Migranti, la messa di Papa Francesco per i naufraghi e chi li salva, ancora sbarchi fantasma - QdS

Migranti, la messa di Papa Francesco per i naufraghi e chi li salva, ancora sbarchi fantasma

redazione

Migranti, la messa di Papa Francesco per i naufraghi e chi li salva, ancora sbarchi fantasma

lunedì 08 Luglio 2019

"Signore Gesù, benedici i soccorritori nel Mar Mediterraneo, e fa crescere in ciascuno di noi il coraggio della verità e il rispetto per ogni vita umana" una delle preghiere recitate durante la celebrazione. La scelta del Pontefice, in particolare dopo la richiesta di ieri di corridoi umanitari per i profughi detenuti in Libia, suona come un duro monito per la politica sui migranti del governo italiano. Nuovo scontro Viminale-Difesa. A Lampedusa, dopo lo show salviniano dei giorni scorsi sui 41 del veliero Alex della Ong Mediterranea, sono arrivate con sbarchi fantasma 29 persone in poche ore. GUARDA I FILMATI

“Signore Gesù, benedici i soccorritori nel Mar Mediterraneo, e fa crescere in ciascuno di noi il coraggio della verità e il rispetto per ogni vita umana”: è una delle preghiere recitata da un fedele nel corso della messa nella Basilica di San Pietro celebrata da Papa Francesco per i Migranti e i loro soccorritori in occasione del sesto anniversario della visita a Lampedusa.

La messa trasmessa in diretta

La messa è stata trasmessa in diretta da Vatican Media, e qui sotto potrete seguirne una sintesi.

La richiesta di corridoi umanitari nell’Angelus di ieri

Una celebrazione, quella di oggi, suonata come un duro monito per la politica sui migranti del governo italiano, anche dopo la richiesta di ieri durante l’Angelus, di corridoi umanitari per i profughi detenuti in Libia.

Hanno partecipato alla celebrazione circa 250 persone tra migranti, rifugiati e quanti si sono impegnati per salvare la loro vita, così come aveva spiegato aggiunto il portavoce vaticano Alessandro Gisotti annunciando, qualche giorno fa, l’iniziativa.

Il pensiero rivolto agli ultimi

Il pensiero di Papa Francesco è “agli ultimi che ogni giorno gridano al Signore, chiedendo di essere liberati dai mali che li affliggono”, ultimi che “sfidano le onde di un mare impietoso” e “lasciati in campi di accoglienza troppo lunga per essere chiamata temporanea”, ultimi “che Gesù ci chiede di amare e rialzare”.

“Migranti simbolo degli scartati della società globalizzata”

Il primo viaggio di Papa Francesco fu a Lampedusa, il 6 luglio 2013. Colpito dall’ennesima tragedia del mare, lì depose una corona di fiori in mare e inaugurò quello che è diventato un tratto caratteristico del suo pontificato: la pastorale delle migrazioni. Papa Francesco definisce, infatti, i migranti come “simbolo di tutti gli scartati della società globalizzata.”

“Torturati, abusati e violentati nei campi di detenzione”

Le povertà di oggi “sono molte”, ma il Papa si concentra sugli ultimi migranti. Quelli “ingannati e abbandonati a morire nel deserto” e “torturati, abusati e violentati nei campi di detenzione”.

Sono – aggiunge Papa Francesco – “gli ultimi che sfidano le onde di un mare impietoso; sono gli ultimi lasciati in campi di un’accoglienza troppo lunga per essere chiamata temporanea”.

29 persone sbarcate in poche ore

Intanto, come se servissero ulteriori conferme sul fatto che, in particolare quella del capo della Lega Nord e ministro dell’Interno Matteo Salvini è solo propaganda, tra ieri sera e stamattina ci sono stati altri due sbarchi fantasma a Lampedusa.

Nell’isoletta, insomma, dopo lo show salviniano dei giorni scorsi sui 41 del veliero Alex della Ong Mediterranea, ieri dopo le 21 un barchino con a bordo dieci migranti è approdato a cala Galera.

A sorprendere il gruppo mentre si stava dirigendo verso l’ex base Loran, nella parte alta di Lampedusa, sono stati i Carabinieri.

Tutti sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola.

Alle sette di stamattina, poi, il secondo mini sbarco di migranti a Lampedusa nel giro di poche ore.

Una piccola imbarcazione è stata intercettata intorno all’una dalla motovedetta dei carabinieri a circa un miglio dalla costa con 19 persone a bordo, tutte di origini tunisine.

Tutti sono stati trasbordati su una motovedetta della Guardia Costiera e accompagnati in porto da dove sono stati trasferiti nel centro di accoglienza di Contrada Imbriacola.

La favola dei porti chiusi

Quella dei porti chiusi, insomma, è una favola – settecento persone, secondo il Sole 24 ore, sono arrivate in Italia nel solo mese di giugno a bordo di piccole imbarcazioni gestite dai trafficanti di esseri umani – e gli attacchi alle Ong che salvano vite umane rappresentano soltanto un teatrino per cercare i consensi di chi è incapace di ragionare su fatti sotto gli occhi di tutti.

Per questo ormai quasi tutte le forze politiche italiane chiedono insistentemente al governo pentaleghista di risolvere il problema nell’unica sede in cui può essere risolto: l’Europa.

Disertate le riunioni su Dublino

Invece per due anni Salvini e Di Maio hanno fatto disertare le riunioni che avrebbero potuto ridiscutere i trattati di Dublino.

Altrimenti non avrebbero più potuto tuonare contro le cattive Ong e la cattiva Europa.

Ancora scontri Salvini-Trenta

La ministro Elisabetta Trenta ha ribadito anche oggi che proprio l’ intervento della Difesa poteva essere risolutivo per chiudere il “caso Mediterranea” e che quanto accaduto a Lampedusa “si sarebbe potuto evitare”.

“Lo avevo detto a Matteo Salvini – ha aggiunto – che senza la missione Sophia sarebbero tornate le Ong”.

Come dire, non possiamo lasciare la gente a morire nel Mediterraneo chiudendo gli occhi davanti a questa strage.

E della stessa opinione è il sindaco di Napoli Luigi De Magistris che, a Lampedusa, nell’ambito del Premio Matano, ha proposto di creare una flotta per salvare vite e ha detto: “Basta guerre, basta interessi, basta propaganda inutile, occorre considerare che il migrante è anche una grande opportunità per l’Italia e non solo. Non è solo un tema da affrontare come un problema, come ordine pubblico, come propaganda, come ‘like’ o prova muscolare”.

“E poi la sicurezza – ha aggiunto – non si fa con il rancore, con l’esclusione, ma con la coesione, con la integrazione, con la fratellanza, con la pace e con l’amore. È una grande sfida di civiltà prima ancora che politica”.

Intanto lo sfilacciamento dell’esecutivo sul tema migranti preoccupa il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Stefano Buffagni, che ha dichiarato: “Il governo deve essere unito per affrontare i problemi che ci sono ed evitare di fare continuamente queste contrapposizioni, che hanno anche un po’ stufato gli italiani”.

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