Migranti, nuove stragi, Lamorgese, "L'Ue sia più presente" - QdS

Migranti, nuove stragi, Lamorgese, “L’Ue sia più presente”

redazione web

Migranti, nuove stragi, Lamorgese, “L’Ue sia più presente”

domenica 04 Luglio 2021

Appello della ministro dell'Interno, "Partenariato con Paesi africani". Ottocento morti nel 2021. Lampedusa, ieri dodici sbarchi. Un robot per trovare i dispersi. Nave umanitaria sequestrata

“Non si possono accettare i morti in mare, non deve accadere, e noi dobbiamo contrastare questa tratta di esseri umani”.
Lo ha detto ieri sera durante la sua visita a Siracusa la ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, commentando il naufragio in Tunisia con 43 morti e il ritrovamento su una spiaggia libica dei cadaveri di 14 migranti.

Ha le idee chiare anche l’ammiraglio Giovanni Pettorino, comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, secondo il quale “Ogni volta che un barcone lascia le coste africane per dirigersi verso le coste europee, verso l’Italia, è una sconfitta di tutti: il vero successo l’avremo quando questi viaggi potranno e dovranno essere effettuati in via normale”.

E per ottenere questo risultato, ha detto Lamorgese “l’Europa deve essere ancora più presente”.

“Per fortuna – ha spiegato ieri sera parlando con i giornalisti – l’argomento è all’ordine del giorno del Consiglio Europeo e se ne parlerà in maniera concreta nel consiglio di ottobre. Occorre operare con il partneriato di tutti nei Paesi africani per evitare che le condizioni economiche e sociali spingano le persone a fuggire. Bisogna operare sulle economie di quei Paesi e l’Europa può fare tanto”.

Lampedusa, ieri dodici sbarchi, stamattina uno

Intanto, a dimostrazione di quanto forte sia la spinta a fuggire dalla fame, sono stati dodici, dall’alba alla tarda serata di ieri, gli sbarchi registrati a Lampedusa con un totale di 342 persone.

E alle prime luci dell’alba è giunto un barchino, con a bordo 19 tunisini.

Tunisini, tredici, anche gli ultimi ad arrivare, ieri, a bordo di un’imbarcazione di sei metri, soccorsa a poco meno di un miglio dalla costa da una motovedetta della Guardia di finanza.

Mini sbarco a Marettimo

Di nazionalità tunisina anche i 18 migranti approdati ieri a Marettimo, nelle Egadi, vicino la la centrale elettrica.

A piedi stavano raggiungendo il paese ma sono stati bloccati da Guardia Costiera e Carabinieri. Trascorsa la notte nell’oratorio parrocchiale dell’isola, saranno oggi trasferiti a Trapani.

L’hotspot di Lampedusa scoppia

Intanto è emergenza nell’hotspot di contrada Imbriacola. Ieri sera altri 46 migranti, cinque dei quali positivi al Covid, sono stati trasferiti sulla nave quarantena Atlas ancorata a Lampedusa, aggiungendosi ai 39 imbarcati nel pomeriggio e ai 231 della mattinata.
Per stamattina, dopo le procedure di identificazione e i controlli medici, è stato disposto il trasferimento a Porto Empedocle con un traghetto di linea di cento altri migranti.

Un robot per trovare i dispersi

Intanto nell’Isola, teatro il trenta giugno di un’ennesimo, tragico naufragio in cui sono annegate sette donne, sono state sospese le ricerche dei dieci (o nove secondo altre testimonianze) dispersi. E la Procura di Agrigento ha disposto l’utilizzo di un robot subacqueo per raggiungere il relitto sui fondali fra Lampedusa e Lampione e appurare se i cadaveri non siano rimasti impigliati all’interno dell’imbarcazione.

E, come prima ricordato, dopo la strage delle donne, ieri altre due tragedie nel Mediterraneo hanno scosso le coscienze.

La prima è stata registrata al largo della Tunisia, con 43 persone annegate per il naufragio di una barca partita da Zuwara, sulla costa nord-occidentale della Libia, con a bordo persone provenienti da Egitto, Sudan, Eritrea e Bangladesh.
I sopravvissuti sono stati 84 e osserveranno un periodo di quarantena nei vari centri di accoglienza di Medenine, nel sud del Paese, dove le strutture sono già piene.

La secondo è avvenuta nelle acque antistanti la spiaggia di Zawiya, in Libia, dove sono stati ritrovati 14 cadaveri.
“Un triste monito – ha detto la portavoce dell’Oim Safa Msehli -, per ricordare i tanti naufragi invisibili del Mediterraneo in naufragi invisibili, causati dalla mancanza di un’efficace e responsabile ricerca e soccorso di Stato”.

Quasi ottocento morti nel 2001

Cresce dunque il bilancio delle vittime dei viaggi della speranza: sono quasi ottocento i morti nel 2021.
Con quelli di oggi gli arrivi in Italia nel 2021 hanno superato quota ventunmila, il triplo di quelli registrati nel primo semestre dello scorso anno: bengalesi (3.332) e tunisini (2.974) le nazionalità più rappresentate.

Ocean Viking salva 132 persone

Nel Canale di Sicilia in questo momento è presente una sola nave umanitaria, la Ocean Viking di Sos Mediterranee, che ha a bordo 44 persone salvate nei giorni scorsi al largo della Libia.

E che oggi ha effettuato altri due salvataggi di barchini in difficoltà in acque internazionali al lago della Libia. Sono ora 132 le persone a bordo della nave di Sos Mediterranee.

La nave umanitaria sequestrata

E ieri è stato disposto dalla Guardia costiera il fermo amministrativo per la Geo Barents di Medici senza frontiere, che nei giorni scorsi aveva soccorso 410 migranti al largo della Libia.
Durante un’ispezione nel porto di Augusta protrattasi per ben quattordici ore, sono state riscontrate 22 carenze, alcune tali da “compromettere non solo la sicurezza degli equipaggi, ma anche delle stesse persone che sono state e che potrebbero, in futuro, essere recuperate a bordo, nel corso del servizio di assistenza svolto”.

Le accuse di Msf all’Italia

Msf ha risposto con una dura accusa all’Italia: “è la tredicesima volta in tre anni che blocca navi umanitarie, ma noi faremo tutto il possibile per tornare in mare a salvare vite”.

“Siamo di fronte a un’evidente realtà – hanno sottolineato i rappresentanti delle Ong -: mentre le navi umanitarie sono bloccate, molte persone continuano a morire nel Mediterraneo”.

Gli spari dalla motovedetta libica

Infine, sulla vicenda degli spari di una motovedetta della Guardia costiera libica contro un’imbarcazione di migranti documentata dall’aereo di Sea Watch, la Ong ha presentato ieri alla Procura di Agrigento una denuncia per tentata strage in mare.

Sulla vicenda la stessa Guardia costiera libica, dopo la pubblicazione su Twitter di un agghiacciante video realizzato da un aereo della Ong, ha dichiarato di aver aperto un’inchiesta interna.

I magistrati di Agrigento dovranno ora verificare la giurisdizione per stabilire se potrà o meno procedere.

Intanto Oxfam ha denunciato come nel 2021 il Governo italiano abbia stanziato mezzo milione di euro in più per sostenere l’attività della Guardia costiera libica, per un totale di oltre trentadue milioni e mezzo di euro spesi dal 2017.

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