Open Arms, il pm sbarca gli "ostaggi di Salvini" - QdS

Open Arms, il pm sbarca gli “ostaggi di Salvini”

redazione

Open Arms, il pm sbarca gli “ostaggi di Salvini”

mercoledì 21 Agosto 2019

Il ministero della Difesa toglie le navi di pattugliamento al ministro dell'Interno. L'imbarcazione della Ong a Porto Empedocle, i naufraghi nell'hot spot dopo 19 giorni. Un'altra sconfitta per Salvini che teme una replica del caso Diciotti

Non solo ci ha pensato ancora la magistratura a sbloccare il caso Open Arms, ma la totale sconfitta di Matteo Salvini è sancita da quanto fatto trapelare da fonti del Viminale: ieri il ministero della Difesa “ha modificato unilateralmente i compiti affidati a coloro che intervengono nell’ambito delle operazioni di pattugliamento”.

Le nuove indicazioni, formalizzate appunto ieri, per gli assetti militari in azione nel Mediterraneo centrale “denotano un chirurgico ma significativo arretramento rispetto a quanto concordato per il contrasto dell’immigrazione clandestina”.

L’impostazione delle nuove indicazioni operative del ministero guidato da Elisabetta Trenta, (le precedenti erano del 9 agosto scorso) “depotenzia pesantemente alcune forme di collaborazione tra gli assetti militari e gli apparati dello Stato, in primis l’Interno, finalizzate all’azione di contrasto e di repressione nei confronti dei trafficanti di esseri umani e dei loro complici”, fanno notare infine le fonti del Viminale.

Notte tranquilla e piena di gioia per i profughi nell’hot spot

Hanno trascorso una notte tranquilla e piena di gioia ed eccitazione per avere finalmente toccato la terraferma gli 83 profughi sbarcati ieri sera con la Open Arms nel molo commerciale di Lampedusa dopo 19 giorni in mare, in seguito al sequestro della nave della Ong spagnola da parte della Procura di Agrigento e all’evacuazione immediata. I naufraghi sono stati visitati da due medici del poliambulatorio più altri due inviati dell’Asp di Palermo a supporto, un dermatologo e un ginecologo.

Per nessuno degli 83 è stato necessario fare accertamenti perché le loro condizioni sanitarie sono state giudicate buone.

Tutti sono stati trasferiti nell’hotspot.

La Open Arms,sotto sequestro, è ripartita per Porto Empedocle

La nave Open Arms, sotto sequestro preventivo da parte della Procura di Agrigento, ha lasciato il porto di Lampedusa e sta facendo rotta verso Porto Empedocle dove giungerà in serata.

L’imbarcazione della ong spagnola, per i Pm, poteva rimanere a Lampedusa, ma si sarebbero determinati problemi per i collegamenti aerei e con i traghetti di linea a causa della vicinanza del molo con l’aeroporto.

Lo sbarco dopo l’attracco a Lampedusa, ieri a tarda sera

Dopo 19 giorni vissuti in condizioni disastrose sul ponte della nave spagnola, ferma a 800 metri dalla costa di Cala Francese a Lampedusa, tutti i naufraghi, che il segretario del Pd Zingaretti aveva definito “gli ostaggi di Salvini”, sono stati fatti sbarcare ieri a tarda sera.

Quando alle 23,40 la Open Arms è arrivata nel porto di Lampedusa, profughi e volontari dal ponte dell’imbarcazione hanno cominciato a cantare “Bella Ciao”, abbracciandosi, mentre dal molo arrivavano applausi e urla di benvenuto.

Ad aspettare i profughi c’era anche padre Carmelo La Magra, il parroco di Lampedusa, accompagnato da una trentina di persone, tra fedeli e attivisti.

Un nuovo caso Diciotti per Salvini

A sbloccare la situazione è stato il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, lo stesso pm che aveva sbloccato il “caso Diciotti“. In quell’occasione il Tribunale dei ministri di Catania chiese l’autorizzazione a procedere per sequestro di persona per il capo della Lega Nord e ministro dell’interno Matteo Salvini.

Rientrato dalle ferie, il capo della Procura agrigentina ha preso in mano l’inchiesta, coordinata fino a quel momento dal sostituto Salvatore Vella, e si è subito precipitato a Lampedusa con un elicottero e uno staff medico al seguito.

“La situazione è esplosiva, devo riportare la calma”

“La situazione è esplosiva, devo riportare la calma e fare in modo che nessuno si faccia male, l’impegno e l’attenzione sono massimi per l’incolumità delle persone”, aveva detto prima di prendere il volo per l’isola.

L’ispezione sulla nave della Ong è bastata al magistrato per assumere la decisione tanto attesa dai migranti. E così, a conclusione di un vertice nella Capitaneria di porto, Patronaggio ha disposto il sequestro preventivo della Open Arms, che dovrebbe poi essere portata a Licata, e l’evacuazione immediata dei profughi.

Sequestro di persona, omissione e rifiuto di atti d’ufficio

Secondo quanto si è appreso, oltre all’inchiesta per sequestro di persona nei confronti di ignoti avviata nei giorni scorsi sulla base di esposti della ong spagnola, i magistrati hanno aperto un fascicolo a carico di ignoti per omissione e rifiuto di atti d’ufficio.

Il reato, previsto dall’articolo 328 del codice penale, punisce “il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni”.

E così il sequestro è stato disposto “per evitare che il reato sia portato a ulteriori conseguenze”.

I magistrati ora stanno ricostruendo la catena di comando per risalire a chi ha impedito lo sbarco dei profughi.

Nei giorni scorsi c’era stata anche una denuncia alla magistratura nei confronti del Prefetto di Agrigento.

La sua stessa propaganda dietro la sconfitta di Salvini

Il caso Open Arms si è concluso dunque con u’altra pesante sconfitta per Matteo Salvini, che ha i guai suoi dopo aver aperto la crisi di governo.

Nonostante ciò ha continuato a scatenare “La Bestia”, la sua macchina di propaganda sui social, e, allontanandosi dall’aula del Senato, in un video su Fb ha attaccato, per quanto possibile.

“Il sequestro – ha detto – impone lo sbarco degli immigrati: ricordo che non c’era allarme sanitario, finti malati e finti minorenni. Qualcuno si sta portando avanti già nel nome del governo dell’inciucio che vuole riaprire i porti. Finché campo è mio dovere difendere i confini e la sovranità del Paese”.

C’è insomma la sua stessa propaganda dietro la sconfitta di Salvini, perché è una grande falsità questa dei confini: soltanto negli ultimi mesi e fino a ieri fa sono arrivati in Italia, con gli “sbarchi fantasma” dei trafficanti d’uomini, migliaia e migliaia di migranti sui quali il Viminale continua a mantenere un colpevole silenzio per consentire le sparate del ministro dell’Interno.

Proprio ieri sera, infatti, sono giunti a Lampedusa altri cinquanta migranti, probabilmente tunisini, che peraltro hanno ritardato le operazioni di sbarco dalla nave della Ong spagnola.

Ma sulla vicenda Open Arms c’è altro: come nel caso Diciotti, ha ricordato lo stesso Salvini, “Molto probabilmente mi arriverà una denuncia dalla stessa Procura che mi indagò per sequestro di persona, reato che prevede 15 anni di carcere: stavolta il reato è omissione di atti d’ufficio. Io non mollo”.

La differenza sta nel fatto che in quell’occasione Salvini fu graziato dal M5s che, in Senato, votò contro l’autorizzazione a procedere. Se, invece, stavolta non lo farà, il capo della Lega Nord sarà costretto ad affrontare la magistratura senza le coperture che gli hanno finora consentito l’immunità.

Che il vento sia cambiato nei confronti di Salvini lo si comprende da un post di ieri su Facebook del ministro dei Trasporti grillino, Danilo Toninelli: “C’è un dato politico da registrare: mentre in precedenza gli altri Paesi europei, prima dello sbarco, davano la disponibilità ad accogliere una parte di migranti, ora invece ci dicono prima di sbarcarli a Lampedusa e poi si vedrà. Stanno ricominciando a voltarci le spalle e questo ha un unico responsabile: Matteo Salvini, che ha indebolito il Governo e, di conseguenza, la nostra posizione in Europa”.

La svolta sulla Open Arms è arrivata ieri a tarda sera, un’ora dopo che dalla base di Rota, a Cadice, era partita la nave militare, inviata dal governo spagnolo di Sanchez, che in tre giorni di navigazione sarebbe arrivata a Lampedusa per recuperare i naufraghi e portarli a Maiorca.

In capitaneria Patronaggio ha sentito il fondatore e il presidente di Open Arms, Oscar Camps e Riccardo Gatti, che all’uscita si sono precipitati sulla nave per dare la notizia.

“Finalmente l’incubo finisce, le persone rimaste riceveranno assistenza immediata in terra” ha scritto Open Arms su twitter.

Lo sbarco, completato quando ormai era buio, stato l’epilogo di una giornata drammatica.

Diciassette naufraghi, in quattro diversi momenti, erano sono tuffati dalla nave tentando di raggiungere a nuoto la riva e senza l’intervento della Guardia costiera sarebbero probabilmente annegati per le onde alte e il mare agitato.

Le funzioni psichiche dei migranti fortemente sollecitate

Tutti sono stati recuperati e portati dai guardacoste sul molo di Lampedusa e poi nell’hotspot; alcuni di loro prima sono stati visitati nel poliambulatorio per accertamenti e poi dimessi.

Le “funzioni psichiche” dei migranti erano “fortemente sollecitate da condizioni emozionali estreme”.

Lo ha scritto, dopo l’ispezione sulla Open Arms, la psicologa che ha consegnato alla Procura di Agrigento una relazione in cui si parla di “un clima di altissima espressione”, con “la percezione di ‘morte’ rispetto a un eventuale rimpatrio e la speranza di ‘vita’, anche affrontando a nuoto lo specchio di mare che li separa dall’isola di Lampedusa”.

Tutto ciò “non lascia più possibilità di valutazione del rischio individuale e collettivo, né, da parte di terzi, la possibilità di arginare o contenere una ulteriore estensione di situazione psicopatologiche di ‘dissociazione nevrotica e/o psicotica”.

In nottata erano stati fatti scendere per motivi di salute altri nove naufraghi, tra cui tre donne, una delle quali aveva accompagnato il marito.

Tra gli sbarcati per problemi di salute e psicologici e i naufraghi salvati dalle onde, a bordo di Open Arms erano rimaste soltanto 79 persone.

E anche loro, nella tarda serata, hanno potuto finalmente giungere sulla terraferma.

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