Moscopoli, Salvini cede: “Riferirò in Parlamento” - QdS

Moscopoli, Salvini cede: “Riferirò in Parlamento”

Patrizia Penna

Moscopoli, Salvini cede: “Riferirò in Parlamento”

mercoledì 17 Luglio 2019

Inchiesta fondi russi alla Lega, pressing dell’opposizione e degli alleati del M5S

ROMA – Il pressing sul leader del Carroccio, Matteo Salvini, si fa sempre più insistente.
Gianluca Savoini, presidente dell’associazione Lombardia-Russia, e indagato per corruzione internazionale nell’ambito dell’inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega, ha fatto ieri scena muta davanti ai pm

L’inchiesta sta scuotendo fortemente il partito e in attesa che la Procura di Milano faccia chiarezza sulla vicenda, la politica italiana, in maniera quasi unanime, chiede al vicepremier di riferire in Parlamento.

“Salvini ha capito che non può scappare dal Parlamento. Bene. Dovrà chiarire le sue responsabilità e non pensi di cavarsela in due minuti al question time”, ha dichiarato il capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio.

A sostenere questa necessità, non sono solo le opposizioni ma anche i suoi stessi alleati di governo. Il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, ha detto che il Parlamento italiano “non è un accessorio, ed è un atto di fragilità e debolezza da parte del ministro dell’Interno dire di avere altro da fare e non andare a riferire su una questione che potrebbe anche essere molto grave. A mio avviso indebolirebbe la figura del ministro dell’Interno non riferire, ma non faccio previsioni prima che vi sia una richiesta formale”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il vicepremier grillino Luigi Di Maio: “Se riferisce in Parlamento sulla questione Russia ci darà modo come maggioranza di difenderlo”.

“Quando il Parlamento chiama – ha concluso il ministro del Lavoro – è giusto che un ministro, un premier un vicepremier, un sottosegretario risponda. Soprattutto se si ritiene di essere strumentalizzati, ben venga un chiarimento in parlamento perché parlare davanti al parlamento è l’occasione non per chiarire ai parlamentari ma agli italiani su una questione”.

Salvini, dal canto suo, ha accettato di riferire in Parlamento ma continua a minimizzare e dopo aver bollato gli addebiti come pura “fantasia”, rivolgendosi ai giornalisti, ha precisato: “Gianluca Savoini lo conosco da 25 anni, dai tempi dell’Università Statale di Milano. L’ho sempre ritenuto una persona corretta e fino a prova contraria continuerò a ritenerlo persona corretta”.

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