Cronaca

NOMI e VIDEO | Operazione Meteora, scoperti gli autori di un omicidio: chi sono i vertici dei clan Santangelo e Mazzei

La Polizia di Stato ha eseguito dalle prime ore di questa mattina l’operazione Meteora. La Squadra Mobile della Questura di Catania e Commissariato di P.S. Adrano, su delega di questa Procura Distrettuale della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania a carico di 18 soggetti destinatari della custodia in carcere.

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Questi sono ritenuti gravemente indiziati dei delitti di omicidio, associazione di tipo mafioso (clan Santangelo di Adrano e clan Mazzei intesi “carcagnusi” di Catania) e porto e detenzione illecita di armi da sparo aggravata dalla finalità di agevolare l’associazione mafiosa di appartenenza.

Operazione Meteora, le indagini e gli interrogatori

Le indagini della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. Adrano sono state supportate da presidi tecnici, come intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, oltre a videoregistrazioni. Queste hanno tratto origine dalle dichiarazioni rese nel dicembre 2019 dal collaboratore di giustizia LA ROSA Giovanni in ordine alla scomparsa (avvenuta ad Adrano il 16.6.2016) e successiva uccisione di CIADAMIDARO Nicola.

In sede di interrogatorio, il predetto collaboratore di giustizia riferiva che l’omicidio, tipico esempio di c.d. “lupara bianca”, era stato commesso, su ordine dei vertici del clan mafioso Santangelo, da SANTANGELO Gianni inteso “Giannetto”, ROSANO Nicolò inteso “pipituni”, BULLA Antonino inteso “u picciriddu” e CRIMI Salvatore inteso “Turi u cani”. Il tutto per vendicare il triplice omicidio di ROSANO Alfio (cl.1959), CRIMI Daniele (cl.1985) e FINOCCHIARO Alfio (cl.1965) avvenuto il 27.7.2006 in territorio di Bronte (CT).

Le attività investigative dell’operazione Meteora, volte a riscontrare le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, consentivano di ritenere la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza nei confronti di SANTANGELO Gianni, ROSANO Nicolò, BULLA Antonino, BULLA Vincenzo e CRIMI Salvatore quali esecutori materiali dell’omicidio di CIADAMIDARO Nicola, commesso come detto per vendicare il triplice omicidio del luglio 2006, i cui colpevoli, poi arrestati dalla Squadra Mobile e dal Commissariato di P.S. Adrano nell’ambito dell’operazione Meteorite dell’ottobre 2006, appartenevano al gruppo criminale adranita Liotta – Mazzone di cui avrebbe fatto parte anche la vittima CIADAMIDARO Nicola.

La ricostruzione dell’omicidio di Nicola Ciadamidaro

Da quanto ricostruito dalle indagini, la sera del 16.6.2016 CIADAMIDARO Nicola mentre si recava in palestra alla guida del suo scooter veniva fermato e sequestrato dagli uomini del clan Santangelo. Questi lo caricavano a bordo di un furgone e lo portavano in una campagna isolata. Lì, dopo averlo torturato, lo hanno ucciso decapitandolo.

Durante le indagini dell’operazione Meteora è poi emerso come il clan Santangelo mantenga inalterata la sua operatività nel territorio adranita. In particolare, secondo l’impostazione accusatoria recepita dal Gip, dalle indagini emergeva ai vertici del clan Santangelo la figura di SCARVAGLIERI Toni Ugo. Questi, data la detenzione di tutti gli altri elementi di spicco del sodalizio, avrebbe assunto la guida della famiglia mafiosa, coordinando ed organizzando sul territorio le attività illecite degli affiliati. I proventi confluivano nella “cassa comune” dell’organizzazione, altresì destinata al mantenimento degli affiliati detenuti e delle loro famiglie.

In seguito alla scarcerazione dei citati BULLA Antonino e CRIMI Salvatore, sebbene sottoposti alla detenzione domiciliare, questi avrebbero continuato ad avvalersi del ruolo di coordinamento di SCARVAGLIERI Toni Ugo. Avrebbero, inoltre, ripreso il comando del clan Santangelo, impartendo ordini e direttive al resto degli affiliati e pianificando le strategie criminali dell’associazione mafiosa.

Il prosieguo delle indagini in merito all’operazione Meteora riguardava anche il gruppo criminale capeggiato da LO CICERO Cristian. Questi, referente del clan mafioso catanese Mazzei intesi “carcagnusi”, inseritosi nelle dinamiche criminali adranite, sarebbe entrato in attrito con le due storiche famiglie mafiose Santangelo e Scalisi. Durante l’attività sono state sequestrate diverse armi in dotazione ai due sodalizi mafiosi. Tra questi una mitraglietta vz.61 Skorpion calibro 7.65, una pistola semiautomatica Beretta 70 calibro 7.65 con matricola abrasa, un fucile automatico calibro 12 nonché caricatori e munizioni di svariato calibro.

Operazione Meteora, i nomi degli arrestati

Ecco i nomi degli arrestati nell’operazione Meteora:

  1. BUA Antonio, inteso “asinello” (cl.1983);
  2. BULLA Antonino, inteso “u picciriddu” (cl.1983);
  3. BULLA Giuseppe, inteso “u biondo” (cl.1989);
  4. BULLA Vincenzo (cl.1994);
  5. CALVAGNO Cristian (cl.1988);
  6. COSTA Giuseppe David, inteso “pesciolino” (cl.1982);
  7. CRIMI Salvatore, inteso “Turi u cani” (cl.1986);
  8. FIORELLO Giuseppe (cl.1998);
  9. LANZA Alfio, inteso “Alfredo” (cl.1982);
  10. LAZZARO Pietro (cl.1977);
  11. LO CICERO Cristian (cl.1986);
  12. PALMIOTTI Daniel (cl.1985);
  13. PETRONIO Carmelo (cl.1973);
  14. QUACECI Alfio (cl.1994);
  15. ROSANO Nicolò, inteso “pipituni” (cl.1980);
  16. SANTANGELO Gianni, inteso “Giannetto” (cl.1983);
  17. SCARVAGLIERI Toni Ugo (cl.1973);
  18. VIAGGIO Giuseppe, inteso “u puffu” (cl.1983)