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Montante contro questore Caltanissetta per post su Fb

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Montante contro questore Caltanissetta per post su Fb

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domenica 11 Luglio 2021

Lo ha dichiarato l'ex leader di Confindustria Sicilia Antonello Montante, sotto processo per corruzione, in seguito al post su facebook del questore di Caltanissetta Emanuele Ricifari

“È sorprendente che il questore di Caltanissetta, che dovrebbe mantenere un contegno istituzionale, si abbandoni e condivida sui social esternazioni di stile calcistico di giornalisti faziosi e di parte (non rendendosi neppure conto di quanto le stesse risultino offensive per la Corte) anticipando gli esiti di una sentenza di conferma (dallo stesso evidentemente auspicata)”.

Lo ha dichiarato l’ex leader di Confindustria Sicilia Antonello Montante, sotto processo per corruzione, in seguito al post su facebook del questore di Caltanissetta Emanuele Ricifari, che, riprendendo un articolo di giornale sull’udienza Montante di ieri e per difendere i suoi uomini, a proposito delle dichiarazioni rese in udienza dall’imputato aveva scritto: “Tentativo (ormai fallito) di avvelenare pozzi di un’inchiesta minuziosa. Da già condannato a 14 anni e mezzo in abbreviato, dopo aver annunciato rivelazioni storiche, rivela una realtà di chiacchiere consunte e messaggi – deboli – trasversali. A difesa: il nulla cosmico”.

Il questore Ricifari, raggiunto telefonicamente, non ha voluto replicare: “Non faccio polemiche con imputati. Non spettano a me. Ma non consento di attaccare l’istituzione e i suoi uomini”.

Montante interviene anche sul presidente nazionale della Commissione Antimafia Nicola Morra, definendo la sua presenza ieri, all’aula bunker di Caltanissetta, inquietante. “E’ un chiaro tentativo di intimidazione della Corte che dovrà giudicarmi nel giudizio di appello. – spiega – È una inspiegabile ed ingiustificabile invasione di campo di un organo istituzionale, che piuttosto che assumere il ruolo di arbitro imparziale, nelle sedi di propria competenza, assume il ruolo di dodicesimo uomo in campo. Io sono certo che la Corte non si lascerà intimidire. Ma ritengo inammissibili ed in violazione del diritto costituzionale di difesa, le pressioni mediatiche sul processo che mi vede imputato, soprattutto da parte di Istituzioni della Repubblica Italiana”. “È questa la ragione per cui avevo auspicato in primo grado che il processo venisse trasferito da Caltanissetta, anche se dopo le attente valutazioni della Corte di Appello, dimostrate nella puntuale rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale e nell’attenzione alle dichiarazioni da me rese in sede di esame testimoniale – conclude Montante – sono certo che giustizia sarà fatta”.

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