Confindustria “Ogni settimana di blocco ci costa 13,5 miliardi” - QdS

Confindustria “Ogni settimana di blocco ci costa 13,5 miliardi”

Gabriele DAmico

Confindustria “Ogni settimana di blocco ci costa 13,5 miliardi”

mercoledì 01 Aprile 2020

L’allarme è stato lanciato dal Centro studi di Confindustria (Csc)

ROMA – Il blocco delle attività produttive italiane a cui il Governo è stato costretto a causa dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ci costa la bellezza di 13,5 miliardi di euro a settimana. A lanciare questo allarme è stato il Centro studi di Confindustria negli ultimi scenari economici diffusi ieri.

Nelle previsioni del Csc si ipotizza che nel settore manifatturiero saranno attive queste percentuali di imprese nei prossimi mesi: ad aprile 40% all’inizio e 60% alla fine del mese; a maggio 70% all’inizio e 90% alla fine del mese; a giugno 90% all’inizio e 100% alla fine del mese. Con queste ipotesi, la caduta cumulata del Pil trimestrale (che è pari a 430 miliardi) nei primi due trimestri arriva a -10%. Inoltre, la ripartenza nel secondo semestre sarà comunque frenata dalla debolezza della domanda di beni e di servizi.

Questa poderosa perdita prevista dagli economisti di Confindustria porterà al crollo del Pil italiano nel 2020, che subirà una diminuzione del 6%, trascinando il Paese in una profonda recessione. In crescita il deficit pubblico, che salirà al 5% del Pil, per poi scendere al 3,2% nel 2021. Il dato sconta anche la disattivazione completa, in deficit, della clausola di salvaguardia per un valore di 20,1 miliardi di euro (pari all’1,1% del Pil).

Il rapporto debito pubblico/Pil salirà al 147% quest’anno per l’effetto congiunto dell’ampliamento del deficit legato all’emergenza Covid-19 e della caduta del Pil nominale (-5,2%). Nel 2021 si assesterà al 144,3%. L’associazione di categoria tiene a precisare, inoltre, che queste ipotesi, sono legate al superamento, nel mese di maggio, della fase acuta dell’emergenza sanitaria. Per il Csc nel caso in cui “la situazione sanitaria non evolvesse positivamente, le previsioni economiche andrebbero riviste al ribasso”.

A causa della crisi da Covid-19, secondo Confindustria, anche l’occupazione subirà ingenti danni, provocando un’impennata della disoccupazione. Nel 2020 il tasso di disoccupazione salirà all’11,2% dal 9,9% del 2019. “Solo con soluzioni di salvaguardia dell’occupazione – ha avvertito il Csc – si potrà contenere la distruzione di posti di lavoro”.

A rischio a causa del Coronavirus anche le imprese. “È urgente evitare – dicono dal Csc – che il blocco dell’offerta ed il crollo della domanda provochino una drammatica crisi di liquidità nelle imprese: a fronte delle spese indifferibili, tra cui quelle per gli adempimenti retributivi, fiscali e contributivi, e degli oneri di indebitamento, le mancate entrate prodotte dalla compressione dei fatturati potrebbero mettere a repentaglio la sopravvivenza stessa di intere filiere produttive”.

Nello studio di Confindustria c’è anche il duro attacco al Dl “Cura Italia, che rappresenta solo un “primo passo” per la tutela del sistema economico e sociale, in quanto la dimensione degli interventi è “largamente insufficiente”. Secondo gli economisti di viale dell’Astronomia, “è cruciale che si definisca fin d’ora il quadro delle prossime azioni. Il nostro Paese deve muoversi subito, con una ingente dotazione di risorse volte a generare effetti positivi per tutte le imprese italiane”. Occorre attivare un flusso di liquidità che “consenta di diluire nel lungo termine l’impatto della crisi per le imprese, senza appesantire eccessivamente il debito pubblico”.

Per Confindustria un aiuto fondamentale per cercare di attenuare la crisi che incombe sull’Italia potrebbe arrivare dalle istituzioni europee che devono fare “un cruciale passo in più: `introduzione di titoli di debito europei, fin troppo rimandata”.

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