PALERMO – Sono molti i siciliani che ogni mese usufruiscono della Naspi, il sostegno al reddito che può essere richiesto dai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno perso involontariamente l’occupazione. Secondo l’osservatorio statistico dell’Inps, dati di agosto 2024, relativo a cassa integrazione guadagni, fondi di solidarietà e disoccupazione, nel primo trimestre 2024 sono stati 123.602 i beneficiari isolani che hanno usufruito di almeno una mensilità Naspi quest’anno. Tali numeri portano la Sicilia al quarto posto nazionale. Cifre più alte soltanto in Lombardia, Campania e Lazio.
L’andamento mensile ha visto comunque una riduzione nel corso del tempo, che si allinea con quella che è la parabola nazionale. Se a gennaio i beneficiari Naspi siciliani sono stati 106.351, sono scesi a 94.481 a febbraio e a 86.788 a marzo. Inoltre, se si confrontano i dati relativi alle domande presentate nei primi sei mesi del 2024, si può ipotizzare che non verranno raggiunte le cifre del 2023. Se nel primo semestre dell’anno in corso, infatti, sono state raccolte 74.270 domande, l’anno precedente ne ha contate 192.759 e 198.524 nel 2022. Anche in questo caso, quindi, si registra una graduale riduzione delle richieste, che si rileva anche nell’intera penisola: se nel 2022 sono state presentate 2,18 milioni di domande, nel 2023 sono scese a 2,14, e nei primi sei mesi del 2024 si arriva a soli 830.395 richieste.
La maggiore riduzione si registra proprio nel Mezzogiorno, con sole 300 mila richieste nel primo semestre 2024 contro le 841 mila dell’intero 2023. La riduzione minore, invece, si registra nel Nord Ovest, sono state presentate “soltanto” 203 mila richieste da gennaio a giugno di quest’anno, contro le 459 mila dello scorso anno nei dodici mesi.
La Naspi è riconosciuta a chi si trova in uno stato di disoccupazione involontario. Sono dunque esclusi i lavoratori il cui rapporto di lavoro sia cessato a seguito di dimissioni o di risoluzione consensuale, a eccezione di dimissioni per giusta causa, mancato pagamento della retribuzione, molestie sessuali subite nei luoghi di lavoro, modificazioni peggiorative delle mansioni lavorative o mobbing, o altre condizioni particolari. Ancora, per poter avere accesso alla Naspi è necessario aver versato contributi contro la disoccupazione per almeno 13 settimane nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione. L’indennità è pari al 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi due anni, se non supera l’importo stabilito dalla legge rivalutato annualmente dalla variazione dell’indice Istat. L’importo della prestazione non può in ogni caso superare un limite massimo stabilito ogni anno per legge. Per il 2024, l’importo massimo della prestazione può arrivare a 1.550,42 euro al mese. Se la retribuzione media mensile imponibile è superiore a tale importo, l’indennità è pari al 75% di quanto dovuto sommato al 25% della differenza tra la maggiore retribuzione media mensile imponibile e l’importo massimo previsto dalla legge. Dal sesto mese in poi l’importo è ridotto del 3%, per gli over 55 dall’ottavo mese.
La domanda deve essere presentata all’Inps per via telematica attraverso il servizio dedicato. Bisogna autenticarsi con la propria identità digitale di tipo Spid, almeno di livello 2, Cns, la carta nazionale dei servizi o Cie, la carta di identità elettronica. Il servizio è disponibile anche sul portale patronati, per chi non voglia procedere in autonomia e senta la necessità di un supporto.