Nel quartiere di Gravina i lavori dovrebbero concludersi entro febbraio 2020. Poi le altre zone
CATANIA – C’è ancora il cartello “lavori in corso”, ma gli amministratori promettono di toglierlo presto. Stiamo parlando del Collettore B, il cosiddetto Canale di gronda Ovest, necessario per captare le notevoli portate pluviali della fascia pedemontana Ovest che insiste sulla città di Catania.
Dopo tanti anni in cui si parla dell’avvio imminente dei lavori che dovrebbero mitigare se non evitare gli allagamenti a Catania in caso di piogge, si è fatto un passo avanti e lo scorso 4 giugno hanno preso il via gli scavi nel quartiere San Paolo di Gravina di Catania. Il termine di conclusione degli stessi è febbraio 2020, poi ci vorrà il collaudo. Fino a pochi giorni fa il transito è stato consentito solamente ai residenti e ai mezzi di soccorso ma adesso, superate anche le criticità legate all’acquazzone dei primi di settembre, il transito è stato parzialmente riaperto.
“C’è stato un problema – ha spiegato il sindaco di Gravina, Massimiliano Giammusso – dovuto al riempimento. Era appena stato messo e non ha avuto il tempo di asciugarsi e consolidarsi quando il temporale, un paio d’ore dopo, ha portato via tutto. Adesso però abbiamo risistemato tutto. È bastato lavorare un fine settimana e siamo riusciti a ripristinare la viabilità nel giorno previsto. Senza incidere sui tempi, quindi. Ovviamente non è ancora l’asfalto definitivo, ma non abbiamo ancora finito”.
I lavori in zona San Paolo sono fondamentali per la riduzione del rischio idrogeologico, ma da soli non sono sufficienti per evitare gli allagamenti a Catania. Gli interventi, infatti, devono essere eseguiti in tutto il resto del comune di Gravina e in altri centri pedemontani che insistono su Catania. “Questo canale di gronda – ha spiegato Giammusso – attraversa il quartiere San Paolo non su tutta Gravina. È il quartiere più soggetto al rischio idraulico e idrogeologico e quindi abbiamo iniziato da lì, per il resto del territorio stiamo lavorando alla progettazione con il comune di Catania capofila”.
Un impegno confermato dall’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Catania, Giuseppe Arcidiacono, che ha allarga il discorso anche al collettore fognario. “Stiamo lavorando su due fronti – ha sottolineato – perché il rischio è alto e non possiamo permetterci né di pagare le infrazioni comunitarie perché sversiamo i liquami a mare, né che la città sia soggetta a un alto rischio idrogeologico. I soldi ci sono, mi hanno assicurato dalla Regione, e sento l’esigenza di cambiare le cose. Ecco perché ho deciso di fare da Comune capofila per il completamento della progettazione”.
Il riferimento è al fatto che ci sono tanti piccoli tratti di condotta del collettore che mancano e quindi il collegamento tra i centri pedemontani e il vecchio allacciante di Catania non possono essere messi in relazione. È un po’ il riproporre i lavori che si stanno svolgendo adesso a San Paolo anche altrove. Una volta finito a San Paolo, infatti, almeno per quel tratto il problema delle acque dovrebbe essere risolto e lo stesso si vuole fare altrove.
“Ho fatto diverse riunioni con tutti i sindaci – ha concluso Arcidiacono – perché provvedessero alla progettazione del tratto mancante e presa la responsabilità di parlare con la Regione e trovare le economie, servono circa 30 milioni di euro. In tempi brevi dovremmo avere il progetto da approvare”.