Mobbing: frustrato e frustrante

Lavorare con soddisfazione, in un ambiente sano, equilibrato, con colleghi che sanno supportare, apprezzare, coadiuvare mette nelle condizioni di potere affrontare la quotidianità con “respiro”. Il lavoro in tal senso gratifica, mette nelle condizioni di potere essere propositivi, pieni di iniziativa. Il problema si pone quando nell’ambito lavorativo si sviluppano dei conflitti tra il lavoratore e uno dei colleghi o anche il datore di lavoro.

Tali conflitti sfociano in sofferenze per il lavoratore tanto che rischia il benessere e la salute: parliamo di mobbing. Termine ormai noto con il quale si intende “un insieme di comportamenti aggressivi e persecutori posti in essere sul luogo di lavoro, al fine di colpire ed emarginare la persona che ne è vittima”. In genere è messo in atto da chi vuole emergere scalzando il collega e mettendolo in difficoltà con lo scopo di denigrarne le azioni le quali saranno talmente compromesse che lo porteranno in ogni caso a sbagliare, ad emarginarsi in quanto l’autostima viene messa in discussione. Frustrazione, sconforto accompagneranno la giornata lavorativa della vittima, fino al burnout.

Proprio su questo gioca il mobber. Distruggere l’altro per innalzare se stesso davanti al capo o comunque dinanzi al gruppo di lavoro. Perché accade questo? In genere denota una forte insicurezza, la paura di perdere il “potere” accumulato grazie ad atteggiamenti compiacenti- In genere queste persone sono capaci di “trascinare “ i colleghi contro la vittima. I colleghi subiscono anch’essi una vessazione poiché si insidia un ricatto subdolo, timorosi di contraddire l’aggressore.
Come intervenire? Farsi supportare da un legale e da uno psicologo. Il legale saprà dare indicazioni perché sembra non ci sia una normativa che richiami direttamente tale reato, semmai il richiamo è a fattispecie criminose che ledono l’incolumità, quindi un richiamo al codice penale contro il mobber; lo psicologo saprà supportare le “sofferenze” aiutando a far emergere l’autostima e riqualificare i punti di forza della vittima.