“Se lo facciamo insieme io ci sono, non mi tiro indietro. Costruiamo insieme questa candidatura per dimostrare che posso diventare la nuova segretaria del Pd: ci sto, ma facciamolo insieme”. Così Elly Schlein, annuncia la sua candidatura per la guida del Pd, mentre la platea raccolta al Monk di Roma intona ‘Bella ciao’.
Nelle sue parole, risuona forte l’appello all’unità, contro le correnti che animano e dividono il partito. “Chi arriva da oggi arriva alla pari, nessuno venga con l’idea di condizionare: venite liberi o non venite affatto”. L’obiettivo è “scalzare le dinamiche di cooptazione correntizie”, “io -rivendica – ho rifiutato da sempre la logica di cooptazione, se le accettassi oggi sarei fessa. Siamo qui non per creare una nuovo corrente ma per superarle, mischiando le nostre storie, anche di chi la pensa diversamente. Siamo un’onda, non una corrente e su questo anche il mio nome la dice lunga: non ci saranno mai gli ‘schleiniani'”.
“Serve cambiare questo Pd, insieme ai compagni che lo hanno amato nonostante le difficoltà. Ricostruire un partito radicato tra la gente” che dia “risposte ai bisogni delle persone. Siamo qui per ascoltarvi e ricostruire insieme”, ha detto Schlein che in un passaggio ha ringraziato le “militanti delle feste dell’unità che mi hanno insegnato anche a friggere. Io mi rimetto in viaggio, da domani con lo zaino in spalla per attraversare il Paese, a partire dai circoli”. E ricordando che “il mondo non finisce con le primarie, perché anche il giorno dopo bisognerà continuare a cambiare”.
“Oggi serve cosa nuova, quello che siamo stati fin qui non basta, non sprechiamo l’occasione di questa fase costituente”, per “coniugare unità con visione, far pesare di più la base. Facciamo questo percorso insieme, spalla a spalla”, per “offrire un’alternativa alla peggiore destra di sempre”, “superando le contraddizioni, gli errori, i tatticismi e i personalismi per potere cambiare in meglio. Dobbiamo essere un ponte tra le energie migliori, che ci sono nel Pd, e tra chi vuole ritrovare un luogo che a lungo ha sentito smarrito”.