Monumenti e palazzi storici da recuperare: a Taormina si lavora per un deciso rilancio - QdS

Monumenti e palazzi storici da recuperare: a Taormina si lavora per un deciso rilancio

Massimo Mobilia

Monumenti e palazzi storici da recuperare: a Taormina si lavora per un deciso rilancio

mercoledì 18 Settembre 2019

Dal Corvaja a Badia Vecchia, sono tanti edifici che per anni hanno vissuto in uno stato di abbandono. Il primo passo del percorso è già stabilito: il 21 settembre la riapertura dell’Odeon romano

TAORMINA (ME) – La Perla dello Ionio torna a riappropriarsi di uno tra i tanti monumenti che erano finiti, da troppo tempo, nel dimenticatoio.

L’antico Odeon romano riaprirà le porte al pubblico il 21 settembre, con il primo di una serie di eventi musicali e teatrali che caratterizzeranno il cartellone autunnale di TaorminaArte, grazie ai lavori di ristrutturazione che hanno permesso al cosiddetto “teatrino” di dotarsi di una nuova platea con circa 250 posti. Un progetto partito l’anno scorso, con l’interessamento del Comune e del Parco archeologico di Naxos che erano riusciti intanto a riaprire il sito ai turisti, trovando disponibilità dell’assessorato regionale ai Beni culturali di finanziare i lavori e ottenere la completa agibilità per effettuare spettacoli. Un buon viatico per la città di Taormina che deve fare i conti con una serie di monumenti chiusi e palazzi storici ancora da ristrutturare.

Dopo l’Odeon sarà la volta, infatti, di Palazzo Corvaja, per il quale il Comune ha chiesto e ottenuto dalla Regione un finanziamento da 1 milione e 180 mila euro, grazie al bando dell’assessorato alle Infrastrutture, per “interventi a tutela dell’ambiente e dei beni culturali e risanamento dei centri storici”, a valere sul Fondo europeo di Sviluppo e Coesione. Per quello che fu la sede del primo Parlamento siciliano, i lavori di ristrutturazione sono urgenti e non più rimandabili. A causa di pesanti infiltrazioni di acqua che hanno messo a rischio l’intonaco e, più in generale, la sicurezza strutturale del sito, la Soprintendenza di Messina ne aveva anche interdetto la fruizione lo scorso anno, in attesa che l’edificio venisse messo in sicurezza. Bisognerà adesso assegnare i lavori e aprire il cantiere, presumibilmente nei mesi invernali, per averlo pronto e completo la prossima primavera. Palazzo Corvaja è anche sede, infatti, dell’Ufficio turistico regionale e della locale Associazione albergatori.

L’Amministrazione del sindaco, Mario Bolognari – il quale si era detto “preoccupato per lo stato di abbandono in cui versano i nostri palazzi storici” – spera adesso che la Regione approvi anche il finanziamento dei progetti esecutivi “di recupero funzionale e risanamento conservativo”, che erano stati presentati anche per l’ex Circolo dei Forestieri e per la Torre dell’Orologio. Lavori da 1 milione e 230 mila euro per l’ex Circolo che, sotto la piazza centrale del belvedere, perde continuamente pezzi di intonaco dalla facciata. Doveva rientrare in un vecchio finanziamento, sempre europeo, per la creazione del Museo diffuso per le Arti contemporanee, poi limitato all’ex Chiesa di Sant’Agostino e al Palazzo dell’ex Pretura, oggi a disposizione della Fondazione TaorminaArte. Soltanto 470 mila euro invece per la Torre dell’Orologio che, se tornasse fruibile, regalerebbe ai turisti una delle viste dall’alto più belle di Taormina.

Manca ancora all’appello il Palazzo di Badia Vecchia, sul quale però il Comune non ha ancora preso una decisione. Ristrutturato nel 2013 con una spesa di 50 mila euro, non è stato mai riaperto se non nei giorni del G7, nel maggio del 2017, come una delle sedi operative di Polizia di Stato e Forze militari. Adesso serviranno nuove risorse per altri lavori di sistemazione che, al momento, nel bilancio comunale non ci sono. Infine, il Castello Saraceno, consegnato lo scorso marzo dalla Soprintendenza al vincitore del bando di gestione, la società Centomedia&Lode di Maurizio Scaglione. Non è stato più riaperto. Perché in questo caso il problema è sempre la messa in sicurezza della scalinata di accesso che porta fino in cima al Castello: ripulita dagli ex forestali della Regione, necessita ancora di interventi, da parte del Comune, per mettere in sicurezza i gradini, impiantare l’illuminazione e una ringhiera protettiva corrimano. Soldi che anche in questo caso, almeno per il momento, mancano.

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