Pari opportunità volano per lo sviluppo, ma nella Pa della Sicilia c'è ancora tanto da fare - QdS

Pari opportunità volano per lo sviluppo, ma nella Pa della Sicilia c’è ancora tanto da fare

Andrea Carlino

Pari opportunità volano per lo sviluppo, ma nella Pa della Sicilia c’è ancora tanto da fare

lunedì 30 Dicembre 2019

Lo sostiene la consigliere regionale di parità, Margherita Ferro, che traccia un bilancio del 2019, spiegando che di questo tema strategico "si parla in modo superficiale, con poche azioni concrete". Eppure, sottolinea, "ne avrebbe vantaggio l’intera società". La mancata applicazione delle norme, "che invece rispondono a principi fondamentali volti a introdurre cambiamento, sviluppo e innovazione nei territori, nelle istituzioni politiche per passare da una uguaglianza formale a una sostanziale"

PALERMO
– La parità di genere può essere un volano per lo sviluppo. Una vera
cultura delle pari opportunità in tutti gli ambiti economici può
rappresentare un forte moltiplicatore di innovazione e progresso. Non
sempre, però, ciò avviene nell’ambito lavorativo. Serve una figura di
controllo e di sostegno attivo alle politiche di realizzazione delle
pari opportunità.

In Sicilia a svolgere tale funzione è la consigliera regionale di parità: da gennaio scorso è in carica Margherita Ferro, docente di scuola superiore e già assessore provinciale a Catania.

L’ufficio della consigliera regionale di Parità è ubicato a Palermo presso il Dipartimento Lavoro della Regione siciliana ed è funzionalmente autonomo nello svolgimento dei suoi compiti.

Ha anche un proprio sito web.

Qual è il compito della consigliera regionale di parità?

La figura nasce da una legge nazionale, la numero 125 del 1991, poi c’è stato il decreto legislativo 198 del 2006, il cosiddetto codice della pari opportunità, che ne disciplina le funzioni e gli obiettivi. In pratica, la consigliera regionale di parità si occupa di diritto anti-discriminatorio e delle politiche di conciliazione vita-lavoro, una sorta di garante per le politiche del lavoro.

Con il Quotidiano di Sicilia che l’ha intervistata, la consigliera regionale di parità Ferro ha tracciato un bilancio del 2019 parlando anche degli obiettivi futuri, ma facendo trasparire anche ad un po’ di amarezza: “Di parità di genere se ne parla in modo spesso superficiale, le azioni concrete sono poche – afferma – il vero gap è quello legato all’occupazione femminile, infatti dal recente rapporto Svimez emerge che la Sicilia ha un tasso di occupazione del 29,1% molto lontano dal resto d’Italia se pensiamo che ad esempio Bolzano ha un tasso di occupazione del 75%, ma a è un problema che riguarda tutte le Regioni del Sud. Così come vi è un gap di rappresentanza nelle Istituzioni e dove si decide”.

E alla domanda se sia più difficile la parità nel pubblico impiego o nel settore privato, Ferro è chiara: “Sicuramente nel privato, ma anche nella Pa si fa fatica a dare concreta applicazione alle norme sulle pari opportunità soprattutto a certe latitudini, considerate spesso come misure destinate ad esclusivo vantaggio delle donne. Che le donne c’entrino, non vi è dubbio, ma ne avrebbe vantaggio l’intera società e ciò è spesso dovuto anche alla poca conoscenza delle norme, che invece rispondono a principi fondamentali volti ad introdurre cambiamento, sviluppo e innovazione nei territori, nelle istituzioni politiche per passare da una uguaglianza formale ad una sostanziale”.

Tante le iniziative nel 2019 promosse dalla consigliera di parità, come ad esempio “#tunonseisola”, nata per favorire la promozione delle buone prassi e l’informazione del lavoro.

Tra
gli obiettivi del 2020 progetti legati al  superamento degli stereotipi
di genere che influenzano i percorsi formativi ed alimentano fenomeni
discriminatori e un corso regionale di alta formazione dedicato alle
avvocatesse: “Al di là delle azioni che si sono messe in campo, il
problema è strutturale nella nostra società, e abbiamo la consapevolezza
che necessita di un cambiamento culturale necessario alla sconfitta
della violenza di genere alla base ci vuole tempo per cambiare la
mentalità , per favorire un profondo cambiamento culturale nel Paese sul
tema della violenza contro le donne. Possiamo confidare nelle nuove
generazioni facendo un investimento per il futuro”.

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