Palermo, 39 indagati nell'operazione "Sanguisuga" - QdS

Palermo, 39 indagati nell’operazione “Sanguisuga”

redazione

Palermo, 39 indagati nell’operazione “Sanguisuga”

venerdì 14 Giugno 2019

Si fingevano malati di talassemia per prendere pensione. La Guardia di Finanza sequestra un milione di euro di beni. L'accusa è falso e truffa all'Inps. La scoperta, incrociando i dati

Si sono finti malati di talassemia anche con falsi certificati medici per percepire una pensione.

I militari della Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo nel corso dell’operazione “Sanguisuga” coordinati dalla procura del capoluogo siciliano, hanno eseguito un provvedimento di sequestro di beni per oltre un milione di euro emesso dal gip nei confronti di 39 soggetti indagati per falso e truffa ai danni dell’Inps.

L’inchiesta è partita dall’analisi dei flussi di spesa di enti pubblici risultati anomali, confermate dagli accertamento interni degli ispettori dell’ente di previdenza nazionale.

La scoperta incrociando i dati

Le indagini hanno consentito di fare emergere attività illecita nella quale sono rimaste coinvolte decine di persone residenti a Palermo e provincia che utilizzando documentazione medica falsificata, hanno beneficiato di particolari indennità economiche spettanti a pazienti colpiti da gravi patologie del sangue (thalassemia major, talassodrepanocitosi e drepanocitosi).

Grazie all’incrocio dei dati in possesso dell’assessorato della salute della Regione siciliana e degli ospedali palermitani, è stato possibile individuare i pazienti che non solo non risultavano iscritti nel “registro siciliano delle talassemie ed emoglobinopatie”, presso cui vengono registrati coloro che, per la natura delle patologie sofferte, effettuano trasfusioni con cadenza periodica, ma godevano in realtà di ottima salute.

Il meccanismo della truffa era semplice e talvolta grossolano.

Certificato medico e timbri falsi

Bastava infatti un certificato medico e timbri falsi.

La documentazione veniva poi presenta all’ufficio Inps territorialmente competente. L’interesse non era quello di beneficiare delle trasfusioni, a cui sono costrette le persone purtroppo realmente malate, ma quello di ottenere l’indennità economica che spettavano per legge ai lavoratori affetti da queste patologie che, raggiunti i requisiti anagrafici e di contribuzione, hanno diritto a un’indennità annuale pari alla pensione minima erogata dall’Inps. I beneficiari presso l’Inps sono 103 con un esborso di 1.624.882,00 euro.

Sequestri preventivi per oltre un milione

Le Fiamme Gialle hanno accertato, nei confronti di 54 soggetti, indebite percezioni per 1,4 milione di euro, mentre – in attività con la Guardia di Finanza – l’Inps avviava le procedure di recupero di parte delle somme illecitamente ottenute.

Per 39 il gip ha disposto il sequestro preventivo per ciascun indagato. Fra i soggetti denunciati, anche due dipendenti dell’Inps, di cui uno attualmente in pensione con l’aggravante della violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione, che ha gestito le relative pratiche.

I due dipendenti si erano autoassegnati, direttamente o hanno assegnato illecitamente al coniuge le stesse indennità previste.

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