Daisy Osakue prende per sé la scena, conquistando la finale del lancio del disco ed eguagliando il primato italiano assoluto, lo storico 63,66 stabilito nel giugno del 1996 da Agnese Maffeis.
La misura vale alla piemontese il quinto posto assoluto nella lista delle qualificate, guidata dalla statunitense Allman (66,42).
Appuntamento con la finale lunedì alle 13 italiane (le 20 giapponesi).
“Sono entrata in pedana dicendo: o la va, o la spacca, mi ripetevo: Daisy devi lanciare, mena, con la cazzimm’, come diciamo noi, senza stare a guardare la tecnica… Però non immaginavo di fare così bene, di entrare in finale alla mia prima Olimpiade, e di eguagliare il primato della Maffeis. Sto ancora tremando, avrò la temperatura a 50 gradi…” ha detto l’azzurra.
“Sono felicissima – ha aggiunto Daisy Osakue -, viste le difficoltà di quest’anno, avevo mia madre che pregava al telefono prima della qualificazione, Marilù (Maria Marello, l’ex discobola e allenatrice della Osakue, ndr) a Tokorozawa… è stato un anno complicato, per via dell’ernia del disco, ovvia per una discobola, ma qui contava il cuore più del fisico. Ora testa alla finale, e voglio aggiungere prima possibile un centimetro alla misura del record. No, scherzi a parte, sono orgogliosa: essere ai livelli di Agense Maffeis mi fa venire i brividi. Sapevo di avere queste misure nelle braccia, ma sono molto scaramantica, tenevo questa considerazione dentro di me”.
“Ora ce l’ho fatta, e sono molto felice!”, ha concluso l’azzurra.
La conquista della finale è arrivata nel terzo anniversario dell’aggressione razzista nei confronti dell’atleta, colpita a un occhio da un uovo lanciato da un’auto in corsa, a Moncalieri, nel Torinese.