Migranti: in sessantadue a Pozzallo, la Cei se ne fa carico - QdS

Migranti: in sessantadue a Pozzallo, la Cei se ne fa carico

redazione

Migranti: in sessantadue a Pozzallo, la Cei se ne fa carico

sabato 08 Giugno 2019

Salvini costretto a ringraziare quei Vescovi che non gli hanno mai risparmiato critiche. Il presidente Mattarella, "Salvare vite umane dà prestigio all'Italia". Nuovo sbarco ieri sera a Lampedusa, 23 persone

“Il salvataggio di vite umane ha reso prestigio” all’Italia dice Sergio Mattarella mentre la nave con 62 migranti salvati al largo della Libia entra nel porto ibleo di Pozzallo.

La vicenda di Pozzallo rappresenta un’ennesima dimostrazione che l’idea di chiusura dei porti del capo della Lega Nord e ministro dell’Interno Matteo Salvini è assolutamente virtuale e propagandistica, così come quella della presunta drastica riduzione degli sbarchi.

E la conferma viene dal fatto che ieri sera c’è stato un nuovo sbarco a Lampedusa dove sono arrivate 23 persone, con donne e bambini, a bordo di una piccola barca in legno, partita dalla Libia e scortata nel porto da una motovedetta della Guardia Costiera.

Ma quel che gli interessa a Salvini, per non perdere i consensi di un certo elettorato, è poter dire che dell’accoglienza non si occuperà l’Italia: “I pochi che riescono ancora ad arrivare saranno a carico della Cei, accolti a spese del Vaticano e dei vescovi italiani, che ringrazio, così ognuno fa la sua parte”.

Ma va registrato che Salvini è stato costretto a ringraziare per la seconda volta in meno di una settimana quella Cei che gli ha sempre riservato aspre critiche.

Senza contare che, anche se continua a ripetere che gli sbarchi sono calati del 90%, la situazione non è affatto questa: nella prima settimana di giugno sono già arrivate oltre trecento persone, che si vanno ad aggiungere alle più di settecento di maggio: in soli quaranta giorni sono dunque sbarcati oltre 1.100 migranti: più della metà di tutti quelli arrivati dall’inizio dell’anno (1.878).

Così Salvini si salva in corner e prendendo spunto da quella procedura d’infrazione aperta nei confronti dell’Italia – per le scelte economiche del governo a trazione leghista che hanno portato a un’impennata del debito pubblico -, attacca come sempre l’Ue: “La stessa Europa che manda lettere al governo italiano continua a ignorare le richieste d’aiuto di Italia e Malta, lasciate sole a fronteggiare gli sbarchi”.

Un discorso, insomma, concettualmente opposto a quello del Capo dello Stato, che ha parlato del salvataggio di vite in mare a una rappresentanza della Marina Militare, che assieme alla Guardia Costiera in questi anni ha fatto ben più del possibile per tentare di ridurre il numero di morti e dispersi nel Mediterraneo.

“La vostra – ha detto Mattarella – è l’azione che garantisce la sicurezza del nostro Paese, dei suoi mari e delle sue coste sotto ogni profilo: la sicurezza in generale, il mantenimento della pace, la sicurezza della libertà di navigazione e dei commerci, la sicurezza delle infrastrutture, il salvataggio di vite umane, in questi anni con molta intensità, che ha reso prestigio al nostro Paese”.

Parole arrivate fin sul molo di Pozzallo dove sono sbarcati ieri sera i migranti – sessanta uomini e due donne provenienti da Costa d’Avorio, Gambia e Senegal – salvati il giorno prima mentre il gommone su cui viaggiavano si stava inesorabilmente sgonfiando, da Asso25, un rimorchiatore in servizio nelle piattaforme petrolifere a poche decine di miglia dalle coste di Tripoli.

Non mangiavano da tre giorni e molti di loro sono stati trovati astenici e disidradati. Due sono stati ricoverati in ospedale.

E il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna chiede che l’arrivo dei migranti non sia affrontato in maniera ideologica: “E’ un’illusione – ha detto – pensare di fermare i flussi migratori. Il processo va governato con un pizzico di umanità”.

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