Migranti, l'ordinanza sospesa dal Tar e il teatrino della politica - QdS

Migranti, l’ordinanza sospesa dal Tar e il teatrino della politica

redazione web

Migranti, l’ordinanza sospesa dal Tar e il teatrino della politica

giovedì 27 Agosto 2020

Camera di Consiglio per il 17 settembre. Si discute sulle competenze di Regione e Stato e sembra si recitino le battute di un copione. Intanto, come previsto da giorni, 273 persone hanno già lasciato ieri l'hotspot di Lampedusa con l'Aurelia e altre seicento oggi con la Azzurra. Nuovo bando per nave-quarantena

Com’era prevedibile il presidente della Terza sezione del Tar di Palermo, Maria Cristina Quiligotti, ha accolto l’istanza cautelare presentata dal Governo e ha sospeso l’esecutività del decreto del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che prevedeva la chiusura degli hotspot e dei centri di accoglienza per migranti sull’isola.

La camera di consiglio è stata fissata per il 17 settembre prossimo.

Il il ricorso del Governo nazionale contro l’ordinanza del Governatore
era stato depositato ieri a tarda sera nel Tribunale amministrativo regionale Sicilia.

Nel ricorso – presentato dalla Presidenza del Consiglio, dal premier e dal ministro dell’Interno -, si sottolinea che l’ordinanza “interferisce gravemente sulla gestione del fenomeno migratorio che è materia di stretta ed esclusiva competenza dello Stato”.

“Nessuno pensi – aveva replicato Musumeci – che un ricorso possa fermare la nostra doverosa azione di tutela sanitaria. Compete a noi e non ad altri. E su questa strada proseguiremo”.

Il Tar, le misure dell’ordinanza non nei poteri di Musumeci

Secondo il Tar di Palermo “le misure adottate con il provvedimento impugnato non possono ritenersi rientranti nell’ambito dell’esercizio dei poteri delegati dall’autorità del Governo centrale, in mancanza delle predette necessarie previe direttive in materia”.

E il “Soggetto Attuatore delle misure emergenziali connesse allo stato di emergenza dichiarato dal Consiglio dei Ministri” per il Covid-19 “opera sulla base di specifiche direttive impartite dal Capo del Dipartimento della protezione civile”.

“Le misure adottate con l’impugnato provvedimento – scrive il Tar – sembrano esorbitare dall’ambito dei poteri attribuiti alle Regioni”, anche se “disposte con la dichiarata finalità di tutela della salute in conseguenza del dilagare dell’epidemia da Covid-19 sul territorio regionale”. Anche perché, rileva il giudice amministrativo, “involvono e impattano in modo decisivo sull’organizzazione e la gestione del fenomeno migratorio nel territorio italiano, che rientra pacificamente nell’ambito della competenza esclusiva dello Stato” e, “peraltro, sono certamente idonee a produrre effetti rilevanti anche nelle altre regioni e, quindi, sull’intero territorio nazionale, nel quale dovrebbero essere trasferiti, nell’arco delle 48 ore decorrenti dalla pubblicazione dell’ordinanza, i migranti allo stato ospitati negli hotspot e nei centri di accoglienza insistenti sul territorio regionale”

Ordinanza, interviene il sindacato dei Prefetti

Musumeci aveva inviato ieri una diffida “alle autorità competenti” per chiedere che venisse data esecuzione all’ordinanza, Musumeci.

“Ho fatto decine di ordinanze – aveva affermato – tutte rispettate dalle Prefetture. Senza risposte saremmo di fronte a una grave omissione da parte degli uffici territoriali del Governo e del ministero dell’Interno”.

Ma una indiretta smentita a Musumeci è giunta dai sindacati dei Prefetti italiani, Sinpref e Ap, i quali, “senza entrare minimamente nel merito della questione”, hanno ricordato come gli hotspot sono operativi “per l’accoglienza di persone su specifiche disposizioni del Viminale, con il quale solamente vanno pertanto affrontati e risolti possibili motivi di confronto”.

“Da sempre i Prefetti – si legge in una nota -, garantiscono l’unità della Repubblica, raccordando la rete istituzionale a livello territoriale”.

Si sposta dunque nelle aule del Tar lo scontro politico acceso dal Governatore e appoggiato dal capo della Lega Nord Matteo Salvini – in attesa di essere processato il tre ottobre a Catania per sequestro di persona e abuso d’ufficio per la vicenda Open Arms dell’agosto scorso -, che anche ieri sera si è dichiarato “al fianco di Musumeci e di tutti i sindaci e governatori che chiedono al governo di fermare l’invasione”.

Musumeci ponga fine all’inutile teatrino

“Musumeci revochi in autotutela l’ordinanza – ha dichiarato il deputato del Pd Carmelo Miceli – e non esponga ancora la funzione istituzionale della presidenza della regione all”umiliazione dell’inevitabile declaratoria di nullità del Tar. Lo faccia e ponga fine al suo inutile teatrino”.

E davvero quello cui si assiste appare come una rappresentazione in cui gli interpreti recitano un giorno dopo l’altro, con pochissime variazioni, le battute di un copione già scritto. Come Giorgia Meloni che continua a concludere le proprie dichiarazioni di appoggio a Musumeci con la necessità di dar vita a un blocco navale, peraltro a quanto pare vietato dalle normative internazionali.

Le navi quarantena svuotano Lampedusa

E mentre si discute, l’unica vera notizia è che la nave-quarantena Azzurra è partita ieri da Trapani in direzione Lampedusa, per prendere a bordo altri seicento migranti tra quelli ospiti dell’hotspot dell’isola.

E questo dopo che ieri 273 persone erano state imbarcate sull’altra nave-quarantena, la Aurelia, attraccata a Cala Pisana.

Altra importante notizia riguarda la predisposizione un nuovo bando per reperire altre navi-quarantena per ospitare i migranti, idea peraltro da sempre sostenuta dal presidente Musumeci.

Nella struttura di contrada Imbriacola erano rimaste circa 850 persone e con le seicento che andranno via presumibilmente oggi – sempre che non arrivino altri migranti – saremo quasi alla normalità, visto che la struttura ha una capienza massima per 192.

Ma al “teatrino della politica” sembra non interessare che si stia portando a termine il piano di svuotamento dell’hotspot già programmato da tempo e impedito, finora, dalle cattive condizioni del mare. Si parla solo dell’ordinanza.

La storia dell’ordinanza di Musumeci

Il provvedimento fu annunciato sabato a tarda sera e firmata l’indomani, da presidente della Regione Nello Musumeci. In essa si stabiliva che dovessero essere svuotati e chiusi tutti gli hotspot della Sicilia.

Un’ordinanza definita “farlocca” perché un governatore, sia pur di una regione a Statuto speciale come la Sicilia, non ha competenze su certi temi, come ricordato nei giorni scorsi dal Viminale.

Qualcuno pensa che lo svuotamento dell’hotspot di Lampedusa – peraltro, come detto, programmato da tempo – verrà propagandato dalla destra come una vittoria di Musumeci, il quale ieri aveva annunciato denunce alla magistratura che non ci sono state, mentre il presidente dei senatori di Iv Davide Faraone ha denunciato lui e Salvini per procurato allarme.

Sui social fioriscono le ipotesi più varie (e opposte), a cominciare da quella che Musumeci stia forzando la mano per apparire il paladino dei siciliani per sostenere Salvini e la sua linea in vista del processo che il capo della Lega Nord dovrà subire il tre ottobre davanti al Tribunale di Catania.

In ogni caso, sul fronte del teatrino della politica, è battaglia senza esclusione di colpi.

Il susseguirsi di dichiarazioni favorevoli e contrarie

Ieri, sulla questione, è stato tutto un susseguirsi di dichiarazioni favorevoli e contrarie.

Ha detto la sua anche il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, che nel corso di un incontro a Catania ha sottolineato come “quella firmata dal governatore Musumeci è un’ordinanza priva di ogni fondamento giuridico, perché interviene su una materia su cui la Regione o il presidente della Regione non hanno alcuna competenza. Non vorrei che si utilizzassero i problemi della Sicilia per fornire argomenti alla campagna elettorale di Salvini nelle altre regioni”.

Il ministro non ha nascosto che il problema – l’unico – in questo momento sia il sovraffollamento dell’hotspot di Lampedusa, ma ha difeso l’operato di Roma, sottolineando come sia stata inviata una prima nave per svuotare la struttura ma senza proclami e dirette su Facebook.

Barbagallo, “Quattro giorni di comparsate”

Secondo il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo “Per il governatore Musumeci sono stati quattro giorni di comparsate televisive, titoli di giornali, presunti divieti e, perfino, diffide ai prefetti. Ora che il governo centrale ha impugnato la sua ordinanza-spot torni, se riesce, a pensare ai gravi problemi che attanagliano la Sicilia e i siciliani: è stato talmente concentrato a eseguire i diktat salviniani anti migranti che ha perso il contatto con la realtà”.

La Lega Nord sostiene Musumeci

E la Lega Nord continua a sostenere Musumeci: il responsabile del Dipartimento Giustizia del Carroccio in Sicilia, Stefano Santoro, ha annunciato una sorta di curioso referendum: “Proporremo un atto di intervento ad opponendum contro il ricorso del Governo nazionale che potrà essere sottoscritto liberamente, secondo le modalità che verranno pubblicizzate, da tutti i cittadini che riterranno giusta l’ordinanza del presidente Musumeci”.

Santoro ha ribadito il legittimo diritto dei siciliani di opporsi in sede giudiziaria “a tutela della salute e per fronteggiare l’indifferenza del governo nazionale nei confronti della Sicilia”.

La presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini è invece tornata a giocare con i numeri: “Il sito del Viminale – ha affermato – riporta i dati degli sbarchi di migranti: siamo a quota 17.504, contro i 4.826 di un anno fa. Un Governo serio deve trovare soluzioni, non scaricare pilatescamente le conseguenze delle proprie scelte ideologiche sugli altri”.

Dimentica di dire, la Bernini, che la drastica riduzione degli arrivi non fu certo merito dei “porti chiusi” di Salvini – una evidente bufala in un Paese con 3.600 chilometri di coste, e che gli ha valso, da parte del sindaco di Lampedusa Totò Martello, la definizione di “mentitore seriale” – quanto delle politiche internazionali del Governo Gentiloni.

In particolare i risultati vennero dall’accordo stretto dall’allora ministro dell’Interno Marco Minniti con la Libia: dal primo luglio 2016 al 29 maggio 2017 erano sbarcati in Italia ben 171.442 migranti.

Dopo gli accordi la riduzione degli arrivi fu del 71% e dal primo luglio 2017 al 29 maggio 2018 furono registrati 48.918 sbarchi.

E, l’anno dopo, scesero alla cifra che ora non soltanto Salvini, ma persino la Bernini che con Forza Italia era all’opposizione del precedente governo gialloverde, sbandiera come se fosse una sua vittoria.

Un teatrino, ma pericoloso

Insomma, un teatrino. Ma, secondo alcuni, pericoloso.

La destra – ha sottolineato infatti il verde Angelo Bonelli– continua a minare il nostro sistema democratico, provocando e insultando le istituzioni, fomentando la paura e il terrore per l’altro”.

Mentre l’europarlamentare ed ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha definito gli atti di Musumeci degli abusi: “Un governatore in Sicilia che fa ordinanze che non gli competono e che abusa dei suoi poteri”.

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