I media, quasi con sorpresa, hanno registrato l’evento del Papa che si è recato presso la camera ardente ove era la salma dell’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e gli ha reso omaggio anch’egli da laico e non come Capo della Chiesa.
Il Capo della Chiesa cattolica ha avuto un comportamento nobile e degno di plauso nel manifestare il rispetto verso chi non era credente e probabilmente neanche cattolico o religioso.
Tuttavia, i mezzi di cronaca nel registrare quanto precede – ripetiamo, in qualche caso con una punta di sorpresa – non hanno analizzato quale possa essere stato il movente che ha indotto Papa Bergoglio a questo comportamento commendevole.
Noi, che facciamo l’altra informazione, abbiamo riflettuto e abbiamo trovato una spiegazione, non sappiamo se vera o falsa, ma che abbiamo il dovere di rimettere alla vostra attenzione.
Di che si tratta? Cercheremo di spiegarvelo con poche e semplici parole, con l’intento di essere chiari e non equivocabili.
Il Papa, per effetto della Costituzione vaticana, di cui l’ultima edizione è stata pubblicata su quella Gazzetta ufficiale lo scorso 7 giugno, è il Capo dello Stato Città del Vaticano, il capo assoluto in senso letterale della parola perché condensa nelle sue mani il potere legislativo, quello giudiziario e il terzo esecutivo. Non ha assemblee di qualunque genere cui dare conto, emette decreti che hanno valore di legge in tutti i campi, ripetiamo, laici perché si tratta di affari di Stato e non di affari religiosi.
Fra l’altro, lo Stato del Vaticano oggi è quello più ricco del mondo. Non vi sembri un’esagerazione, ma la conseguenza del fatto inequivocabile che è titolare di qualunque tipo di proprietà (immobili, terreni, beni mobili, titoli, risorse finanziarie e via enumerando) esistenti nel mondo.
Ricordiamo che lo Stato del Vaticano ha ben 100 nunzi apostolici in altrettanti Paesi del mondo. Ricordiamo che la figura del nunzio apostolico corrisponde a quello dell’ambasciatore.
In tali Paesi esistono proprietà di ogni genere e tipo, le quali sono tutte legalmente legate allo Stato del Vaticano, risiedente nel territorio di Roma capitale.
Tuttavia, dobbiamo ricordare che con i suoi 0,44 chilometri quadrati su cui risiedono circa 825 abitanti, esso è uno Stato sovrano e come tale gode delle prerogative diplomatiche di qualunque Stato sovrano.
Presso la sua sede sono accreditati altrettanti ambasciatori di tutti i Paesi del mondo; cosicché le relazioni diplomatiche sono simili o uguali a quelle di tutti gli altri Paesi.
Questo stato di fatto non è comunemente alla portata di tutti/e i/le cittadini/e del mondo, ma neanche dei/delle cittadini/e italiani/e, i/le quali pensano al Papa come figura religiosa e non come Capo di Stato.
Mescolando le due funzioni, si commettono gravi errori perché il Capo di Stato si occupa esclusivamente di questioni terrene di ogni genere, cui abbiamo fatto un cenno sopra; mentre il capo religioso si dovrebbe occupare della buona condotta dei propri fedeli in preparazione alla vita ultraterrena e al giudizio delle loro anime (per chi ci crede) emesso dal Padre eterno.
L’errore di mescolare la figura del Papa statista e del Papa religioso comporta errori di valutazione nei suoi comportamenti, perché quando ascoltiamo le sue parole, spesso sagge, non valutiamo preliminarmente se esse sono di tipo religioso o di tipo istituzionale, in quanto i suoi messaggi possono essere di un tipo o dell’altro.
Per la verità, da buon gesuita, Bergoglio non fa mai capire se egli stia parlando nell’una o nell’altra veste, anche perché questo non conviene alla sua comunicazione. Però ciascuno di noi, che ascolta, sapendo di questo dualismo, deve sempre cercare di capire il senso dei suoi messaggi e quali siano le motivazioni che li hanno fatti scaturire.
Qui non entriamo nella vecchia diatriba, peraltro non provata, di cui si parla da secoli e cioè che nel Vaticano si è infiltrata la massoneria. Vi è un libro al riguardo, “Vaticano Massone”, di Giacomo Galeazzi e Ferruccio Pinotti, che forse varrà la pena leggere per saperne di più.
In ogni caso, questa riflessione può servire ad aiutare chiunque ne abbia voglia ad accrescere la propria cognizione riguardo al doppio ruolo del Papa, di cui prima si scriveva.