Palermo, operazione antidroga nel quartiere Zen 2 - QdS

Palermo, operazione antidroga nel quartiere Zen 2

redazione

Palermo, operazione antidroga nel quartiere Zen 2

martedì 22 Ottobre 2019

Dieci persone arrestate e tra queste tre minorenni. Per gli investigatori, la povertà spinge allo spaccio. Sequestrati quasi cinque chili di hashish e 70 grammi di marijuana. Si spacciava anche davanti a bambini. Le madri del quartiere ringraziano i Carabinieri

I Carabinieri hanno eseguito allo Zen di Palermo due ordinanze cautelari nei confronti di dieci persone, tra cui tre minorenni, tutti di diciassette anni, accusati a vario titolo di spaccio e detenzione di stupefacenti.

L’operazione antidroga denominata “Take and go”, condotta dai militari della stazione San Filippo Neri, ha permesso di ricostruire nei dettagli l’attività svolta dall’organizzazione, delineando ruoli e funzioni dei componenti che gestivano la piazza dello spaccio di hashish allo Zen 2.

Tra gli indagati nell’operazione in carcere sono finiti i palermitani Claudio Garufo, 33 anni, Alessandro Graziano, 29 anni, Salvatore La Piana, 25 anni, Manfredi Hasse Ben Abid, 25 anni, Cristian Furitano, 22 anni, Andrea Balsano, 21 anni, Rosario Bartolotta, 19 anni.

Nel carcere per i minorenni Malaspina sono stati portati Fabrizio Spinnato, 19 anni e Giovanni Paolo Di Fiore, 18 anni, che all’inizio dell’indagine erano minorenni, e in comunità B.D.S. di 18 anni.

Gli investigatori sul ruolo dei minorenni

“C’è sicuramente il coinvolgimento di tre minorenni, ormai maggiorenni e soprattutto vi è l’attività di spaccio incessante che durava dalle 8 alle 20 come una vera e propria fabbrica a ciclo continuo e che interessava anche soggetti di minore età” ha detto Andrea Senes comandante della compagnia di San Lorenzo.

“I minorenni – ha aggiunto – avevano ruoli che si intercambiavano tra loro, ovvero erano procacciatori, e veri e propri pusher. Allo Zen è difficile trovare i nascondigli degli stupefacenti, ma l’attività informativa, di analisi e di videosorveglianza ha consentito di trovarli in vari punti, dai serbatoi dell’acqua alle marmitte di macchina e persino negli pneumatici delle vetture parcheggiate di persone ignare”.

Lo spaccio e le vedette in via Senocrate di Agrigento

La vendita di droga avveniva in via Senocrate di Agrigento, tra le palazzine al numero 13 e 15, con l’ausilio di alcune “vedette” che avvisavano dell’arrivo delle forze dell’ordine.

Le indagini hanno documentato che gli indagati si alternavano tra di loro per spacciare.

Il primo contatto avveniva in una strada, in cui i potenziali acquirenti comunicavano il tipo di stupefacente richiesto e la quantità.

I “clienti” venivano dunque invitati ad aspettare tra le due palazzine ben controllate.

I pusher andavano a prendere la droga in nascondigli che venivano cambiati ogni giorno – cassette elettriche, serbatoi delle auto parcheggiate eccetera – e infine la consegnavano.

Gli investigatori, la povertà spinge allo spaccio

I giovani arrestati rispettavano dei turni di lavoro. La loro paga era di trenta o quaranta euro al giorno.

In alcuni casi sono stati pagati con dei pezzi di hashish che potevano vendere a loro volta.

Nel quartiere la collaborazione di residenti con gli spacciatori avviene per le difficoltà economiche. In tanti sono disponibili a rischiare per tenere in casa o nei magazzini alcuni chili di droga.

“Per questi la ricompensa è di 800 euro al mese. Il rischio è grande – spiegano gli investigatori – ma la povertà e la necessità porta anche a rischiare”.

Un numero incredibile di dosi vendute

Sono state ben 584 le cessioni di droga documentate, anche con foto e filmati, per un volume di affari di diverse migliaia di euro al giorno.

Durante l’operazione i militari hanno arrestato sette persone in flagranza di reato, sequestrato circa 4,5 chili di hashish e 70 grammi di marijuana.

Inoltre ben 41 persone sono state segnalate alla Prefettura quali assuntori di sostanze stupefacenti.

A rendere lo scenario più grave, era il fatto che lo spaccio avvenisse anche in presenza di bambini.

Le madri dello Zen ringraziano i Carabinieri

A mano a mano che venivano eseguiti stamattina gli arresti dei giovani accusati di essere pusher alla caserma dei carabinieri il telefono ha squillato diverse volte.

Erano le mamme del quartiere Zen di Palermo che ringraziavano i militari per avere liberato almeno per un periodo le strade del quartiere dallo spaccio.

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