Migranti, il Governo impugnerà l'ordinanza di Musumeci - QdS

Migranti, il Governo impugnerà l’ordinanza di Musumeci

redazione web

Migranti, il Governo impugnerà l’ordinanza di Musumeci

mercoledì 26 Agosto 2020

Intanto il Presidente della Regione ha intimato - senza risultato - ai prefetti di eseguirla. Nessun migrante contagiato in Sicilia. Il sindaco di Pozzallo Ammatuna, "solo la sinergia istituzionale può portare a risultati celeri". La bufala dei porti chiusi e i "numeri" di Salvini

“E’ il frutto – dice il sindaco, Roberto Ammatuna, smentendo così i toni tragici di Musumeci e Salvini – di una collaborazione quotidiana, continua e riservata con il ministero dell’Interno e con la Prefettura di Ragusa che testimonia come soltanto la sinergia istituzionale può portare a risultati celeri”.

Se da 48 ore per il mare grosso non si registrano sbarchi di migranti in Sicilia, il clima istituzionale tra Roma e Regione Siciliana si arroventa.

Il Governo impugnerà la discussa ordinanza del governatore Musumeci, il quale ieri sera ha intimato – senza risultato – ai prefetti di darle esecuzione.

Si alza anche lo scontro politico, con la Lega Nord che continua a soffiare sul fuoco, cercando di creare il massimo clamore in vista del processo a Matteo Salvini previsto per il tre ottobre prossimo a Catania, e Italia Viva, con il presidente dei suoi senatori Davide Faraone, che presenta un esposto alla Procura di Agrigento contro Nello Musumeci e Matteo Salvini.

Quest’ultimo reagisce affermado: “Conte, Zingaretti, Faraone, Renzi sono dei poveretti. Denunceremo loro per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.

Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd all’Ars, continua a sostenere che Musumeci è “telecomandato da Salvini” e, come il M5s e il Viminale, sostiene che l’ordinanza del 22 agosto con la quale il presidente della Regione siciliana ha disposto la chiusura di tutti gli hotspot e i centri di accoglienza che non hanno i requisiti igienico-sanitari per potere rispettare le norme anti covid, esula dai suoi poteri.

L’ultimatum inserito nel provvedimento per lo sgombero delle strutture è scaduto alla mezzanotte di ieri e il presidente della Regione ha annunciato che porterà la questione in Tribunale.

“Il governo centrale – dice Musumeci – non ha ritenuto di dover dare disposizioni alle forze dell’ordine e alle Prefetture per poter sgombrare i centri d’accoglienza in Sicilia, ma al tempo stesso entro le 48 ore non ha provveduto a impugnare l’ordinanza, una palese omissione”.

“Io – aggiunge – sono l’autorità sanitaria in Sicilia e sono soggetto attuatore dell’emergenza Covid. Ho il dovere di prendere atto che i luoghi dello Stato in cui il governo centrale ammassa centinaia di esseri umani sono al di fuori di ogni norma anti covid.

In serata Musumeci ha inviato alle Prefetture – pur non avendo alcuna competenza su di loro – una nota di diffida perché diano esecuzione all’ordinanza,

Nel documento il governatore richiede, tra le altre misure, di illustrare il cronoprogramma del progressivo svuotamento degli hotspot per le gravi ragioni di promiscuità e assembramento in cui sono costretti gli ospiti.

Il Governo, dal canto suo, fa sapere che il provvedimento regionale sarà impugnato già oggi perché, come sottolineato nei giorni scorsi Il Viminale, la competenza in materia di migranti e di Sanità è dello Stato.

Intanto i 62 migranti positivi al covid-19, fino a ieri ospitati all’hotspot di Pozzallo, sono stati trasferiti ad altra sede.

“E’ il frutto – dice il sindaco, Roberto Ammatuna, smentendo così i toni tragici di Musumeci e Salvini – di una collaborazione quotidiana, continua e riservata con il ministero dell’Interno e con la Prefettura di Ragusa che testimonia come soltanto la sinergia istituzionale può portare a risultati celeri”.

Ieri in Sicilia i nuovi contagi sono stati 24, nessun migrante.

Dagli ultimi dati, appena aggiornati dal Viminale, emerge che sono stati complessivamente 17.504 i migranti sbarcati in Italia dal primo gennaio al 25 agosto 2020.

Le cifre, comparate con quelle riferite allo stesso periodo del 2019, sono aumentate di 12.678 unità. Numeri che hanno spinto Salvini a parlare di “invasione continua”.

Ma il prospetto è strumentale.

Il capo della Lega Nord, infatti, scorda di dire che la drastica riduzione degli arrivi non fu certo merito dei suoi “porti chiusi” – una evidente bufala in un Paese con 3.600 chilometri di coste, e che gli ha valso, da parte del sindaco di Lampedusa Totò Martello, la definizione di “mentitore seriale” – quanto delle politiche internazionali del Governo Gentiloni.

In particolare i risultati vennero dall’accordo stretto dall’allora ministro dell’Interno Marco Minniti con la Libia: dal primo luglio 2016 al 29 maggio 2017 erano sbarcati in Italia ben 171.442 migranti.

Dopo gli accordi la riduzione degli arrivi fu del 71% e dal primo luglio 2017 al 29 maggio 2018 furono registrati 48.918 sbarchi.

E, l’anno dopo, scesero alla cifra che ora Salvini sbandiera come se fosse una sua vittoria.

In realtà gli accordi di Minniti avrebbero dovuto essere perfezionati anche in sede europea dal nuovo ministro dell’Interno.

Ma a Salvini interessava soltanto la propaganda e quindi tralasciò di curare quei rapporti internazionali tra Europa e Paesi africani del Mediterraneo che avrebbero potuto davvero essere risolutivi.

Ed ecco che, con la crisi economica in Tunisia e il nuovo boom degli sbarchi, l’Italia ha dovuto ricominciare tutto daccapo, con il viaggio dei ministri Luciana Lamorgese e Luigi Di Maio in quel Paese.

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