Palermo

Palermo, elezioni ormai alle porte, il centrosinistra naviga a vista

PALERMO – A pochi mesi dal voto per scegliere il successore di Leoluca Orlando, il centrosinistra procede a tentoni: non c’è ancora un candidato e non c’è una decisione definitiva sulle primarie. Il M5s, per esempio, a parte qualche eccezione individuale, non le ha mai volute. “La via maestra – ha detto il deputato regionale pentastellato Giampiero Trizzino – è quella della ricerca di una soluzione condivisa che converga su un candidato o una candidata che goda del sostegno convinto di tutti e che dia compattezza e unità alla comune proposta politica. Le primarie non ci hanno mai affascinato, è noto da tempo e su questa inopportunità metodologica e sostanziale vogliamo confrontarci con gli alleati”.

Il Pd invece sembra indeciso. Una fetta dei dem le vorrebbe. Altri, come il deputato regionale Antonello Cracolici, restano tiepidi. Qualche giorno fa, in un post apparso sulla pagina Facebook del Pd Sicilia, il presidente della Direzione regionale Antonio Ferrante e i componenti della segreteria regionale Marco Guerriero, Antonio Rubino e Daniele Vella scrivevano: “Se da una parte è opportuno continuare a lavorare a un programma e a una carta dei valori comuni per le prossime amministrative di Palermo, dall’altra è necessario un supplemento di riflessione condivisa sul percorso politico e sui confini della coalizione: a partire dalla scelta dello strumento di selezione della candidata o del candidato sindaco. Ciò che conta è tenere alto il dibattito sui temi, motivo per il quale il soffermarsi sulle primarie, che sono oggetto di dibattito dentro tutte le forze della coalizione, rischia di spostare troppo l’attenzione sul mezzo prima che sul fine”.

Come a dire che, più delle primarie, conta la coalizione. In pratica, gli unici a spingere davvero in quella direzione sono gli orlandiani. Valentina Chinnici, consigliera comunale di Avanti Insieme, e Mariangela Di Gangi, presidente del Laboratorio Zen Insieme e candidata sindaca, hanno espresso in una nota congiunta il loro favore alle primarie, “convinte come siamo che sia urgente e indispensabile assumere decisioni chiare, concrete e trasparenti nel rispetto dovuto ai cittadini e alle cittadine di Palermo. Occorre però fare in fretta, in modo che tutta la coalizione possa discutere insieme al candidato o alla candidata le scelte programmatiche fondamentali”.

Il sì alle primarie è arrivato anche dallo stesso Orlando e dal suo braccio destro Fabio Giambrone. Ma restano, almeno per ora, voci isolate. Anche la sinistra, infatti, vuole prima definire il perimetro della coalizione e dice “no” al campo largo con i centristi di Italia Viva, +Europa e Azione: chi non ha votato il Piano di riequilibrio è fuori.

“L’unica alleanza possibile per Palermo – ha scritto su Facebook Giusto Catania – è con chi ha a cuore il futuro della nostra città, ossia quelle forze politiche che hanno occupato l’aula consiliare per l’approvazione del Piano triennale delle opere pubbliche e che hanno approvato il Piano di riequilibrio, salvando la città”.

Concetto ribadito da Sinistra Civica Ecologista, il progetto politico che mette insieme associazioni, movimenti, comitati e sindacati di sinistra: “Abbiamo più volte chiarito che il perimetro della coalizione per le prossime elezioni comunali di Palermo dovrà essere quello rappresentato dalle forze che hanno occupato Sala delle Lapidi e votato il piano di riequilibrio. Il cosiddetto campo largo avrebbe il solo effetto di snaturare la coalizione, sarebbe un’innaturale sommatoria e non la migliore sintesi delle forze politiche e civiche progressiste cittadine. Il programma va condiviso con un tavolo permanente della coalizione, incaricato di una elaborazione capace di guardare al futuro della città. Stesso metodo andrà utilizzato per definire le modalità di scelta del candidato sindaco. Non sono utili a nessuno fughe in avanti, come notizie di stampa fanno temere. Fino ad oggi non abbiamo mai discusso di candidature. Quando sarà all’ordine del giorno Sinistra Civica Ecologista avanzerà una rosa di nomi da candidare a sindaco di Palermo in grado di rappresentare tutta la coalizione”.

D’altra parte i renziani hanno già lanciato un loro uomo nella corsa a Palazzo delle Aquile (il capogruppo al Senato Davide Faraone) e il referente palermitano di Italia Viva, Toni Costumati, ha replicato a muso duro all’assessore: “Leggo che Giusto Catania, dopo aver massacrato la città con i suoi provvedimenti, ora pone veti e costruisce recinti sulle coalizioni future. Non si affatichi, noi con lui non vogliamo avere nulla a che fare e se le forze liberali, riformiste e popolari vogliono costruire un progetto di governo per questa città, devono stare lontane anni luce da lui e dalle sue politiche”.