Migranti, la Comandante Carola al Parlamento Ue - QdS

Migranti, la Comandante Carola al Parlamento Ue

redazione

Migranti, la Comandante Carola al Parlamento Ue

mercoledì 24 Luglio 2019

Davanti alla Commissione Libertà civili parlerà "dei salvataggi e della sfida a Salvini". Il cardinale Montenegro ai cristiani, "non chiudere la porta del cuore, seguire il Vangelo non la politica"

Il gruppo della Sinistra unitaria europea (Gue) dell’Eurocamera ha annunciato che il 3 ottobre la comandante della Sea Watch Carola Rackete sarà in audizione davanti alla Commissione Libertà civili (Libe) del Parlamento Ue.

“Siamo lieti – si legge in un tweet del gruppo – che la Comandante Carola intervenga per parlare dell’importanza della ricerca e del salvataggio nel Mediterraneo, sfidando Salvini e per commemorare la tragedia del 2013 dove morirono in centinaia a Lampedusa”.

Intanto un altro duro monito ai cristiani che “hanno il dovere di leggere la realtà dell’immigrazione con la prospettiva del Vangelo e non con lo sguardo della politica influenzato da specifici interessi” è venuto dal cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento.

In un’intervista a Vatican News ha spiegato che in una terra come la Sicilia, accogliere i forestieri “è una cosa normale” ma negli ultimi tempi, osserva, la “politica è cambiata”: “si cavalca la sindrome della paura”, si chiude la porta, “soprattutto quella del cuore”.

La disinformazione, aggiunge l’arcivescovo di Agrigento, alimenta la paura.

L’Unione Europea si rivela inoltre una “unione degli egoismi” che al centro non pone l’uomo ma l’economia.

Il problema non è la migrazione: il vero nodo, sottolinea il cardinale Montenegro, è l’ingiustizia sociale.

“Lampedusa – ha detto il presule – è più vicina all’Africa che alla Sicilia e i lampedusani sono stati sempre abituati a sentir bussare alle porte. Erano marinai della Tunisia e loro li accoglievano in casa. È stata interessante l’accoglienza data agli immigrati, soprattutto a Lampedusa: su cinquemila abitanti, c’erano 10 mila immigrati. Chi non poteva fare qualcosa per loro metteva a disposizione il termos con il caffè o il thè in modo che chi aveva sete poteva bere. Faceva entrare il migrante in casa per prendere qualcosa da mangiare, per lavarsi”.

“Qualcosa è cambiato – ha aggiunto -, perché ultimamente la politica è cambiata: si cavalca la sindrome della paura. E in questa situazione qualcuno – proprio perché parlano tutti di paura, di terroristi – chiude la porta. Soprattutto chiude la porta del cuore. La disinformazione sta portando all’aumento della paura: la gente non è capace di giudicare la verità di quello che viene detto, per cui resta schiacciata e impressionata da quello che si dice”.

“Noi come cristiani abbiamo il dovere di leggere questa realtà con il Vangelo: io non posso leggerlo con i canoni della politica perché ci sono altri interessi, altri giochi”, ha aggiunto il porporato.

“A Bruxelles – ha aggiunto – mi fu detto con estrema chiarezza: se tutti i Paesi non la pensano nella stessa maniera, è impossibile trovare soluzioni. C’è un’Europa che è responsabile di come va l’Africa: se l’Africa non va bene la gente la scappa è perché l’Europa ha giocato con le risorse e con le persone africane”.

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