“Non Una Di Meno”, movimento nato nel 2014 in Argentina, è anche a Catania. Accanto alle donne e alla cittadinanza che sostiene la libera autodeterminazione. Ecco tutte le sue battaglie, le iniziative in calendario e i servizi che offre la sede che la ospita.
Ad annunciare al QdS.it l’attività del movimento catanese è la portavoce Lara Torrisi, giovane donna che dedica gran parte delle sue giornate al volontariato.
“Non Una Di Meno, movimento spontaneo nato in Argentina, si è presto fatto strada in Italia. Dal 2015 anche nel Belpaese è sorta la sede nazionale a Roma e poi, a cascata, nelle altre città italiane – spiega Lara Torrisi -. Si tratta di migliaia di persone che vogliono dire ‘basta’ al patriarcato e soprattutto all’impossibilità di autodeterminazione dei soggetti“.
Per autodeterminazione si intende l’opportunità degli esseri umani di scegliere positivamente chi essere, di attribuire dei significati propri alla vita e di renderli liberamente possibili.
Ma questa possibilità incontra dei limiti oggettivi nella società: “La cultura in cui viviamo ci insegna, sin da bambini, cosa dobbiamo fare e chi dobbiamo diventare. Agli uomini non è concesso il fallimento lavorativo ed economico, né l’emozione. Perché ‘gli uomini non piangono’ – continua Torrisi -. Alle donne non è consentito dire di ‘no’, né guadagnare tanto quanto gli uomini a parità di mansione.
Al gentil sesso non viene riconosciuto il lavoro riproduttivo, né tantomeno quello domestico che dovrebbe svolgere l’intera famiglia. Alla violenza economica, poi, si aggiunge quella istituzionale. Perché per le istituzioni è ‘normale’ che sia così. E perché persino le vittime di violenza non vedono riconosciuti i danni subiti all’interno dei tribunali”.
Proprio per questo il movimento propone, più che un reddito di cittadinanza, un “reddito di autodeterminazione“. Un supporto economico proporzionale alla condizione di disagio che possa consentire alle donne reale libertà di scelta.
Tra le tante battaglie che “Non Una Di Meno” a Catania ha deciso di intestarsi c’è quella della salute e delle scelte mediche negate.
“A Catania, se una donna deve abortire, il 98% dei medici è un obiettore di coscienza – spiega la portavoce -. E la pillola abortiva RU, che potrebbe essere somministrata in ambulatorio, non viene erogata dai consultori familiari.
Senza considerare le scelte scellerate dell’amministrazione: tutti gli ospedali sorgono in periferia di Catania. Quelli centrali vengono dismessi o depotenziati. Il primo caso è quello del S. Bambino, dove si vorrebbe realizzare una residenza universitaria. Il secondo, invece, è quello del Garibaldi vecchio. Chiediamo da oltre un anno un incontro con il direttore dell’ERSU, con l’assessore Razza e con il presidente Musumeci. Senza successo. Vorremmo far presente loro il nostro piano e le nostre soluzioni, discuterne insieme”.
La sede di “Non Una Di Meno” a Catania si trova in via Gallo n.3 ed è ospitata dal Consultorio autogestito.
“Il Consultorio autogestito, nato poco prima della pandemia, apre le sue porte a chiunque volesse riunirsi per affrontare la questione femminile. Ogni giovedì, alle 19.30, tante donne si confrontano tra loro e fanno rete – conclude Lara Torrisi -. Ma la sua attività non finisce qui.
Con l’obiettivo di creare una rete e di fungere da ponte tra cittadinanza e istituzioni, offre:
Il 22 maggio, al Bastione degli Infetti, l’evento del Consultorio: la presentazione del libro “Decolonialità e privilegio” di Rachele Borghi e tanti workshop.
Il 27 maggio, invece, l’appuntamento di “Non Una Di Meno” all’assessorato della Regione per chiedere maggiore attenzione sulla sanità pubblica in Sicilia.