione Porto Empedocle dove sono giunti ieri sera.
Nel centro d’accoglienza di Lampedusa dove sono disponibili 96 posti, la quarantena dei 116 extracomunitari che, al momento, accoglie finirà mercoledì.
Da quel momento tutti i presenti dovranno essere sottoposti a controllo con tampone rino-faringeo.
Intanto – dopo i cinquanta migranti di Pozzallo risultati negativi ai tamponi (compreso il quindicenne egiziano trovato positivo al suo arrivo) sono scattati i controlli sanitari anche sui centouno migranti arrivati da soli con un gommone nel porto ragusano il giorno di Pasqua e trasferiti nell’azienda agricola “Don Pietro” di proprietà della Regione siciliana, alle porte di Comiso.
Su questi migranti l’Asp non ha fornito notizie ufficiali, mentre, il team di Medu (Medici per i diritti umani) sul proprio profilo Facebook ha informato che, venerdì scorso, ha visitato la struttura appurando che “le condizioni psico-fisiche dei migranti sono generalmente buone, pur non senza alcune criticità. Tre di loro sono stati ricoverati in ospedale nei giorni scorsi per tubercolosi, mentre diversi erano i casi di scabbia al momento del loro arrivo a Pozzallo”.