Il sindaco di Lampedusa Martello parla di "procurato allarme" sui positivi da parte del sindacato di polizia Fsp. Il segretario Mazzetti, "ha frainteso le nostre parole". I nuovi arrivi - persino una donna con cagnolino - riempiono ancora l'hotspot nonostante i trasferimenti sulla terraferma
“Se da un lato tiriamo un sospiro di sollievo avendo saputo che le venticinque persone non sono positive al virus, dall’altro mi aspetto che le autorità e gli organismi competenti valutino gli estremi di ‘procurato allarme’ per la notizia diffusa dal rappresentante della sigla sindacale di Polizia che, nella migliore delle ipotesi, ha agito con grave superficialità”.
Il sindaco di Lampedusa Totò Martello, dopo aver dato del “mentitore seriale” al capo della Lega Nord Matteo Salvini che sosteneva di aver bloccato gli sbarchi, ieri ha attaccato chi approfitta dei riflettori accesi su Lampedusa per “provocare paura fra la popolazione residente e fra i turisti, nonché un danno all’economia della nostra isola”.
“Da Sindaco – ha sottolineato – sono stato il primo ad aver richiesto al Governo nazionale, ed in particolare al Ministero degli Interni, l’attivazione di tutte le misure necessarie a monitorare costantemente la situazione sanitaria a Lampedusa in relazione agli sbarchi di migranti, e a tutelare la salute pubblica sulla nostra isola. Proprio per questo sono rimasto sorpreso e amareggiato nel leggere il comunicato stampa diffuso dalla sigla sindacale di Polizia, che oltretutto rischia di offuscare l’impegno, la serietà e la correttezza del lavoro che gli operatori delle Forze dell’Ordine compiono quotidianamente sull’isola, insieme con il personale sanitario e delle associazioni di soccorso”.
Il sindacato di polizia, fraintese le nostre parole
Con una risposta offensiva arrogante e dai toni offensivi Valter Mazzetti, segretario generale dell’Fsp, ha parlato di “vaniloquio” del sindaco di Lampedusa “obnubilato dalle preoccupazioni per la stagione turistica”, sostenendo di essersi limitato “a segnalare i venticinque casi di positività ai ‘test sierologici’, confermati dall’Asp e dalla Regione”.
“Fra i numerosi migranti arrivati negli ultimi giorni a Lampedusa – aveva dichiarato sabato Mazzetti -, risultano diversi casi di positività al covid-19, ma non sembra affatto che i meccanismi di risposta sanitaria siano immediati”.
“Ribadiamo – ha concluso ieri, respingendo le accuse di procurato allarme – i rischi connessi all’emergenza sanitaria uniti all’ormai sistematico susseguirsi di sbarchi”.
Negativi tutti i tamponi nell’hotspot di Lampedusa
Nella mattinata di ieri era stato reso noto che tutti i tamponi rino-faringei ai quali erano stati sottoposti i venticinque migranti positivi al test sierologico, avevano dato esito negativo.
Nessuno dei migranti nell’hotspot, dunque, era affetto dal Coronavirus.
Oltre cinquecento persone trasferite dall’hotspot
Ieri intanto sono partite, a bordo di un pattugliatore della Guardia di finanza e di uno della Guardia costiera trecentoventi migranti ospitati nell’hotspot di Lampedusa.
Ieri sera nella struttura c’erano 455 persone. Un numero sempre elevato visto che l’unico padiglione rimasto operativo può ospitare un massimo di 95 persone, ma di gran lunga inferiore rispetto ai 1.027 di sabato mattina.
Soltanto nella giornata di ieri – con il traghetto erano state trasferite altre duecento persone -, hanno lasciato la struttura in cinquecento venti.
Tra nella notte soccorsi due barconi, seicentocinquanta nell’hotspot
Ma la situazione a Lampedusa muta di ora in ora: sono stati 114 i migranti soccorsi su due barconi e sbarcati sull’Isola la notte scorsa.
La Guardia costiera ha rintracciato al largo dell’isola settanta tunisini su un natante. Neanche il tempo d’ultimare le procedure di trasferimento verso l’hotspot che la Capitaneria ha avvistato e agganciato un altro barcone con a bordo quattro marocchini e quaranta persone provenienti dal Bangladesh.
Anche i due gruppi sono stati portati al centro di prima accoglienza dove si trovano, al momento, seicentocinquanta persone.
In mattinata, poi due barche con a bordo rispettivamente sette e sedici tunisini, sono arrivate direttamente al molo Madonnina di Lampedusa. A bloccare i migranti, subito dopo gli approdi autonomi, sono stati i militari della Guardia di finanza, che, dopo i primi controlli sanitari, li hanno accompagnati all’hotspot.
Tunisina sbarca con cagnolino al guinzaglio
Sorpresa ha destato in particolare lo sbarco di un gruppo di tunisini dei quali faceva parte una donna con al guinzaglio un cagnolino.
“Sono stata quindici anni in Italia – ha detto la donna ai giornalisti -, poi sono rientrata nel mio Paese e ora sono tornata di nuovo qui perché mi piace. Spero di trovare un lavoro e la libertà perché in Tunisia è piena di carceri, è piena di schifo”.
La donna, occhiali da sole e zainetto in spalla, ha spiegato di aver comprato, con gli altri, il gommone con cui sono arrivati.
“Ognuno di noi ha dato un poco di soldi e abbiamo guidato per arrivare qua”.
Uno dei suoi compagni di viaggio è sbottato: “Sono scappato dalla Tunisia, Paese di m..”.
Le proteste di alcuni lampedusani
E un piccolo gruppo di lampedusani, capeggiati dall’ex senatrice della Lega Nord, Angela Maraventano, nella nottata ha cercato di bloccare, con una corda tenuta da due persone, l’unica strada d’accesso al molo commerciale.
Sul posto si sono recati la Digos, i poliziotti dell’Immigrazione e i carabinieri.
“Chiediamo – ha detto Maraventano – due aerei per trasferire, immediatamente, questi migranti che sono sull’isola perché siamo in pericolo”.
La polizia sta valutando denunce per interruzione di pubblico servizio e resistenza passiva a pubblico ufficiale.