Musumeci, "Ponte sullo Stretto diventi priorità del Governo" - QdS

Musumeci, “Ponte sullo Stretto diventi priorità del Governo”

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Musumeci, “Ponte sullo Stretto diventi priorità del Governo”

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lunedì 12 Aprile 2021

Sul mancato inserimento dell'opera nel Recovery plan, applicabile a opere da realizzare entro il 2026, il governatore osserva che il Pnrr "non è l'Apocalisse". Si può fare anche senza.

“Dire no al Ponte sullo Stretto
significa negare alla Sicilia un futuro di sviluppo, ma noi faremo tutto quello
che è umanamente possibile per fare assumere al governo una decisione
coraggiosa. Altrimenti denunceremmo pubblicamente questo atteggiamento di
condanna della Sicilia e del Mezzogiorno affinché ognuno sappia trarne le
logiche conseguenze”.

Così il presidente della Regione
Siciliana
, Nello Musumeci, all’ANSA, nel ribadire che “il collegamento
veloce nello Stretto è la nostra priorità, come ho già avuto modo dire
al ministro Giovannini”.

Sul mancato inserimento dell’opera nel Recovery plan, applicabile a opere da realizzare entro il 2026, il governatore osserva che il Pnrr “non è l’Apocalisse, ma una tappa, una grande opportunità, limitata nel tempo, con 20 miliardi di euro con cui si dovranno fare tante cose, secondo la logica che sembra prevalere a Roma”.

Musumeci sottolinea che “finora
le Regioni non sono state consultate”, che “ogni programmazione è
stata decisa nei Palazzi romani, e questo costituisce un grave deficit di
democrazia, partecipazione e confronto”.

Ma, in sede di Conferenza delle
Regioni, rivela, “abbiamo protestato, e io l’ho fatto anche personalmente
con il presidente Draghi” ed “è stata attivata una cabina di regia
che dovrebbe definire gli obiettivi da raggiungere”.

Tra questi Musumeci e la Regione
Calabria hanno inserito il Ponte sullo Stretto: “io fino all’altro giorno
– rivela il governatore dell’Isola – ho avuto un colloquio con il ministro
Giovannini al quale ho posto come priorità per la Sicilia il collegamento
stabile tra le due sponde. Vedremo fino all’ultimo se riusciremo a convincere
il governo ad assumere una posizione coraggiosa, a prescindere, perfino, dal
Recovery plan. Perché se il governo manifestasse la volontà di riaprire il
dossier, noi avremmo già vinto la partita” Musumeci dice di “temere
il ‘cassariamento’, come si dice in Sicilia, la perdita di tempo voluta,
studiata per non decidere, per non arrivare all’epilogo e restare
nell’ambiguità e nell’incertezza, per lasciare tutti contenti e tutti
scontenti”.

“Chi ‘rema contro’? Sicuramente
la lobby di un presunto ambientalismo integralista di sinistra – sostiene
Musumeci – che continua a pretendere di tornare alle palafittte e poi il M5s e
il Pd da sempre nemici ‘confessi’ del Ponte.

Anche all’Ars, nella scorsa legislatura i gruppi parlamentari delle due forze politiche hanno votato un ordine del giorno in tal senso”.

Per Musumeci il ‘no’ al Ponte “condanna la Sicilia a marginalità e perifericità rispetto al Continente Europeo, perché nessuna politica della mobilità può essere immaginata nel Mezzogiorno prescindendo” da quella infrastruttura.

“E’ come – spiega – se l’Italia
finisse in Calabria”. E a chi dice che con i soldi del Ponte si possano
realizzare opera più importanti, il governatore replica che “il partito
del ‘benaltrismo’ è quello che contiene più iscritti in Sicilia e non solo
nella nostra isola”.

“Il Ponte – rimarca – è essenziale nella politica di mobilità: si possono realizzare tutte le ferrovie veloci nel Sud Italia e nella nostra Isola, le migliori autostrade del mondo, ma se per attraversare tre chilometri ci vuole più di un’ora è chiaro che la Sicilia non sarà mai una terra competitiva. E oggi – chiosa Musumeci – l’unica chance è quella di diventare la naturale piattaforma nel Mediterraneo dell’Europa, con il Ponte sullo Stretto”.

Mimmo Trovato

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