Musumeci contro l’Anas, poi poteri “modello Genova” - QdS

Musumeci contro l’Anas, poi poteri “modello Genova”

Dario Raffaele

Musumeci contro l’Anas, poi poteri “modello Genova”

giovedì 28 Maggio 2020

Il presidente della Regione chiede allo Stato poteri commissariali per realizzare dieci opere ritenute strategiche. “Pronti a procedere giudizialmente per i danni causati dai ritardi”. Replica del Gruppo: “134 cantieri conclusi dal 2018”

PALERMO – Il governo Musumeci chiede allo Stato poteri commissariali per tre anni con lo scopo di realizzare dieci opere pubbliche ritenute strategiche, adottando il ‘modello Genova’. Così il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, in conferenza stampa, annunciando l’approvazione di una apposita delibera in giunta.

“Abbiamo posto più volte l’argomento alla cabina di regia della Conferenza delle Regioni, il premier ogni volta ha evitato di affrontare il tema – ha affermato Musumeci – Non chiediamo di applicare il ‘metodo Morandi’ per tutte le opere, ma per dieci opere che mettono in modo circa un miliardo di euro: la variante della statale 115 Trapani-Mazara del Vallo; lo scorrimento veloce Licodia Eubea-Libertinia; la variante di Nicosia; la tratta Agrigento-Palermo; la tangenziale di Gela; la “strada degli scrittori” ad Agrigento; l’ammodernamento della Adrano-Catania; la Ragusa-Catania; l’ospedale di Siracusa; la cittadella della cultura a Messina.

“Ci dica il governo centrale – ha continuato Musumeci – perché a Genova è possibile ricostruire un ponte in un anno, sul cui significato tutti ci siamo riconosciuti, e perché la stessa cosa non possa avvenire in una regione che ha un alto tasso di povertà, una dotazione infrastrutturale fra le ultime in Italia e tempi di realizzazione di 8-10 punti superiore alla media nazionale. Non stiamo chiedendo la luna o il dolce: siamo al pane”.

Intanto il governo Musumeci ha affidato a un pool di avvocati il compito di redigere una relazione per quantificare i danni economici e di immagine che l’Anas ha procurato all’isola per non avere portato a termine alcuni cantieri ritenuti strategici e fondamentali. “Il 15 giugno il gruppo ci darà l’esito del lavoro e noi procederemo di conseguenza giudizialmente nei confronti di Anas”, ha detto il presidente della Regione. “L’Anas è inefficiente e inadempiente. Non escludiamo di mettere in discussione l’accordo quadro: per noi è una zavorra”. E ancora: “L’interlocuzione con l’Anas è stata costante, ma i cantieri vanno a rilento, al massimo vedianmo due operai quando invece ci vorrebbe una forza lavoro adeguata per accelerare le opere, abbiamo chiesto che lavorino anche di sera, ma rimaniamo inascoltati”.

Non si è fatta attendere la replica dell’Anas che parla di “ennesimo attacco ingiustificato e privo di rispondenza ai fatti reali da parte della Regione”. “Gli interventi in manutenzione programmata ammontano ad oltre 1,5 miliardi. Dal 2018 ad oggi Anas ha approvato e finanziato 293 progetti, per un investimento complessivo di 574 milioni di euro. Complessivamente sono stati conclusi 134 cantieri per 264 milioni di investimento e sono stati avviati 193 nuovi cantieri, per un investimento di 358 milioni. La produzione complessiva per lavori di manutenzione programmata è stata di circa 65 milioni nel 2017, 85 milioni nel il 2018 e altrettanto nel 2019, triplicando la produzione media degli anni 2014-2016”.

“Per quanto riguarda la ricostruzione del viadotto Imera gli interventi in corso, per un investimento complessivo pari a 11 milioni di euro, sono in dirittura d’arrivo con ultimazione prevista in estate, in ritardo di qualche mese rispetto al cronoprogramma originario per cause che sono assolutamente indipendenti dalla volontà di Anas”.

Musumeci poi rincara la dose puntando il dito anche contro le ex Province e le strade di loro competenza. “Venti mesi fa il ministro per le Infrastrutture disse: ‘La Sicilia è ben oltre l’emergenza, buona parte delle strade provinciali è in condizione post bellica, propongo un commissario sul modello Genova’. Il ministro ci chiese di condividere il nome di un commissario straordinario, noi abbiamo proposto l’ingegnere Gianluca Javolella, provveditore opere pubbliche per la Sicilia: a quasi due anni di distanza, ancora da Roma non arriva alcun segnale. Su 14.500 km di strade provinciali, oltre il 50% è chiuso al traffico, la parte rimanente si presenta in una condizione di assoluta insicurezza”.

“La Regione non ha alcuna competenza sulla manutenzione delle strade provinciali, che rimane in capo alle Province – ha aggiunto – Nonostante tutto abbiamo messo a disposizione oltre 200 milioni per intervenire su alcune strade provinciali, ma sono rattoppi. Secondo i nostri tecnici servirebbe almeno 1 miliardo e mezzo di euro per rimettere in sesto le arterie provinciali”.

A proposito di viabilità e di autostrade in particolare, è intervenuto Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, rivolgendosi all’assessore per le Infrastrutture Marco Falcone che vorrebbe traformare il Cas in ente pubblico economico. “La trasformazione in ente pubblico economico toglierebbe finalmente quella camicia di forza al Consorzio autostrade siciliano, carrozzone della politica oggi lontano da una condizione di economicità e funzionalità”. “Il Cas se fosse svincolato dall’apparato burocratico della pubblica amministrazione – continua il leader della Uil Sicilia – potrebbe adattarsi più facilmente ai cambiamenti del mercato e operare in una logica di investimenti con procedure più snelle e funzionali e con l’obbligo di assicurare la gestione delle risorse pubbliche”.

Attualmente il Cas si occupa della gestione delle autostrade A18 Messina Catania, A20 Messina-Palermo e della Catania-Siracusa- Gela, tratta ancora non soggetta a pedaggio.
Dario Raffaele

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