Migranti, lampedusani furiosi per l'arrivo di un peschereccio - QdS

Migranti, lampedusani furiosi per l’arrivo di un peschereccio

redazione web

Migranti, lampedusani furiosi per l’arrivo di un peschereccio

lunedì 31 Agosto 2020

Soccorso a quattro miglia dall'isola con trecentosettanta persone a bordo mentre rischiava di capovolgersi per il forte vento. Il Viminale manda altre tre navi. Amaro il sindaco Martello, "situazione ingestibile, qui lo Stato non esiste"

Trecentosettanta migranti in un colpo solo, tutti su un vecchio peschereccio.

E’ stata questa la causa che ha scatenato le proteste a Lampedusa, a cominciare da quelle del sindaco Totò Martello di cui parliamo in un altro servizio.

L’hotspot per migranti (assieme alla parrocchia locale) ospita ormai più di millecinquecento persone, quasi otto volte la capienza del centro e il Ministero dell’Interno, che “segue con estrema attenzione la grave situazione”, cerca di correre ai ripari, inviando altre tre navi-quarantena, oltre alle due già presenti: la prima arriverà a Lampedusa entro oggi, le altre due entro mercoledì.

Inoltre, per ridurre il sovraffollamento dell’hotspot, tra ieri e oggi oltre 300 migranti saranno trasferiti altrove a bordo di motovedette e della nave Dattilo delle Capitanerie di porto.

Erano le prime luci dell’alba di ieri quando il peschereccio è stato soccorso a quattro miglia dall’isola, mentre rischiava di capovolgersi a causa del forte vento di scirocco.

La tragedia è stata evitata grazie all’intervento delle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza, che hanno scortato l’imbarcazione in porto.

Sono state fatte scendere a terra le trecentosettanta persone a bordo, tra cui tredici donne e trentatré minori, trasferiti alla Casa della Fraternità del parroco. don Carmelo La Magra, dato che nell’hotspot di contrada Imbriacola erano già ammassate 1.160 persone.

Le operazioni sono terminate all’alba dopo che un gruppo di abitanti, guidati dalla salviniana Maraventano, aveva inscenato una manifestazione di protesta cercando anche di impedire il passaggio dei mezzi di soccorso sulla banchina.

“A Lampedusa lo Stato non esiste – ha detto, amaro, il sindaco Martello – ormai siamo di fronte a una situazione ingestibile. Non so ancora quando e come verrà organizzato il trasferimento di queste persone. Siamo in ginocchio”.

Molti, a Lampedusa, si chiedono come possa essere successo che un’imbarcazione così grande sia arrivata quasi in porto praticamente indisturbata: la risposta è che il controllo capillare del Canale di Sicilia è impossibile.

Lo confermano i circa trenta sbarchi di piccole imbarcazioni, con un totale di cinquecento migranti, avvenuti nelle precedenti 24 ore.

E la situazione resta tuttora estremamente fluida, con le partenze, specie dalla Libia, che non si arrestano.

Intenso anche il lavoro per le navi delle Ong.

La Louise Michel, finanziata da Banksy, ora non ha più ospiti a bordo, dopo che ieri la Guardia costiera italiana e la nave dell’ong Sea Watch 4 hanno trasbordato gli oltre duecento migranti che aveva soccorso.

“Ma la battaglia dei sopravvissuti – ha twittato l’equipaggio – non è finita”.

Sulla Sea Watch ora si trovano trecentocinquanta persone salvate in circa una settimana ed è verosimile che comincerà un nuovo braccio di ferro, come tanti se ne sono visti in passato, con l’Europa e i singoli Paesi per l’individuazione di un porto e la redistribuzione dei naufraghi.

Come accade da tempo, il capo della Lega Nord Matteo Salvini ne ha approfittato per fare un po’ di propaganda: “Chiedo ai sindaci e ai governatori di tutta Italia, al di là dei colori politici, di aiutare la Sicilia, ha dichiarato il leader della Lega Matteo Salvini, ” è un’immigrazione che ormai è un’invasione e di cui il Governo è complice”.

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