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Palermo, due ore per un’ambulanza, s’indaga per omicidio colposo

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Palermo, due ore per un’ambulanza, s’indaga per omicidio colposo

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mercoledì 07 Aprile 2021

Dalle conversazioni intercettate dalla Procura di Trapani, le rivelazioni di Di Liberti, ex Dasoe, che intrecciano l'inchesta sui presunti dati covid falsi in Sicilia con la morte di una donna.

“Oggi è morta una perché l’ambulanza è arrivata dopo due ore ed è arrivata da Lascari. Perché? Perché sono tutte bloccate nei pronto soccorsi. Tutte!”.

Era la sera del 4 novembre scorso quando l’ex dirigente Dasoe, Letizia Di Liberti, finita agli arresti domiciliari in merito all’inchiesta sulla presunta falsificazione dei dati legati all’andamento della pandemia in Sicilia (la stessa che ha portato alle dimissioni dell’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza) pronunciava a Ferdinando Croce, capo di gabinetto dell’assessorato alla Salute.

Come scrive Sandra Figliuolo su Palermotoday, era lo stesso giorno in cui una donna, residente in Via Di Marco (Palermo) morì d’infarto aspettando per due ore un’ambulanza in arrivo da Lascari. Una morte sospetta che aveva già destato l’attenzione della Procura, che aveva aperto un fascicolo: ora si attende l’esito dell‘autopsia, proprio per capire cosa effettivamente ne abbia provocato la morte.

Letizia Di Liberti sostiene che la donna poteva essere salvata: “Te lo immagini? – diceva a Croce – Cioè che arrivò un’ambulanza da Lascari, arrivò dopo due ore e quella è morta per un infarto, che si poteva benissimo salvare… 52 anni”.
“Matri”, replicava Croce.

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