Respinge le accuse Alì Elabed Baguera, il cameriere tunisino accusato dell’omicidio dell’algerino Badreddine Boudjemai, ucciso in via Roma a Palermo nella notte tra venerdì e sabato.
Nonostante ciò, sembra che tra la vittima e l’indagato vi fossero stati dei litigi in passato e che le immagini di videosorveglianza dell’area dove si è consumato il delitto abbiano “incastrato” il cameriere.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI
Badreddine Boudjemai – cuoco, sposato e padre di due figli – sarebbe stato raggiunto da tre colpi di pistola nel cuore della notte, mentre tornava a casa dopo il suo turno di lavoro. Il movente dell’assassinio del 41enne, che a quanto pare era molto conosciuto a Palermo e non sembrava avere nemici, è ancora ignoto. Una prima ipotesi è che il cameriere possa aver agito per una “manciata di clienti” in più.
Durante l’interrogatorio, però, il cameriere accusato dell’omicidio ha negato ogni accusa: “Non c’entro nulla. Non mi rovino la vita per un cliente in più o in meno”, avrebbe detto ai pm.
Baguera avrebbe affermato di essere rientrato a casa della cugina e del marito prima di mezzanotte, come previsto dall’accordo per l’affidamento in prova stabilito dal Tribunale di Sorveglianza. In passato era stato accusato di aver incendiato dei materassi e degli oggetti nel centro d’accoglienza di Lampedusa dove era giunto a bordo di un barcone. Parenti e dipendenti del locale in cui lavorava la vittima avrebbero confermato l’esistenza di dissapori tra Boudjemai e Baguera e di una lite risalente ad alcuni mesi fa, al tempo passata quasi inosservata.
Proseguono le indagini per comprendere se il killer sia realmente il cittadino tunisino fermato e se il movente dell’omicidio sia effettivamente legato alla professione. La famiglia della vittima chiede la verità.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI
Foto da profilo Facebook