Ocean Viking, l'Italia assegna Messina come Porto sicuro - QdS

Ocean Viking, l’Italia assegna Messina come Porto sicuro

redazione

Ocean Viking, l’Italia assegna Messina come Porto sicuro

lunedì 23 Settembre 2019

Intanto, sul caso Gregoretti, il Tribunale dei Ministri di Catania ha tempo fino al 21 dicembre per chiedere o meno al Senato, come fatto nel caso analogo della Diciotti, l'autorizzazione a procedere per sequestro di persona per l'ex ministro Matteo Salvini

La Ocean Viking è in viaggio verso Messina dove sbarcherà i 182 migranti, tra cui una neonata di pochi giorni, soccorsi in tre diversi salvataggi davanti alla Libia.

Il Viminale ha infatti reso noto ieri sera poco dopo le 22 di aver assegnato un porto sicuro alla nave di Sos Mediterranée e Medici senza frontiere in attesa da quattro giorni, alla vigilia di un summit sul tema a Malta.

Il primo della ministro Luciana Lamorgese con Francia, Germania e Finlandia, presidente di turno
dell’Ue, per discutere di redistribuzione e rimpatri.

L’Italia chiede l’allargamento dei Paesi coinvolti e un meccanismo automatico ma anche una rotazione dei porti di sbarco delle navi ong.

Francia e Germania, Paesi ai quali appartengono la maggioranza delle ong impegnate nei salvataggi in mare, sono pronte a farsi carico ciascuna del 25% degli sbarcati.

Non è abbastanza per Roma e La Valletta, tanto più che l’offerta di Parigi sarebbe limitata ai soli richiedenti asilo.

Sul tema nei giorni scorsi Conte ha pressato il presidente francese Emmanuel Macron, in visita a Roma, mentre Lamorgese ha discusso a Berlino con il collega tedesco Horst Seehofer.

Un impulso positivo arriverebbe dall’aumento del numero dei Paesi disponibili a far parte del meccanismo automatico di ripartizione, cosa che ridurrebbe il peso per ognuno dei ‘volenterosi’: alle ultime ripartizioni hanno partecipato ad esempio Portogallo, Irlanda, Lussemburgo.

Si tratterebbe di pensare ad incentivi per favorire la partecipazione e sanzioni per chi rifiuta le quote (gruppo Visegrad in testa).

Quanto ai migranti economici, che sono la maggioranza dei 6.700 arrivati quest’anno in Italia, Lamorgese chiederà che vengano inclusi nel meccanismo.

Nonostante la grande propaganda da parte dell’ex ministro dell’Interno, il capo della Lega Nord Matteo Salvini, con la sua bufala dei porti chiusi in un Paese con 7.600 chilometri di costa, i migranti sbarcati sulle navi ong sono un’esigua minoranza rispetto al totale degli arrivi.

A proposito delle azioni di Salvini, intanto, la Sezione Reati Ministeriali del Tribunale di Catania è al lavoro e ha tempo fino al 21 dicembre per decidere se accogliere o meno la richiesta di archiviazione della Procura della Repubblica di Catania per il capo della Lega Nord.

Salvini potrebbe essere infatti accusato di sequestro di persona aggravato in merito alla vicenda della nave Gregoretti, sostanzialmente sovrapponibile a quella della Diciotti.

La composizione di quello che viene comunemente chiamato “Tribunale dei ministri” catanese, è la stessa – presidente Nicola La Mantia e giudici Sandra Levanti e Paolo Corda – di quella che il 24 gennaio scorso aveva presentato al Senato una richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini accusato degli stessi reati per il caso Diciotti.

Anche in quel caso la Procura etnea aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo.

Di parere diverso il Tribunale dei ministri di Catania, che aveva ritenuto Salvini meritevole di essere rinviato a giudizio “per avere, nella sua qualità di Ministro dell’Interno, abusando dei suoi poteri, privato della libertà personale 177 migranti di varie nazionalità giunti al porto di Catania a bordo dell’unità navale di soccorso “U.Diciotti” della Guardia Costiera italiana alle ore 23:49 del 20 agosto 2018″.

Un fatto “aggravato dall’essere stato commesso da un pubblico ufficiale e con abusato dei poteri inerenti alle funzioni esercitate, nonché per essere stato commesso anche in danno di soggetti minori di età”.

Il M5s aveva stabilito che a decidere sulla questione sarebbe stata una votazione sulla piattaforma Rousseau, che – contestata per come era stato posto il quesito – aveva portato il 18 febbraio a un esito favorevole a Salvini: 59,05%, contro il 40,95%.

Così, il 19 febbraio, dopo la relazione favorevole del presidente Maurizio Gasparri, la Giunta per le Immunità del Senato aveva respinto l’autorizzazione a procedere per Salvini con 16 no e 6 sì.

Il 30 marzo anche l’aula di Palazzo Madama aveva respinto l’autorizzazione a procedere.

Adesso però la situazione politica, e non solo, è completamente mutata e, se il Tribunale dei ministri di Catania dovesse reiterare la richiesta, visto che il caso è analogo, il risultato potrebbe non essere più a favore di Salvini.

Va ricordato che, nella richiesta il Tribunale dei Ministri aveva sottolineato in Salvini consapevolezza e volontà di impedire lo sbarco, come risultava evidente sia dalle continue esternazioni ai media, sia dalle dichiarazioni rilasciate alla Sezione Reati Ministeriali del Tribunale di Catania dai vertici amministrativi delle strutture ministeriali coinvolte della questione e riportate nella motivazione.

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