Morte di Vincent Lambert riapre dibattito su fine vita - QdS

Morte di Vincent Lambert riapre dibattito su fine vita

Patrizia Penna

Morte di Vincent Lambert riapre dibattito su fine vita

venerdì 12 Luglio 2019

In stato vegetativo dal 2008 il tetraplegico francesce ricoverato in un ospedale di Reims dopo un grave incidente d’auto

PARIGI – È morto Vincent Lambert, il tetraplegico francesce ricoverato in stato vegetativo dal 2008 in un ospedale di Reims dopo un grave incidente d’auto.

“Vincent è deceduto alle 8.24 di stamani” ha annunciato ieri il nipote Francois. Le cure sanitarie che tenevano in vita il 42enne, diventato un simbolo dei dibattiti sulla fine vita in Francia, erano state interrotte la scorsa settimana dopo che i genitori avevano perso l’ultimo ricorso alla Corte di Cassazione.

Il medico curante dell’ospedale di Reims aveva avviato lo stop alle cure il 2 luglio, con efficacia 3 luglio, dopo il via libera della Cassazione arrivato il 28 giugno. Il protocollo medico ha previsto l’arresto dell’idratazione e della nutrizione e una “sedazione profonda e continua”. Martedì sera una ventina di persone si è raccolta davanti all’ospedale per protestare contro l’arresto delle cure.

Lambert, vittima di un incidente d’auto nel 2008 che lo aveva ridotto in stato vegetativo, era un ex infermiere psichiatrico, padre di una bambina di 11 anni. Nel 2013 i medici avevano deciso di staccare la spina, ma i genitori Pierre e Viviane Lambert, molto religiosi, avevano avviato una lunga e dolorosa battaglia legale per tenere in vita il figlio. La moglie Rachel, custode legale dell’uomo, era invece favorevole a porre fine alla vita del marito, che secondo lei non avrebbe voluto subire un “accanimento terapeutico”. Dello stesso parere sei dei fratelli di Vincent.

Il portavoce vaticano, Alessandro Gisotti, ha espresso cordoglio e vicinanza alla famiglia: “Abbiamo accolto con dolore la notizia della morte di Vincent Lambert. Preghiamo affinché il Signore lo accolga nella sua Casa ed esprimiamo vicinanza ai suoi cari e a quanti, fino all’ultimo, si sono impegnati ad assisterlo con amore e dedizione”. “Ricordiamo e ribadiamo – ha aggiunto – quanto detto dal Santo Padre, intervenendo su questa dolorosa vicenda: Dio è l’unico padrone della vita dall’inizio alla fine naturale ed è nostro dovere custodirla sempre e non cedere alla cultura dello scarto”. Mina Welby, co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni e membro dei Radicali Italiani non ha voluto commentare la vicenda ma ha sottolineato “quanto sia utile ed importante avere un documento scritto, un testamento biologico o delle disposizioni anticipate di trattamento, dove un cittadino può scrivere come essere curato, scegliere di non essere curato o esprimere la volontà di rimanere in stato vegetativo”.

“Le persone lo devono lasciare scritto – ha continuato Welby -, in questo modo non succederanno più queste diatribe con la giustizia e le discussioni tra parenti. Tutto questo protegge la persona e la famiglia, è la cosa giusta da fare. è questo ciò che possiamo imparare dalla vicenda di Vincent Lambert”, ha concluso.

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