PALERMO – I sindacati in Sicilia rivendicano un piano straordinario per risollevare le sorti dell’occupazione femminile e ne hanno parlato nel corso di un incontro svoltosi ieri nella Sala Rossa di Palazzo dei Normanni.
Alla riunione hanno partecipato anche il capogruppo del Pd Giuseppe Lupo e Roberta Schillaci componente pentastellata della commisssione regionale Antimafia.
I sindacati denunciano il ritardo del Parlamento siciliano che “ad oggi non ha approvato il disegno di legge sulla parità salariale” e chiedono parità di genere e superamento dei pesanti gap che vedono le donne siciliane fanalino di coda nel mercato del lavoro. A questo proposito i sindacati confederali hanno predisposto un documento, in cui denunciano che sono le donne siciliane “a pagare più degli altri, nel lavoro, nella società, nel welfare e che solo il 29% della popolazione femminile ha un posto di lavoro”.
Il dossier, inviato al presidente della Regione, agli assessori regionali e ai gruppi parlamentari all’Ars, è articolato in 6 macroaree, e tratta anche delle molestie e delle violenze “nei luoghi di lavoro e negli ambienti di vita” e auspica che “la misura del Reddito di libertà venga attuata in Sicilia e diventi strutturale”.
“La strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026 – hanno detto le rappresentanti dei tre sindacati, Elvira Morana (Cgil), Rosanna Laplaca (Cisl) e Vilma Maria Costa (Uil) – può risultare insufficiente di fronte a una situazione di eccezionale gravità. Va dunque riadattata – è scritto nella nota inviata ai vertici regionali – con l’apporto sinergico delle istituzioni, della consigliera di parità, dei sindacati, realizzando una strategia regionale per la parità di genere 2021-2026”.
Nel documento si detta anche la ricetta per una strategia che vede al primo posto un’Agenda per la parità di genere che fissi le coordinate delle scelte del bilancio regionale, della pianificazione dei fondi del Pnrr coordinati con tutte le risorse Ue, per lo sviluppo e il benessere della comunità, la parità e l’inclusione”. I sindacati sollecitano la creazione di un Osservatorio per “il monitoraggio ex ante ed ex post delle misure e un bilancio regionale di genere”.
Vengono messi a confronto i dati delle città metropolitane di Milano e Palermo. È emerso che le donne della fascia d’età 15-64 anni inattive, a Palermo sono il 65% della popolazione femminile mentre a Milano sono il 31,8%. La crescita dell’occupazione femminile è anche ostacolata dalle insufficienze del welfare, con il carico dei lavori di cura che grava sulle donne, tanto che ben il 33% della popolazione femminile abbandona il lavoro dopo la nascita del primo figlio.
I sindacati chiedono che il Parlamento regionale si occupi di adeguare il sistema elettorale con la previsione della doppia preferenza di genere, prevista peraltro dalla strategia nazionale. Sollecitano interventi sul welfare, “frammentario e lacunoso” con l’introduzione anche del criterio della lettura di genere per meglio rispondere ai bisogni e al diritto alla salute della popolazione femminile. La coordinatrice pari opportunità della Uil Sicilia, Vilma Maria Costa, ha spiegato che “da più di un anno Cgil Cisl e Uil chiedono al governo della Regione il confronto sui temi dell’Agenda di genere. Nessuna risposta è arrivata. Ora è il momento di aprire a un confronto sistemico”.