Migranti, recuperate altre salme del naufragio - QdS

Migranti, recuperate altre salme del naufragio

redazione web

Migranti, recuperate altre salme del naufragio

domenica 01 Dicembre 2019

Oggi altri cinque. A Lampedusa continuano le ricerche,, con i sommozzatori della Guardia costiera al lavoro per recuperarli a quasi cinquanta metri di profondità a un miglio dall'isola dei conigli, dove si inabbissò il barcone

Il conteggio dei morti prosegue.

Ieri altre sette salme erano state recuperate dal fondo del mare dai sommozzatori della Guardia costiera del nucleo di Messina, a circa 47 metri di profondità, ad un miglio dall’isola dei Conigli di Lampedusa (Agrigento).

Nella giornata di oggi, invece, il nucleo sommozzatori della Guardia costiera ha portato sulla terraferma a Lampedusa altri quattro cadaveri di migranti che si trovavano in fondo al mare e una salma che galleggiava.

I corpi recuperati finora, dopo il naufragio dello scorso 23 novembre a un miglio dalla costa dell’Isola, sono dunque complessivamente 17.

Secondo le testimonianze dei superstiti, su quell’imbarcazione vi sarebbero stati 170 migranti.

Sono stati 149 i naufraghi salvati, dopo che il barcone partito dalla Libia si è capovolto.

La Polizia, adesso, si occuperà – esattamente come aveva fatto con le prime cinque – del riconoscimento delle sette salme.

Verranno scattate delle fotografie che saranno mostrate a buona parte dei 149 superstiti che si trovano ancora all’hotspot di contrada Imbriacola a Lampedusa.

A coordinare il recupero delle salme e le procedure di identificazione delle vittime è il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, che ha aperto un’inchiesta – ancora a carico di ignoti – per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, naufragio e omicidio colposo plurimo.

Intanto prosegue l’indecente campagna di propaganda della Lega Nord sulla pelle dei migranti.

Matteo Salvini continua instancabile a cercare di propinare agli italiani la bufala dei porti chiusi in un Paese con 7.600 chilometri di costa.

E questo nonostante la denuncia del sindaco di Lampedusa Totò Martello che, fin dal marzo di quest’anno, svelò come il ministro dell’Interno non diffondesse i dati dei cosiddetti “sbarchi fantasma”, migliaia di arrivi celati all’opinione pubblica.

Altro che porti chiusi.

Al resto provvedeva “la Bestia”, il sistema di propaganda salviniano sui social, che grazie al suo algoritmo consentiva di diffondere le fake news a milioni di persone.

Ieri, dunque, il cinico Salvini si è permesso di commentare “Hanno recuperato altri sette cadaveri al largo di Lampedusa, chi dice porti aperti ha sulla coscienza migliaia di morti in mare”.

“Siamo tornati a contare i morti. Siamo di fronte a una società che sparge solo odio e rancore”, aveva detto, nelle ore immediatamente successive al naufragio, proprio il sindaco di Lampedusa Martello.

Intanto stanno trovando posto nei cimiteri agrigentini i corpi delle cinque donne che furono le prime a essere trovate.

Due sono state accolte oggi nella chiesetta del cimitero comunale di Santo Stefano Quisquina. Domattina, nel cimitero comunale di Montevago, verrà dato l’ultimo saluto ad altre tre giovani vittime del naufragio dello scorso 23 novembre al largo di Lampedusa.

“Purtroppo – ha detto il sindaco Margherita La Rocca Ruvolo – il Mediterraneo continua ad essere un luogo di morte anziché un ponte di vita. Il nostro Comune ha dato disponibilità alla prefettura per la sepoltura. Il parroco don Giuseppe Coppola officerà una preghiera e una benedizione prima di procedere al rito della tumulazione”.

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