Palermo

Palermo, per l’Amat si chiude un anno complicato

PALERMO – L’assemblea dei soci dell’Amat ha approvato il bilancio 2018, nominato il nuovo Consiglio di amministrazione e riconfermato i componenti del collegio sindacale.

Per quanto attiene le nomine, Michele Cimino, finora amministratore unico, è stato confermato al vertice nel ruolo di presidente. Gli altri due membri del Cda saranno Alessandra Sinatra (vicepresidente e già in passato nel board aziendale), esperta in diritto del lavoro, e Sergio Perna (consigliere), esperto di diritto societario. Riconfermati inoltre i componenti del collegio dei sindaci: il presidente Sebastiano Torcivia, i sindaci effettivi Maria Teresa Mannina ed Enrico Piazza e i sindaci supplenti Francesca Di Stefano e Concetta Scuderi.

E veniamo ai numeri dell’azienda. Il bilancio 2018 tiene conto del Piano di risanamento aziendale, esitato ad aprile e che adesso diventerà operativo. Il primo nodo da affrontare, com’è noto, sarà il tram: a oggi i costi di servizio sono totalmente a carico dell’Amat sia perché la Regione Siciliana finora non ha erogato alcun contributo chilometrico sia perché il contratto di servizio del 2015, mai aggiornato, non lo contemplava affatto. Nel vecchio contratto, con quello che poi si è rivelato un errore di valutazione, il Comune sperava di coprirne i costi con gli introiti della Ztl, entusiasticamente stimati in 30 mln, mentre il gettito effettivo è risultato pari a poco meno di un decimo (per il 2018 appena 2,6 mln). Di contro, soltanto nel 2018 il tram è costato 9,2 mln a fronte di un guadagno lordo dal servizio di trasporto pubblico, nel suo complesso, di 5,3 mln. A oggi la perdita strutturale annua della società oscilla fra i 6,5 e i 7 mln: alla Regione, che quest’anno ha stretto ancor di più la cinghia tagliando altri 4 mln, verrà comunque richiesto un contributo chilometrico annuo di 2,7 mln per il solo tram.

Altro nodo da affrontare è quello delle assunzioni: l’Amat non ha abbastanza autisti e, come mette nero su bianco il professionista incaricato di redigere il Piano di risanamento, Michele Di Chiara, “il blocco nazionale delle assunzioni, nonostante negli ultimi anni l’Amat abbia sopportato una notevole riduzione di organico legata ai pensionamenti” ha inciso particolarmente “sulle possibilità e capacità produttive della gestione del Tpl su gomma, fino a sfociare nella impossibilità di saturare le percorrenze assegnate”, di ricevere cioè da Comune e Regione i contributi previsti dalla legge in base ai chilometri percorsi: “Amat soggiace a due distinti vincoli riguardanti, si ribadisce, soltanto l’attività di Tpl su gomma, mentre quella del tram è rimasta ignorata: quello previsto nei confronti del Comune, pari a Km. 13.876.800, e quello previsto nei confronti della Regione Siciliana pari a Km.12.332.560”.

Le altre sfide si chiamano officina e servizio rimozione delle auto in divieto di sosta. La prima soffre “il progressivo depauperamento della struttura di supporto costituita dall’officina che peraltro, prospetticamente richiede non soltanto l’impinguamento del suo organico ma anche la riqualificazione dello stesso in ragione del salto tecnologico intervenuto in questi anni nella progettazione e dotazione degli autobus”. Il servizio rimozione, ma anche quello di car e bike sharing, sono in deficit strutturale e perfino il comparto segnaletica stradale è in sofferenza per la riduzione di personale.

Punto due: lotta senza quartiere all’evasione dei biglietti e delle multe non pagate con l’aumento dei controllori sui bus. Punto tre: revisione di tutto il sistema di parcometri, strisce blu e rimozioni. Per il 2019 è previsto un valore di produzione di 92,3 mln con ricavi per 6,6 mln dai biglietti e 2,5 dagli abbonamenti, 25,2 mln dal Comune per il Tpl, 3 per la segnaletica stradale, 700mila euro per il trasporto studenti, 3 mln dalla sosta tariffata, 718mila euro dalla rimozione, 2,8 mln dalla Ztl, 1,2 mln dal car sharing e poche decine di migliaia di euro dal bike sharing. Tra le principali voci in uscita il carburante costa 5 mln, il metano 2, i ricambi 1,6, le assicurazioni 2,3, la manutenzione full service dei bus a gasolio e a metano 2,2 mln complessivi, la manutenzione global service del tram 5,7, il servizio di vigilanza a bordo 163mila euro, i salari e gli stipendi del personale 40,5 mln più 1,6 di straordinari e 13,1 di oneri sociali. Negativi sia il saldo tra valore e costi di produzione (-4,1 mln) sia il risultato di esercizio (-4,9 mln).