Migranti, la pandemia dietro l'impennata degli arrivi - QdS

Migranti, la pandemia dietro l’impennata degli arrivi

Pietro Crisafulli

Migranti, la pandemia dietro l’impennata degli arrivi

lunedì 17 Agosto 2020

In un anno oltre ventunomila con una crescita di quasi il centocinquanta per cento, ma siamo ben lontani dai numeri del 2016, quando erano più di centosettantamila. Dalla Tunisia il boom di arrivi dopo la crisi provocata dal coronavirus. Gli sbarchi autonomi

C’è la crisi economica causata in nazioni come la Tunisia alla base della la forte crescita degli arrivi di migranti nell’ultimo anno, quasi tutti in Sicilia e in particolare nell’Isola di Lampedusa, nell’Agrigentino.

I dati sono stati resi noti per Ferragosto in occasione della tradizionale conferenza stampa del Viminale, alla presenza della ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.

I migranti arrivati tra il primo agosto 2019 e il 31 luglio 2020 sono stati sono stati 21.618 contro gli 8.691 dello stesso periodo, dodici mesi prima, con una crescita del 148,7 per cento.

Cifre decisamente inferiori a quelle di qualche anno fa, comunque, se pensiamo che dal primo luglio 2016 al 29 maggio 2017 erano sbarcati in Italia 171.442 migranti.

La prima significativa riduzione si ebbe dopo gli accordi del Governo Gentiloni con la Libia, che portò dal primo luglio 2017 al 29 maggio 2018 a un calo del 71% con 48.918 sbarchi.

Quegli accordi – che avrebbero dovuto essere perfezionati anche in sede europea dal successore di Marco Minniti come ministro dell’Interno – portarono a una ulteriore riduzione successivamente, consentì al capo della Lega Nord Matteo Salvini di raccontare agli italiani la bufala dei porti chiusi.

Il problema fu che per troppo tempo, andando dietro alla propaganda, Salvini tralasciò di curare quei rapporti internazionali tra Europa e Paesi africani del Mediterraneo che avrebbero potuto davvero essere risolutivi.

Poi, come detto, la crisi economica in Tunisia e il nuovo boom degli sbarchi che, ancora una volta, sembra aver trovato una prima risposta negli accordi internazionali. Sui quali oggi l’Italia punta con l’aiuto dell’Ue.

Gli altri dati sui migranti

Per quanto riguarda le altre statistiche sui migranti, i minori non accompagnati sbarcati sono stati 2.886 (+157,9%).

La maggioranza dei migranti sono arrivati con sbarchi autonomi (16.347), mentre quelli soccorsi in area sar italiana sono stati 5.271 (4.066 recuperati da navi ong). Tunisia (8.984) e Libia (8.746) i principali Paesi di partenza.

Tunisini (34,3%) e bengalesi (11,9%) i più numerosi tra gli sbarcati.

I ricollocamenti in Europa

Nello stesso anno considerato sono stati ricollocati presso altri Paesi europei 622 richiedenti asilo (+167% rispetto all’anno precedente). Francia e Germania i principali Stati di destinazione.

In calo invece i rimpatri (4.408, il 35,8% in meno rispetto all’anno precedente).

Rimpatri e coronavirus

Ma sul dato, sottolinea il Viminale, influisce la parziale sospensione delle procedure di rimpatrio dal 31 gennaio al 31 maggio 2020 per l’emergenza Covid-19 che ha consentito il rimpatrio di soli 592 espulsi.

Al 31 luglio gli stranieri ospitati nel sistema di accoglienza sono 86.330 (-17% rispetto al 31 luglio 2019): 949 in hotspot, 61.972 in Centri di accoglienza, 23.409 nel sistema Siproimi.

In calo le richieste di asilo

In forte calo – anche qui per il Covid – le richieste di asilo esaminate (da 121.064 a 71.695): lo status di rifugiato è stato concesso solo all’11,6% dei richiedenti; per il 53,2% c’è stato il diniego. Complessivamente, gli stranieri presenti regolarmente in Italia sono 4.016.129 (-4,2%)

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