Migranti, Salvini a Mattarella, "a Catania processo giusto" - QdS

Migranti, Salvini a Mattarella, “a Catania processo giusto”

redazione web

Migranti, Salvini a Mattarella, “a Catania processo giusto”

giovedì 21 Maggio 2020

Partendo da quanto scritto da un quotidiano su una frase di Palamara contro di lui, il capo della Lega Nord generalizza e parla di "offensiva della Magistratura" nei suoi riguardi. E invia una lettera al Presidente chiedendo garanzie

“Mi appello al Suo ruolo istituzionale, quale Presidente della Repubblica e del Csm, affinché mi venga garantito, come deve essere garantito a tutti i cittadini, il diritto a un processo giusto, davanti a un giudice terzo e imparziale”.

Lo ha chiesto il capo della Lega Nord Matteo Salvini in una lettera inviata al Capo dello Stato Sergio Mattarella, in cui ricorda che in ottobre “inizierà l’udienza preliminare innanzi al Gup del Tribunale di Catania dove sono chiamato a rispondere dell’ipotesi di sequestro di persona per fatti compiuti nell’esercizio delle mie funzioni di Ministro dell’Interno”.

Salvini, parlando di un articolo sul quotidiano “La Verità” afferma che, “per quanto si legge nell’articolo” il tema politico avrebbe “suscitato l’avversione nei miei confronti dei magistrati, protagonisti di quelle comunicazioni pubblicate”.

In realtà nell’articolo si riferisce che in una chat di magistrati il solo Luca Palamara – ex capo della corrente Unicost e indagato per corruzione e che avrebbe cercato di influenzare le nomine del Csm – scriveva di Salvini “Ha ragione, però va attaccato”.

Salvini invece, nella lettera, parla di “magistrati” come se fossero tanti.

“Non so – si legge nella lettera – se i vari interlocutori facciano parte di correnti della Magistratura o se abbiamo rapporti con i magistrati che mi giudicheranno, tuttavia è innegabile che la fiducia nei confronti della Magistratura adesso vacilla al cospetto delle notizie sugli intendimenti di alcuni importati magistrati italiani, per quanto emerso e riportato nell’articolo de La Verità”.

Salvini, insomma, sostenuto da gran parte della destra, fa la vittima: “Quelle frasi captate nell’ambito del procedimento a carico di Palamara – si legge nella lettera – palesano, invero, una strategia diffusa e largamente condivisa di un’offensiva nei miei riguardi da parte della Magistratura”.

“Tutto ciò intacca – continua la lettera – il principio della separazione dei poteri e desta in me la preoccupazione concreta della mancanza di serenità di giudizio tale da influire sull’esito del procedimento a mio carico”.

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