Omofobia, commissione approva testo, legge più vicina - QdS

Omofobia, commissione approva testo, legge più vicina

Patrizia Penna

Omofobia, commissione approva testo, legge più vicina

mercoledì 29 Luglio 2020

Lunedì 3 agosto il testo arriverà in Aula ma la Lega protesta. Pagano: "Passa legge illiberale e discriminatoria, vogliono imporre pensiero unico"

“Come relatore sul parere relativo alla legge sull’omofobia nel Comitato Pareri della Prima Commissione sono particolarmente soddisfatto che esso sia stato approvato senza nessun voto contrario e, al termine di un proficuo scambio di opinioni, anche col sì della Lega, oltre che dei gruppi di maggioranza”. Lo ha detto il deputato del Pd Stefano Ceccanti, spiegando che “la prima delle condizioni approvate si muove nella stessa direzione dell’emendamento Costa già approvato, che ha esplicitato l’intento di distinguere le opinioni liberamente espresse dalle forme inaccettabili di legittimazione della violenza e propone di identificare più puntualmente queste ultime in relazione ad un nesso con atti gravi, concreti e attuali”.

La seconda condizione “propone di chiarire maggiormente i confini tra le condotte discriminatorie fondate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere, al fine di evitare incertezze in sede applicativa. Seguono poi alcune osservazioni di minore importanza. Credo che l’iter della legge possa quindi proseguire in modo proficuo”.

Pagano (Lega): “Passa legge illiberale e discriminatoria”

Lunedì 3 agosto il testo arriverà in Aula ma l’iter della legge si preannuncia in salita. “Ieri alle 2 di notte è stata approvata dalla maggioranza Pd-5s, in commissione giustizia, la pdl sull’omofobia. Il tutto nel disprezzo più assoluto delle regole parlamentari e con un vergognoso contingentamento dei tempi concessi ad ogni gruppo per illustrare i propri emendamenti”.
La denuncia arriva dal vice capo gruppo della Lega alla Camera, Alessandro Pagano. “Già oggi – prosegue il deputato leghista – intravediamo le conseguenze di questa legge: sacerdoti perseguitati, genitori preoccupati dagli effetti a cui saranno costretti le generazioni future con l’insegnamento obbligatorio gender nelle scuole. Una legge che sta passando grazie alla cabina di regia occulta, ma palpabilmente presente, delle lobby lgbt e con la contemporanea colpevole complicità del silenzio-assenso del governo Conte”.

“Vogliono imporre un pensiero unico che metta al bando la famiglia tradizionale e gli eterosessuali, ma la Lega continuerà la grande battaglia antropologica facendo argine per garantire le libere scelte di ogni singola persona, la libertà di pensiero e la difesa della famiglia naturale rispetto alle derive di questa legge che perseguiterà proprio gli eterosessuali”, conclude Pagano.

Comitato Polis Pro: “Testo non vada in Aula ma torni in Commissione Giustizia”

“Consideriamo positivo il
lavoro svolto dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera, la quale,
chiamata a esprimere il parere sul testo unificato Zan in tema di contrasto
alla omo-transfobia, ha evidenziato due condizioni fondamentali: una connessa
ai rischi di sanzionare penalmente opinioni liberamente espresse, che non siano
collegate ad atti di violenza, l’altra relativa all’estrema genericità dell’uso
di categorie come genere, identità di genere e orientamento sessuale. La Commissione
Affari Costituzionali, quindi, conferma le critiche e le riserve espresse da
tanti giuristi durante le audizioni. E’ evidente, allora, che l’esame debba
tornare in Commissione Giustizia e non andare in Aula il 3 agosto”. E’ quanto
dichiarano, in una nota, le 50 associazioni non profit aderenti al Comitato
Polis Pro Persona
, che sottolineano come “la prima commissione condiziona
il proprio parere favorevole alla riformulazione dei testi normativi su tali
essenziali concetti. E ciò è evidente dal tenore letterale del parere, nel
momento in cui, sia quanto alle condizioni sia quanto alle osservazioni, esso
ripete la formula “valuti la Commissione di merito…”.

Ad esigere un ritorno in
Commissione Giustizia, secondo il Comitato Polis Pro Persona, è poi “la
sostanza del provvedimento: dopo la forzatura dell’aver anticipato le norme
finanziarie del testo con l’inserimento degli articoli 7 e 9 nella legge di
conversione del DL Rilancio, e dell’avere ignorato in Commissione Giustizia le
osservazioni e la condizione poste dal Comitato per la Legislazione, oggi non
va aggiunta forzatura a forzatura, sui delicati profili di costituzionalità.
Pertanto – conclude – non è possibile che la proposta di legge Zan sia
calendarizzata in Aula il prossimo 3 agosto 2020: è in gioco il rispetto dei
principi fondanti della nostra Costituzione”.

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