Roma, 10 dic. (askanews) – Il Salone degli Affreschi di Vercelli ha ospitato oggi l’evento dedicato al riso nell’ambito del tour di Agronetwork “L’oro in bocca”, finalizzato alla promozione dei prodotti agroalimentari e dei territori. L’incontro, realizzato insieme a Confagricoltura Vercelli e Biella, non poteva aver sede migliore. La zona detiene il primato di provincia più risicola d’Italia, la cosiddetta “Capitale Europea del Riso”, con una superficie di oltre 70.000 ettari di risaia.
Anche se l’Italia non è tradizionalmente conosciuta come una nazione di coltivatori di riso al pari di Cina o Giappone, il nostro Paese vanta una lunga storia, una produzione di eccellenza di questo cereale, valorizzato nelle ricette locali ormai celebri in tutto il mondo. Le superfici destinate al riso in Italia ricoprono circa 220 mila ettari. Il Piemonte occupa il 51,9% della superficie totale. La Lombardia segue da vicino, contribuendo al 42,5%. Seguono il Veneto, l’Emilia-Romagna e la Sardegna.
L’Italia, con 1,4 milioni di tonnellate annue, è il principale produttore di riso in tutta Europa con un numero significativamente superiore (3,5 volte la Spagna e quasi 6 volte la Grecia, seconda e terza) rispetto agli altri Paesi, e che, pur collocandosi al trentasettesimo posto a livello mondiale, risulta settimo per esportazioni in valore, dato che riflette la preferenza per le varietà speciali e l’alta qualità del riso italiano.
I principali destinatari delle esportazioni sono i Paesi europei, Germania e Francia in testa, con una percentuale significativa del totale, rispettivamente il 22,5% e il 21,6%. Regno Unito, Paesi Bassi e Belgio seguono da vicino, mostrando un interesse considerevole per il riso italiano. Infine, Austria, Svizzera e Spagna contribuiscono a completare il quadro delle esportazioni del nostro riso. Nel 2023 l’Italia ha esportato riso per 895 milioni di euro, confermandosi un comparto agricolo forte e competitivo, che è tuttavia chiamato ad affrontare molteplici sfide e criticità.
Da un lato, infatti, il significativo aumento delle importazioni in Europa di riso dai Paesi asiatici desta notevole preoccupazione, dall’altro, altrettanto allarmante è la volatilità dei prezzi legata a molti fattori, non ultimi i cambiamenti climatici con periodi prolungati di siccità alternati a eccessi di piogge e, non di meno, alla carenza di un’efficace organizzazione della filiera. Una seria programmazione tra tutti gli attori, dal produttore di semi alla grande distribuzione, consentirebbe di stabilizzare i prezzi.
“La risicoltura vercellese – afferma Benedetto Coppo, presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella, – è a una svolta. I crescenti costi di produzione, i sempre maggiori adempimenti amministrativi e ambientali e la necessità di fornire al consumatore un prodotto di qualità sempre migliore, pongono la necessità di percorrere nuove strade commerciali e organizzative”.
“I contratti di filiera con le riserie ricadenti nel triangolo del riso (Vercelli, Novara e Pavia) possono rappresentare un buon punto di inizio per raggiungere nuovi obiettivi di qualità, sostenibilità e profittabilità, garantendo anche la tutela del famoso ‘mare a quadretti’ che tutto il mondo ci invidia – prosegue – Le aziende agricole di Confagricoltura Vercelli e Biella coltivano circa 40.000 ettari in totale. L’alta specificità, l’elevata propensione all’innovazione delle nostre aziende e la forte rappresentatività del territorio, posizionano Confagricoltura Vercelli e Biella come un interlocutore primario del settore risicolo regionale e nazionale”.
Il comparto costituisce un caso esemplare di innovazione nella tradizione; macchinari e attrezzature si sono sempre più rinnovati e adeguati al fine di facilitare la gestione delle coltivazioni, ridurre i costi e favorire la tutela del paesaggio e dell’ambiente. La risaia è un sistema complesso che, con il suo “mare a scacchi” protegge la biodiversità dell’ecosistema attraverso una corretta gestione delle risorse idriche, coniugando in tal modo la sostenibilità economica e quella ambientale.
Il riso è anche un importantissimo alleato della nostra salute, come ha ribadito nel suo intervento la presidente di Agronetwork Sara Farnetti, medico nutrizionista: “il riso italiano offre numerosi benefici nutrizionali grazie alla sua digeribilità e all’assenza di glutine. E’ importante saper scegliere risi di qualità per massimizzare i vantaggi per la salute. Il riso italiano si distingue per le sue varietà pregiate che offrono caratteristiche nutrizionali superiori rispetto alla maggior parte delle varietà estere. Inoltre, il riso italiano, che è spesso coltivato con metodi che valorizzano la biodiversità, è un alimento sicuro e ricco di micronutrienti”.
“La programmazione della filiera, anche per il settore del riso, può avvantaggiare sia l’industria trasformatrice, che può avere garanzie sulle varietà più richieste dal mercato, sia l’agricoltore, che può avere certezze sul prezzo e sul ritiro del prodotto, orientando le semine in base alla domanda – ha affermato il vicepresidente di Confagricoltura, Luca Brondelli di Brondello, a cui sono state affidate le conclusioni dell’incontro – Per quanto riguarda il Mercosur, così com’è attualmente, penalizza diversi comparti dell’agricoltura italiana, tra cui il riso. Sicuramente bisognerà trattare con la presidente von der Leyen che ha fatto delle promesse molto precise in sede di campagna elettorale nei confronti degli agricoltori europei”.
Agronetwork ha infine colto l’occasione per rilanciare il tour ‘L’oro in bocca’ anche in vista del 2025 con altri appuntamenti finalizzati a provuovere le eccellenze agroalimentri italiane.