Il miglioramento delle condizioni del mare ha portato all'approdo, ieri, prima di tredici tunisini, con una pecora, e, nel corso della giornata, di altre 264 persone. Come avveniva ai tempi di Salvini
Ai tempi in cui era ministro dell’Interno Matteo Salvini il fenomeno, a Lampedusa, era frequente, e il sindaco Totò Martello lo aveva sottolineato: “Ma quali porti chiusi: qui gli approdi sono continui con i barchini”.
Per questo motivo al capo della Lega che continuava a parlare di porti chiusi ai migranti, Martello aveva dato del “mentitore seriale”.
Adesso, aggravatesi le condizioni che spingono i migranti verso l’Europa – alla crisi libica si è aggiunta quella tunisina – e il procuratore della repubblica di Agrigento Luigi Patronaggio ha chiesto all’Ue forme di collaborazione per bloccare il fenomeno dei trafficanti d’uomini, gli arrivi dei barchini sono ripresi.
Il sistema dei barchini – messo in luce da tempo da Frontex che li aveva filmati e fotografati – prevede che questi giungano sottocosta accompagnati da una nave-madre, per raggiungere poi Lampedusa autonomamente.
Migliorate leggermente le condizioni del mare, nella giornata di ieri a Lampedusa sono approdati prima tredici tunisini – che avevano con sé una pecora – e poi, su nove diversi barchini, altri 264 migranti, compreso un bimbo di appena quattro mesi.
Tutti sono stati portati all’hotspot, struttura lasciata ieri da altri 117 ospiti, trasferiti sulla nave quarantena Allegra.
Nel centro di primissima accoglienza, al momento, sono presenti poco più di 300 persone.