Migranti, il Garante per i detenuti, cambiare i "Decreti sicurezza" - QdS

Migranti, il Garante per i detenuti, cambiare i “Decreti sicurezza”

redazione web

Migranti, il Garante per i detenuti, cambiare i “Decreti sicurezza”

venerdì 26 Giugno 2020

Richiesta al Governo perché i provvedimenti voluti da Matteo Salvini sono "indicatori di culture che fanno individuare il migrante come nemico da osteggiare". La scomposta reazione della Lega Nord,"Garante dei delinquenti"

Mauro Palma, Garante per i diritti dei detenuti chiede al Governo di mantenere “l’impegno di cambiare i decreti sicurezza non solo per il loro contenuto specifico, ma perché sono indicatori di culture che fanno in qualche modo individuare il migrante come nemico da osteggiare”.

Scomposta la reazione di Salvini, che, dopo essersi chiesto “quanto guadagna e chi lo ha eletto” ha definito l’Autorità “Garante dei Delinquenti” aggiungendo che “ad avere bisogno di un ‘garante’ non sono detenuti e spacciatori, ma gli agenti della Polizia penitenziaria troppo spesso aggrediti, minacciati e perfino denunciati”.

Il Garante dei detenuti ha risposto, elegantemente, che le dichiarazioni del capo della Lega Nord non meritano commento.

Mauro Palma, è un matematico e giurista italiano, docente universitario e presidente del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, sin dall’entrata in funzione di questa Autorità indipendente dello Stato italiano, nel febbraio del 2016.

Palma è fondatore dell’Associazione Antigone, componente, e poi Presidente, del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e dei trattamenti o pene inumani o degradanti, organo del Consiglio d’Europa, ed è uno dei maggiori esperti a livello internazionale di lotta alla tortura e delle diverse forme di privazione della libertà, in ambito non solo penale.

Forse proprio per la caratura del personaggio e per il suo rifiuto di buttarla in caciara, è giunta una seconda bordata di insulti da parte dei parlamentari leghisti Nicola Molteni e Stefano Candiani, sottosegretario all’Interno quando era ministro Salvini: “C’è chi è pagato per preoccuparsi di clandestini e delinquenti, e chi preferisce tutelare Forze dell’Ordine e cittadini perbene. Questione di gusti”.

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