Palermo, commozione per la cittadinanza a Liliana Segre - QdS

Palermo, commozione per la cittadinanza a Liliana Segre

redazione

Palermo, commozione per la cittadinanza a Liliana Segre

domenica 16 Giugno 2019

La senatrice a vita l'ha dedicata a Mattarella, "faro per l'Italia", in tempi in cui "il diritto di cittadinanza e la dignità della persona vengono spesso negati". E parla delle leggi razziali del 1938 "che stabilivano che gli appartenenti alla razza ebraica erano stranieri"

“Quando ho detto al Capo dello Stato che mi sarebbe stata conferita la cittadinanza onoraria di Palermo mi ha risposto: ‘Allora saremo anche concittadini, con le nostre teste bianche'”.

Lo ha detto la senatrice a vita Liliana Segre ieri nel Palazzo delle Aquile durante la cerimonia con la quale il sindaco Leoluca Orlando le ha conferito la cittadinanza onoraria.

“Voglio dedicare questo momento – ha aggiunto la Segre – al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, faro in questo momento in Italia”.

“Il mio rapporto con Palermo e la Sicilia – ha aggiunto – non è mai stato solo quello di una cittadina italiana legato alla storia, alla cultura e all’arte ma ci sono anche motivi particolari. Qualcosa di strettamente legato alla parte più drammatica della mia vita nell’Italia fascista in base alle leggi razziste del ’38 e anche dopo all’inizio della guerra, che prevedevano l’espulsione per i cittadini italiani ebrei”.

“Io e mio padre – ha rivelato, suscitando l’emozione di molti, tra i presenti – dovevamo fuggire in Svizzera. Per fare questo papà si era procurato documenti falsi che attestavano che entrambi risultavamo nati a Palermo”.

Chi è Liliana Segre

Nata a Milano in una famiglia ebrea, dopo la morte della madre visse con suo padre, Alberto Segre, e i nonni paterni. A seguito delle leggi razziali fasciste del 1938 fu espulsa dalla scuola. Il 10 dicembre 1943 provò, assieme al padre e due cugini, a fuggire a Lugano, in Svizzera, ma furono respinti e giorno dopo fu arrestata, in provincia di Varese, all’età di tredici anni. Dopo due mesi di carcere tra Varese, Como e Milano, il 30 gennaio del 1944 venne deportata nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau e separata dal padre, che non rivide mai più. Anche i suoi nonni paterni furono arrestati, deportati e uccisi.

Liliana, alla fine di gennaio del 1945, dopo l’evacuazione del campo, affrontò la marcia della morte verso la Germania e venne liberata dall’Armata Rossa il primo maggio del 1945. Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni deportati ad Auschwitz, Liliana fu tra i venticinque sopravvissuti.

Dopo lo sterminio nazista, visse con i nonni materni, di origini marchigiane, unici superstiti della sua famiglia. Nel 1948 conobbe Alfredo Belli Paci, cattolico, anch’egli reduce dai campi di concentramento nazisti per essersi rifiutato di aderire alla Repubblica Sociale. I due si sposarono nel 1951 ed ebbero tre figli.

Il 19 gennaio 2018, anno in cui ricade l’ottantesimo anniversario delle leggi razziali fasciste, il presidente Mattarella ha nominato Liliana Segre senatrice a vita “per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”.

Leggi razziali di ieri e di oggi

“La cittadinanza che oggi mi avete dato – ha aggiunto poi – è un dato in controtendenza in tempi in cui invece il diritto di cittadinanza e la dignità della persona vengono spesso negati dalla nazione ma anche da atti concreti di carattere razzista e discriminatorio. Anche in questo caso non mancano precedenti e mi riferisco alle leggi razziali del 1938 che stabilivano che gli appartenenti alla razza ebraica erano stranieri”.

“Anche oggi a Palermo – ha sottolineato la senatrice – mi sento la stessa bambina che allora fu espulsa dalla scuola e resa straniera, che però oggi riceve addirittura una cittadinanza onoraria circondata dall’affetto di questa meravigliosa città”.

“Un pensiero ai giovani di cui mi considero nonna ideale dico che il concetto di cittadinanza ha un duplice significato:è un diritto da una parte di tutti i cittadini ma anche una responsabilità. – ha detto – Un pensiero particolare va a quei bambini, nati da genitori stranieri, che crescono con i nostri nella stessa scuola, ma scoprono amaramente di essere nonostante tutto, diversi”.

La professoressa sospesa alla cerimonia

Alla cerimonia del conferimento della cittadinanza hanno preso parte gli alunni e la professoressa Rosa Maria dell’Aria della scuola Vittorio Emanuele III di Palermo.

La docente era stata sospesa dal provveditore per omesso controllo su una ricerca presentata dagli alunni dell’Istituto Vittorio Emanuele III, all’interno della scuola e con altre classi, in cui gli studenti avevano paragonato le leggi razziali del ’38 al decreto sicurezza.

Al termine della cerimonia Liliana Segre ha sostato, nell’area esterna dell’ex deposito delle locomotive, davanti al vagone della memoria, dedicato a tutte le vittime dell’olocausto.

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